Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/200

160 le donne di casa savoia

dre nel castello di Billia in Michaille. La Duchessa Claudia, una santa donna, che nei sedici anni della sua vedovanza tenne sempre seco la celebre reliquia del santo Sudario, e tutta occupata di pratiche pie, non era davvero la compagna più adattata per la vispa e intelligente bambina, poi vivace e pensosa giovinetta, che nel carattere molto ritraeva dell’irrequietezza e dell’ardire del padre. Però quella vita così ritirata e severa, ed i materni religiosi insegnamenti, valsero, in uno a quei germi, a formarne il carattere semplice ed integro che la distinse e i cui tratti principali furono una sincerità candidissima, ed una intensa ed universale benevolenza, congiunte ad un ingegno che ognora più maturavasi e ad una fantasia vivacissima, temprata dal giudizio il più severo.

Quando la madre morì, il 13 ottobre 1513, la fanciulla si sentì come perduta nel mondo, e benché nel fior degli anni pure sovente pensò qual tremendo mistero di dolore è la vita, tutta sentendosi invadere da un’arcana tristezza. E questo sentimento, proprio specialmente dei predestinati a vita breve, tornò più volte, ad intervalli, ad affacciarsele al pensiero, e quasi sempre omai nei momenti più lieti della sua esistenza. Fino da allora però, la giovine principessa trovava conforto nella fede seriamente inculcatale, e alzava la mente alle idee del bello e del buono divino, componendosi tutto intorno un mondo assai migliore di quello che esso non sia, in grazia di quella preponderanza che la sua virtù prender sapeva sui triboli umani.