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giovinetta, tutta occupata a comporre dei versi1,era talmente invasa dalla musa, che di nulla si accorse, o almeno di nulla temè.

Ma questa regale fanciulla, degna per le sue qualità di una gran sorte, non doveva nemmeno essere Regina di Spagna!

Sfuggita alla tempesta, giunta a Madrid, e sposatasi a Giovanni di Castiglia, già pregustava le dolcezze della sua prossima maternità, allorché, prima che compisse un anno dal matrimonio, una fiera malattia le tolse, nel 1497, il marito. E il dolore che essa risentì per questa sventura fu tale, che ebbe una bambina morta, avvenimento che travolse il barlume di speranza che poteva ancor lontanamente brillare per lei e per i suoceri.

Ritornata mesta e desolata nella reggia di Bruxelles, vi scorreva i giorni studiando il passato e pensando all’avvenire, allorché nel 1499, fu richiesta da Filiberto Duca di Savoia, fidanzato invano, come ho scritto altrove, a Yolanda di Savoia sua cugina. Lo sposo aveva ventun’anno, cioè la di lei stessa età; era bellissimo,

giacché é rimasto nella storia col nome di Filiberto il Bello; era stato suo compagno d’infanzia, e Margherita, dopo breve esitazione, accettò una unione che sembrava prometterle, finalmente, lunga felicità.

  1. C’è chi dice che scrivesse in versi il suo epitaffio. Altri dicono che scrisse l’epitaffio scherzando, legandoselo al braccio per esser riconosciuta in caso di naufragio. Esso diceva:

    Ci git Margot la gentil Demoiselle
    Qui a deux maris, et encore est pucelle.