Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 18 — |
Nè è da maravigliarsi adunche se si trova in ciascuna arte sì pochi buon maestri. Divenne adunche Giotto nella pittura maestro excellentissimo et salì in tanta fama che pubricamente si diceva che egli aveva ritrovata la pittura antica. E questo si è perchè lasciando egli la rozza e poco dotta maniera de’ Greci arrecò l’arte al naturale acconpagnandola con grazia e gentilezza; et veggendo quello che altri insino alora non aveva veduto fu maraviglioso nella compositura, vario ne le invenzioni, diligente nel colorire, diligente ritrovatore del vero et inmitatore grandissimo de la natura. E fra l’altre cose osservo questo nelle sue pitture, che è molto bello, che tutte le sue figure pare che faccino quello che si conviene loro: quelli che ànno dolore paiono maniconjchi, le liete allegre, e quelle che ànno di che temere pare che sien paurose; la qual cosa insino a’ tempi nostri no pare che abbia osservato alcuno altro meglio che Michelagnolo Buonarroti come ne fa chiara fede il iudizio fatto da lui a Roma al tempo di papa Paulo, dove così come i beati pare che sieno contentissimi e mostrino allegreza grandissima, i dannati per il contrario mostrono nel volto un dolore maraviglioso, la qual cosa à egli forse cavata da Giotto sopradetto, le cose del quale andava egli mentre che era in Firenze spessissime volte a vedere, e fu veduto particularmente stare nella cappella allato alla maggiore di santa Croce, dove son certi frati che piangono la morte di s. Francesco, tre e quattro ore per volta. Fece questo Giotto di molte opere in vita sua perchè fu grandissimo lavorante e di tal sorte che ancora oggi sono molto lodate et non solamente in Firenze, ma per tutta la Italia, dove egli consumò la gioventù sua. Cominciò aquistar fama nell’opera grande che è di suo mano nella chiesa di s. Francesco d’Ascesi cominciata da Cimabue. Dipinse ancora in santa Maria degl’Angioli, dipoi se n’andò a Roma dove dipinse la tribuna di san Piero, e fece la nave di musaico