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che nuovamente le ritrovino e aiutino ritornare a la perfezzion loro, credo io per cagione che gli huomini non andassino tanto in là ne la perfezione ch’eglino non stimassino più non che altro gli idij. Havendo ella adunque lasciato rovinare l’arte de la pittura insieme con tutte l’altre così liberali come meccaniche, insieme con la destruzion de l’imperio romano per la passata de’ Ghoti e Vandali e di molt’altre genti barbare in Italia, et volendo come si è di sopra detto risucitarla elesse per luogho Toscana, dove pare che sieno molti elevati e sottili ingegni, e di Toscana la città di Firenze, la quale indubitatamente è il cuor di quella, onde fece nascere presso a Firenze in una villetta chiamata Vespignano un fanciulletto chiamato Giotto, il quale fu il primo, come si dice nella sua vita, che meritassi questo nome d’aver risucitato la pittura per le ragioni che allora si diranno, ma perchè egli fu levato da ghuardar le pecore quasi miracolosamente ordinando ciò la natura che voleva questo effetto da un cittadino fiorentino, ch’aveva nome Giovanni cognominato Cimabue, il quale egli ancora si dilettò di far simil arte. Tratteremo primieramente di questo Giovanni e de l’opere che egli fece, e di poi Giotto, il qual fu in verità suo discepolo se bene camminò per un’altra via, e delle cagioni perchè egli meritò questo nome d’aver risucitato l’arte del dipignere.


Cimabue da Firenze.


Fiorì Giovanni cognominato Cimabue ne l’arte de la pittura in Firenze circa agl’anni del Signore MCCLXXX e fu molto stimato, di maniera che quando cavò fuora quella tavola grande dov’è dipinto di suo mano nostra Donna col Banbino e con alcuni angioli attorno, la quale è oggi in santa Maria novella fra la