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onde dopo molte dispute presono questa deliberatione acciò che detta opera gli fussi alogata insieme con Lorenzo di Bartoluccio, che in que’ tempi per haver dato alchuno saggio di se nelle porte di san Giovanni era tenuto huomo di grandissimo disegnio, non si volendo fidare totalmente di Pippo. Dispiaque questa cosa nel primo aspetto a Pippo, niente di mancho per il disiderio che egli haveva di mostrar chi egli fusse nel dar perfetione a questa opera si stette cheto pensando di tener modi che egli avessi a tochare a finirla a luj solo, chome egli dipoj fecie. Cominciorno addunche egli e Lorenzo di Bartoluccio insieme a dar principio alla impresa, et così d’acordo la condusono infino al termine del vogierla la volta dove era la dificultà et la inportanza del tutto. Alora Pippo che con industria et sigacità grandissima osservando tutti i modi che teneva Lorenzo di Bartoluccio aveva conosciuto che egli non era suficiente a condurla simile opera, havendo prima volutosi acordar seco che ciascuno di loro ne pigliàsi a fare una,......... e doppia et fra l’una chappella e l’altra, cioè fra il guscio di fuori e quello di drento si va per tutto, e Lorenzo chome queli che non glene bastava l’animo non haveva voluto....... si serò in casa fingiendo d’essere malato. Cominciò Lorenzo andare a visitarlo et dimandargli quello che egli haveva a fare; al che rispondeva Pippo: Seguita da te; e Lorenzo non volendo farlo lo riferì a’consolj, i quali presono partito di mandarvi 2 di loro, i quali salutatolo per parte del magistrato e dettogli come e’ desidererobono acciò che e maestri che erono in opera non perdessin tempo, e che egli dessi l’ordine a qualchuno di quello che egli si avessi a fare, rispose: E vi è Lorenzo, et che farà egli. Al che soggiugniendo eglino che Lorenzo non voleva fare sanza lui, rispose: Io farei ben sanza lui io; nè dipoj volle maj dire altro. Ritornorno a’ consoli costoro et riferirno loro le parole di Pippo, le quali considerate da loro fu per loro deliberato che


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