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forestieri che una città, i quai portono quivi ciò che egl’ànno di bello come a una fiera o un mercato pubrico sperando cavarne maggiori prezzi che in alcun altro luogho, et ò questa mia fatica, tal quale ell’è, voluto indirizzare a voi et per l’amicizia che è infra noi, et perchè io so che molto delle opere di simili arti vi dilettate. Accettatela adunque con quello animo che io ve la mando et amatemj come sino qui avete fatto sempre.



Volendo la natura circa agl’anni del Signore MCCCLX (1) risucitar in Italia l’arte de la pittura, la quale era di già stata perduta circa DC anni, imperò che se bene erono in Italia alcuni Greci che dipignevono, era la loro maniera più tosto un modo di coprire una tavola di colorj che di inmitare le cose naturali come debbe far l’arte, e erono le loro fighure quasi tutte in faccia, come si può ancora vedere in alcune cose che ci restono di loro, et sanza dintorni che somigliassino il vero et sanza rilievo alcuno, di maniera che più tosto parevano pelle d’uomini scorticati o parte di panni distesi in sur un muro, che huomini vestiti et con certi visi e occhii spalancati che parevano più tosto di mostri che di huomini. Ma perchè la natura osserva sempre questo ordine, che così come quando ella à lasciato condurre l’arti e le scienzie ne la loro perfezione mediante gl’ingegni degl’uomini, ella o per ghuerre o per morte d’huomini o per mescolanza di gente barbare e rozze le fa rovinare e quasi dimenticar del tutto, così ancora quando elle sono al tutto rovinate ella produce huomini



  1. Data evidentemente errata dal copista.