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Nel secondo ei fu dato fortunatamente di riudire quel portento di violoncellista che si chiama Julius Klengel. Egli è professore al Conservatorio di Lipsia e suona il suo istrumento in modo straordinario. Alla perfezione della tecnica aggiunge un raro sentimento ed un tono magnifico e forte. Non saprei davvero chi oggi sarebbe nel caso di contendergli la palma. La nuovissima Ouverture di Reznicèk, che è un lavoro grazioso e fresco, pieno di brio e di vita, ebbe lietissimo successo. La Sinfonia di Schumann (incominciata nel 1841, finita appena nel 1851), è una delle sue migliori. Suonata poi dai nostri filarmonici ebbe un grande successo. Nel IV Concerto filarmonico abbiamo sentito: TscH N. 6; Symphonie pathétique in Si minore. Ed. Schütt Concerto per pianoforte in Fa minate. Jos. Haydn Sinfonia in Re maggiore. V’Ouverture pathétique è di molto superiore a quella N. 5 (in Mi minore}, che ebbi campo d’udire a Berlino diretta da Nikisch. Lo scherzo ed il serio in questa creazione sinfonica sono patetici. Ebbe buonissimo successo. Il concerto di Schütt, distintissimo compositore e pianista, è ben poco interessante; ma fu suonato alla perfezione dal compositore. Altrettanto bene fu eseguita dall’orchestra la Sinfonia di Haydn, una vera gioia per gli orecchi! Il V Concerto filarmonico ei ha dato: W. A. Mozart Sinfonia in Re maggiore. Riccardo Strauss Tilt Eulenspiegel, nuovissimo. Mendelssohn Ouverture die Hebriden. Bruckner Sinfonia Romantica, N. 4. — Nuovissima. La Sinfonia di Mozart scritta nel 1786 ebbe a Praga nel 1787 enorme successo e lo ha ancora oggi. Eulenspiegel era un gran chiassone, pieno di versi e di idee bizzarre nato circa nel 1300, che girava il mondo canzonando il prossimo. Fu in Polonia ed a Roma lungo tempo. Etimologicamente proviene da lui la parola francese espiègle ed esiste anche una stampa antica di Lucas von Leyden di Till Eulenspiegel con la scritta: L’espiègle. Questo scorcio di storia per far comprendere soltanto, perchè la musica infernalmente pazza di Strauss abbia sino ad un certo punto ragione di esistere. Mendelssohn Hebriden è troppo conosciuta perchè occorra parlarne. La Sinfonia di Bruckner è una delle sue migliori composizioni, che ha, sfortunatamente, come tutti i lavori di questo genio musicale, il difetto d’interminabili lungaggini. La Società degli amici della musica ei fece sentire nel suo II Concerto: I. Ph. Rameau Ouverture di Nais per coro ed orchestra (concertata da Motte). I Brahms 2 Cori con accompagnamento d’arpa e corno. 2 Cori misti a capella. Herbeck Momenti danzanti. Bruckner Te Deum per soli, coro, orchestra ed organo. Il Ouverture di Naïs, sebbene un po’ passata di moda, ebbe esito abbastanza soddisfacente. I cori di Brahms, bellissimi, furono stuonati a più non posso da solisti, dai cori e dai corni. I Momenti danzanti di Herbeck furono suonati senza verve e senza spirito, e non fu che il Te Deum di Bruckner, che salvò il concerto, benché diretto poco bene dal von Perger, il nuovo direttore I filarmonici poi dettero un concerto straordinario per il fondo pensioni dell’orchestra dell’Opera diretto tutto da Siegfried Wagner, che costituì il clou della stagione. Si dette: Beethoven Sinfonia in Fa minore, N. 8. Liszt Mefisto- Valse. R. Wagner Idillio di Siegfried. Ouverture del Vascello fantasma. È incontestabile ehe il giovane Wagner, che i Romani ebbero già occasione d’udire quale direttore d’orchestra, ha un gran talento musicale; come pure incontestabile è che tutta la grande coterie wagneriana viennese si era data rendez-vous nella sala del Conservatorio. Essi conservano e vogliono riportare sul figlio l’adorazione, che avevano per il grande genitore. Non è difficile dirigere un’orchestra come la nostra, quando è abituata, da anni a ubbidire alla magica bacchetta di Richter; epperò ebbe un successo anche personale col dirigere il Valzer di Liszt e ^ouverture del Vascello Fantasma. È indubitato che ha talento e che sapra farsi strada,, quale direttore d’orchestra. Già sin d’ora lo preferisco a molti suoi colleglli, che hanno nome usurpato, come ebbi campo d’osservare in Germania negl’ultimi mesi. Nota particolare: dirige con la mano sinistra. Nell’infinita quantità di concerti, che giornalmente o seralmente hanno luogo, non posso che parlare dei più salienti ed in primo luogo dei diversi Quartetti: Rosé, Hellmesberger, Fitzner e de! Quartetto Boemo. Ognuno di questi si dà grande premura di far udire nuovi artisti e nuove composizioni. _.... Nell’ultimo dei Rosé suonò la Aus der Ohe, pianista distintissima ed ebbe un meritato successo; essa possiede forza ed agilità non comune. La Lillian Henschel ei fece udire le romanze le più svariate del repertorio francese, tedesco ed inglese cantate tutte con una voce graziosissima ed una scuola perfetta. Essa, la seguace della Barbi nella simpatia del pubblico, ebbe per accompagnatore il marito, distintissimo cantante e compositore di gran vaglia. A giorni nel Quartetto Rosé suonerà Ernesto Consolo, che poi dara. un concerto tutto suo; poi avremo Thomson, la Nikita, 1 fratelli Thern e moltissimi altri.
