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— Dei presentimenti? — riprese egli scherzando.

— Un qualche cosa che mi dice di non lasciarti partire.

Il Duca scosse la testa sorridendo, la baciò sulla fronte e partì.

La caccia ferveva brillantissima, allorché la nebbia intravista da Margherita, sempre più salendo sull’orizzonte, fece scomparire il sole, si formò in nuvoloni neri neri, accavallantisi l’uno sull’altro, dando luogo a scariche elettriche spaventose, e sciogliendosi poi in un violento acquazzone, che sorprese i cacciatori e li bagnò fino alle ossa.

A Filiberto, o più delicato, o perchè più affaticato degli altri e bagnato di sudore, ciò riuscì fatale sul momento. Colpito da improvviso mal di petto, fu portato febbricitante al castello di Pont d’Ain, e gli furono prodigati tutti i soccorsi dell’arte inutilmente. Dieci giorni dopo il Duca di Savoia era suo fratello, Carlo III! Filiberto, rassegnato ad una morte che a sé stesso imputava, e solo dolente di dovere abbandonare la sua affettuosa compagna, morì, da lei amorosamente assistito, il 1O settembre 1504, nella camera stessa in cui era nato.

Margherita desolata, annientata, in preda ad un violento dolore, tagliò la sua bionda capigliatura, e prese il lutto per non lasciarlo mai più, sebbene non avesse allora che venticinque anni. Indi fece fare all’amato consorte, un mortorio sì splendido, nella chiesa di Brou, che fu forza scuoprirla, dice la cronaca,