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rate dispense, e il matrimonio fu allora benedetto e consumato.

A Moncrivello gli sposi non si trattennero, dopo la cerimonia, che cinque giorni, spesi principalmente a preparare le magnificenze pel solenne ingresso a Torino, ove entrarono nel pomeriggio del diciannove, in bella e splendida cavalcata, in mezzo alle liete accoglienze dei Torinesi, tutti conquistati dalla bellezza e dalla grazia della sposa.

E i due coniugi poterono, per un anno e mezzo, godersi con sufficiente pace la dolcezza della loro affettuosa ed intima unione, ma fu quello forse il solo tempo felice della loro esistenza.

Carlo I, il marito, figlio di Yolanda e di Amedeo IX, aveva allora diciassette anni, ed era Duca da tre per la morte di suo fratello Filiberto. Dotato di spirito brillante e vivace, temprato da una precoce saggezza, accuratamente e con profitto educato presso suo zio Luigi XI, che lo volle seco quando rimase orfano, amò subito con passione la giovinetta che gli fu dolce e amorosa compagna nella sua breve vita. Perchè Carlo I, bello, buono, colto, valoroso, amicissimo del cugino, il futuro Carlo VIII, col quale aveva diviso

svaghi e passatempi alla Corte del di lui padre, doveva avere la vita dei fiori. Amore e speranza dei suoi sudditi, pei quali aveva fatto e faceva tante belle e buone cose, e che in sì giovane età dava campo a formulare l’adempimento di splendide promesse, Carlo era anche allegro, di bei modi e generosissimo.

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