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margherita di valois 189

A questa elettissima donna, che sposando Emanuele Fliberto ne aveva sposati anche gli interessi, deve il Piemonte la restituzione di Pinerolo e Savigliano, e delle valli di Perosa, cedute dai francesi, ma non consegnate, alla pace di Castel Cambrese. Perchè essa sola, coi suoi modi insinuanti e gentili, seppe indurre un Re di Francia, Enrico III suo nipote, quando fu di passaggio da Torino, chiamato dal regno di Polonia a quello di Francia, a mantenere una promessa fatta, togliendo le truppe francesi che stavan a presidio delle due sventurate città. Il che determinò gli spagnuoli a rendere Asti e Santhià, che ancora occupavano.

Per tal modo essa s'innalzò sempre più nell'affetto del suo popolo, il quale, più che amarla, la venerava; tanto che venne chiamata l'angiolo tutelare del Piemonte, e tenuta in alto pregio fra i dotti e gli illustri.

«Erano infatti — scrive il Ricotti — le sue virtù tali e tante, che di rado si vedono congiunte in una sola persona : dignità e cortesia, indulgenza e giudizio, ingegno naturale e studio, magnificenza d'atti e semplicità di maniere, effusione di cuore e saviezza di ragionare ».

Margherita fu di giusta statura, di volto non bello, l'abbiamo già detto, ma piacevole, di portamento maestoso, e sì gentile ed affabile, che non permetteva ad alcuno di parlarle se non si fosse prima coperta la testa, e se era persona distinta per meriti, voleva sempre che le si assidesse a lato. Attendeva con vero entusiasmo agli studi gravî e profondi, e non vi era inge-