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Libro terzo 119

tempo determinato, conforme la coscienza dei giudici.

c) Se la premeditazione di offendere per dispregio chi si sapeva già squalificato da un precedente deliberato, la squalifica dell’offensore dovrà dichiararsi permanente.

Nota. — È ritenuto saggio non sollevare eccezioni di indegnità sino a quando non sono stati costituiti i rappresentanti. Quando questi si saranno riuniti per discutere sull’appello dell’offeso, e per chiarire la posizione cavalleresca degli avversari, qualora fosse impossibile addivenire ad una giusta ed onesta soluzione pacifica della vertenza, si potrà richiamare l’esame della parte contraria sulle doverose eccezioni a carico di uno dei rappresentati. Se l’accusato non potesse a mezzo dei suoi rappresentanti dimostrare la infondatezza delle eccezioni, si ricorrerà a un giurì bilaterale (o unilaterale, se l’accusato rifiutasse il suo concorso alla formazione del bilaterale), con il mandato di esaminare la posizione dei contendenti e decidere in modo esauriente sulla onorabilità cavalleresca dei medesimi e sulla vertenza in essere.

ART. 224.

Nessuna delle parti rappresentate può rifiutarsi di aderire alla domanda della controparte di sottoporre l’accusa di indegnità ad un giurì d’onore. Se il rifiuto si parte dai rappresentanti della parte accusata, verrà considerato: «conferma dell’accusa»; «ritrattazione dell’accusa», se il rifiuto viene dalla parte accusatrice (Giurì d’onore, 5 luglio 1893, Genova).

ART. 225.

I rappresentanti dell’offeso sull’onore e sulla responsabilità loro, possono rifiutarsi di consegnare un