Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/142

108 le donne di casa savoia

ebbe col cugino un breve abboccamento, che presenziato da Lodovico, non potè aggirarsi che su cose insignificanti. Bona, rivedendo il figlio di sua sorella, che ella aveva sempre tanto amato, avrebbe voluto parlare al di lui cuore, rievocandone, per commuoverlo alla propria sorte ed a quella di suo figlio, le soavi memorie della fanciullezza; ma la sospettosa vigilanza del Moro le impedì ogni espansione. Così ella vide, impotente ad impedirlo, morire il figlio il 20 ottobre, così vide il disperato dolore della nuora, e il pianto dei figliuoletti, che il perverso Lodovico non tardò a spogliare d’ogni potere.

Proclamato Lodovico Duca di Milano, Bona tornò ancora una volta in Francia e vi si trattenne a lungo pur non riuscendo a farsi fare giustizia, né a nulla ottenere; e tornata finalmente in Italia, andò ad abitare il castello di Possano, negli Stati del Duca di Savoia suo nipote, il quale le assegnò per dimora quella terra, coi redditi annessi pel suo mantenimento, che essa subaffittò per 1700 fiorini annui e 700 sacchi di grano. Intanto faceva pratiche, e scriveva lettere e lettere, per ottenere da Carlo VIII la rivendicazione della sua pensione di 5000 lire tornesi, assegnatale da Luigi XI sul Ducato di Milano.

Viva immagine delle umane vicende, la infelice Bona, che a Firenze e a Milano aveva sfoggiato la più possibile magnificenza, che era madre di una Imperatrice, e che si vedeva ridotta a ricorrere a domande e sollecitazioni, per tirare innanzi la vita.