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bianca di monferrato 125

Appena liberata da quell’incubo, sperando che nel tranquillo riposo della campagna meglio potessero rinfrancarsi i figli, specie il Duchino che, per quell’impresa aveva avuto anch’egli i suoi strapazzi, si recò, il 29 ottobre, con tutta la corte a Moncalieri. E per tutto l’inverno né feste né svaghi vennero ad interrompere la quiete di quella dimora, ove la madre paventava ogni giorno più per la vita del figlio, e la sovrana conosceva sempre più le strettezze e le sofferenze del popolo. Una mesta visita venne sola in quell’epoca a distrarre la Duchessa dalle sue preoccupazioni; quella della sconsolata Bona di Savoia, Duchessa di Milano, che perduto il figlio si recava in Francia, per farsi fare giustizia, e si fermò prima tre giorni presso la nipote.

Bianca, nella riconoscenza del suo popolo, e nella stima dei sovrani contemporanei, trovava una dolce ricompensa ai suoi sacrifizi, e forse anelava al tempo, oramai non troppo lontano, in cui, consegnato al figlio giovinetto lo scettro dei suoi avi, avrebbe potuto riposarsi, godendo il maggior gaudio delle madri, che consiste negli onori tributati al proprio sangue. Ma il cielo, che si riserva di provare a sua voglia la virtù dei mortali, le serbava ancora la maggiore delle afflizioni. Dopo aver passato l’inverno a Torino coi figli, la tenera madre, che ne sorvegliava con ansia e sollecitudine lo sviluppo fisico, ritornò con essi, nei primi bei giorni di primavera, a Moncalieri. Ma ahimè, che bella stagione non rifioriva nel cuore di Bianca, né sulle guancie di suo figlio!