L’Evangelimann, opera in tre atti, parole e musica di Kienzl. Il seguace di Wagner, che ebbe il coraggio dopo aver sostenuto che Schumann era un gran musico e fu per quell’infamia bandito dal Wahnfried, il ritrovo e la casa del Dio di Bayreuth, di scrivere sulla porta: Schumann è e sarà sempre un gran musico, non ha dimenticato però mai nelle sue composizioni il grande maestro; e così incominciò a scrivere un’opera che non era formata che da un pot-pourri di note wagneriane. Nel secondo suo grande lavoro egli ebbe la fortuna di prendere un buonissimo soggetto, che adattato a un buon libretto con musica discreta, ebbe anche maggior successo L’Evangelimann, tradotto vuol dire f Uomo del Vangelo}. Costoro erano mendicanti che, invece di stendere la mano sulla strada, giravano (e ciò sino a pochi anni fa) nelle corti delle case di Vienna, cantando e commentando il Vangelo; la gente pia faceva loro la carità. Uno di questi è il protagonista dell’opera. Il protagonista dell’opera era stato scrivano in un convento e suo fratello era il maestro della scuola. Tutti e due erano invaghiti della figlia del Giustiziere, che preferiva però il povero scrivano. Il maestro, quando di ciò ebbe certezza, una sera, mentre lo scrivano scacciato dal convento per colpa del fratello, giurava eterno amore abbracciato alla ragazza, appiccò il fuoco alla scuola. Il popolino vedendo fuggire lo scrivano lo ferma. I giudici credendo sia stato un suo atto di vendetta,, perchè scacciato, lo arrestano e lo condannano a vent’anni di carcere duro. La povera ragazza disperata si annega nel Danubio. Uscito dal carcere,, invecchiato, triste, assiderato, il povero scrivano va cercando ovunque lavoro senza poterlo trovare; finalmente, per disperazione, si fa Evangelimann. Gira nelle corti di Vienna cantando il Vangelo. In una di queste riconosce ed è riconosciuto dall’antica compagna della sua amata Marta; r e, mentre predica il Vangelo (nella casa stessa abita il fratello), il maestrodirettore fa pregare il povero Evangelimann di salire nella sua stanza, dove sta in agonia. Soffre i più terribili rimorsi di coscienza e cerca una persona alla quale possa confessarsi. La voce del mendicante produce un effetto magico sul ricco signore, ed egli confessa il suo delitto al fratello inorridito, che lo riconosce ed al quale si fa conoscere. L’Evangelimann gli perdona, gli dà l’assoluzione del terribile peccato e l’altro r muore tranquillo. Naturalmente la seconda parte, che si svolge nella stanza del moribondo, è di grandissimo effetto scenico. Della musica è meglio non parlarne affatto, essendo anche questa di poca importanza. Il Kienzl ha fatto di un tal pot-pourri di Wagner, di Lortzing e di altri compositori e, nel secondo atto persino di Strauss, che davvero riesce ben difficile dire un giudizio sereno su questa composiv zione, che è nulla più del mediocre. Degli esecutori e cantanti il primissimo fra i primi fu il Van Dyk. Egli è artista drammatico eccellente e seppe, con quel poco che c’è da cantare, 78 —