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che ella fosse ormai abbastanza punita e delusa, e intimidita in modo da poterla dominare, incaricò il capitano Chaumont d’Amboise, che allora appunto si trovava in quelle parti, di liberarla con un colpo di mano, e di condurgliela, coi figli, al castello di Plessis, sua ordinaria residenza, ove l’avrebbe attesa.

Il Duca di Borgogna subiva allora troppe contrarietà personali, per occuparsi della sua prigioniera, la quale, era sì poco strettamente custodita a Rouvre, da potere inviare al fratello le sue ripetute sollecitazioni; onde anche il colpo di mano dello Chaumont riuscì felicemente, e Yolanda ed i figli giunsero sani e salvi a Plessis.

Luigi XI accolse la sorella con studiata glaciale gentilezza, salutandola così:
        — Siate la benvenuta, signora Borgognona.

Al che essa, colpita dal rimprovero, sebbene aspettato, rispose senza scomporsi:
        — Io sono pronta ad obbedire Vostra Maestà.

Il Re allora parve convinto, e promise, dopo qualche altra frase scambiata fra loro, di lasciarla in piena libertà. Ma essa, vedendo scorrere il tempo senza nulla concludere, e non ritenendosi affatto sicura in mano di quella volpe, tanto insistè, tanto si mostrò pentita, ed ansiosa di rivedere il Duchino, da tanto tempo in mano agli zii, ch’egli si risolse a rimandarla nei suoi Stati, dicendo di prendere lei e la sua famiglia sotto la sua protezione. Ritornata Yolanda in Savoia, con grande soddisfa-