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margherita di valois | 185 |
pitano delle sue guardie, il più abile tiratore di lancia della Corte.
— Rompiamo anche queste — egli disse — in onore delle dame.
Per un presentimento di disgrazia che doveva acadergli, il capitano si scusò due volte ; e la Regina e le principesse pregarono Enrico di contentarsi della gloria acquistata.
Ma il Re non volle ascoltare nessun consiglio, e fu deciso lo scontro. L'urto dei due combattenti fu terribile : la visiera del Re si mosse, e una scheggia delle lancie che eransi rotte nel cozzare, andò a colpirlo in fronte, un poco al di sopra dell'occhio destro. Trasportato semivivo a palazzo, cessò subito ogni gioia ed ogni festa, e poiché la sua vita era in pericolo, si temè perfino che la pace allora allora conclusa, non fosse duratura, se egli venisse a mancare.
Enrico, compreso di essere in pericolo, pensò invece ad assicurarla, quella pace, ed affrettò il matrimonio della sorella col Duca di Savoia.
E questo fu celebrato il 10 di luglio, undici giorni dopo la disgrazia avvenuta, nella camera stessa del Re, funzionante il Cardinale di Lorena. Enrico stesso servì da testimonio, e spirò poche ore dopo.
Questa morte, seguita in Francia da torbidi seri, prometteva all'Italia un lungo riposo ; ed Emanuele Filiberto ne profittò per fare un viaggio in Fiandra, congedarsi dal cugino Filippo II. Indi precedè la Duchessa nei suoi Stati, onde prepararle a Nizza, scelta