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filiberta di savoia 161

Le ci volle però qualche tempo, dopo quella dolorosa separazione, perchè ella potesse rasserenarsi e tornare a sorridere, ma riuscitavi infine, essa divenne la gioia e la consolazione del fratello Carlo III, che poche ragioni di letizia ebbe nella sua vita. Se non che, vagheggiata, amata e desiderata, ella presto comprese da certi discorsi, da certe domande, da certe reticenze, che quella missione tanto cara al suo cuore non l’avrebbe esercitata a lungo.

Invero la casa paterna è, per le fanciulle tutte, come un luogo di passaggio, di cui però si rammemora per tutta la vita la dolcezza e l’incanto, e le principesse, in particolare, sono più sollecitamente delle altre tolte al caro nido. La giovinetta Filiberta ebbe però il vantaggio di non essere maritata precipitosamente, e di aver tempo di predisporsi al nuovo stato, giacché dalle prime trattative avvenute nello stesso anno 1513, il matrimonio fu concluso e celebrato nel 1515.

Il promesso sposo era Giuliano dei Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e di Clarice Orsini, nomi ben noti nella storia di Firenze; e Filiberta non solo maritandosi non lasciava l’Italia, ma andava a risiedere nel centro di essa, là dove l’arte e la natura spiegavano le maggiori attrattive per un animo temprato alle delicatezze del bello, come quello di lei. Giuliano aveva animo mite, buono e leale, cui le ingiustizie, talora commesse dalla sua famiglia, afflissero e amareggiarono, e colla soave fidanzata formava una coppia perfetta per

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