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Avere orecchio, a mio avviso, non ha nulla a fare col quesito intorno alla percezione auditiva, se sia cioè fenomeno psichico o fenomeno fisiologico. L’avere orecchio dipende da una causa principale: da una naturale e delicatissima predisposizione o attitudine, educata e abituata mediante una speciale coltura, a rilevare certe dissonanze, certi contrasti, certe contraddizioni, le quali noi distinguiamo subito, appunto perchè il nostro organo auditivo è stato istruito a percepire i suoni in quella data maniera. Qui l’egregio abbonato potrà credere di cogliermi in fallo e ammonirmi che il mio ragionamento avvalora la tesi, che la percezione auditiva musicale è fenomeno psichico, cioè rimembranza. Ma io gli risponderò che la mia contraddizione è solo apparente, perchè in realtà l’efFetto dell’avere orecchio, cioè l’afferrare, il sentire subito una stonatura, una dissonanza, è molto più probabilmente una sensazione, cioè la conseguenza della somma delicatezza dell’organo auditivo. In ogni peggiore ipotesi è in pari tempo fenomeno fisico e psichico. A questo punto, egregio signor direttore, io, come il marchese Colombi, provo meraviglia... di me stesso e di questo mio sfoggio di scienza... non so se fisiologica o psicologica. E dubitando di essere anch’io vittima incosciente di qualche fenomeno, e non volendo mi si dica che la natura mi ha dotato di un grande orecchio — la quale malignità mi addolorerebbe assai — la ringrazio della ospitalità cortese, della quale ho profittato... e abusato solamente per mettere in chiaro una questione, la quale, così come fu presentata, non pare a me esposta ne’ suoi veri termini. Del resto, se mi sono sbagliato, dirò anch’io come Renzo Tramaglino a Don Abbondio: Scusi, posso avere fallato! Di Lei devotissimo Carlo Arner. BIBLIOGRAFIA Almanacco musicale giornaliero (Americano) storico, cronologico, biografico, aneddotico, umoristico, servibile dall’anno bisestile 1896 all’anno 1900, compilato per cura di Giuseppe Albinati. — Milano, Ricordi. Bv uesto Almanacco, edito con la cura che la Casa Ricordi dedica a 3 tutte le pubblicazioni che escono dal suo Stabilimento, si discosta assai dall’usuale monotonia, e move la curiosità e ridesta l’interessamento in modo davvero singolare, come accade delle cose nuove o che offrono il pregio della novità per la speciale natura del loro concepimento. Da molto tempo sono in voga gli Almanacchi, che allievano l’aridità delle loro indicazioni mediante il vieto espediente dei dati cronologici, dei proverbi, dei sonetti, dei rispetti o d’altre composizioncelle in prosa ed in versi o, financo, dei ricettari gastronomici a stimolo della gola, ma ben pochi si curano di tali saggi letterari ripetuti a sazietà d’anno in anno. Diversi intendimenti furono guida alla compilazione dell’Almanacco musicale. Esso è dovuto alle cure dell’ottimo quanto coscienzioso e modesto, signor Giuseppe Albinati, che v’attese coll’evidente proposito d’istruire e particolarmente di ricreare chi, giorno per giorno, sfoglia la copiosa raccolta coll’aspettativa della grata sorpresa. Infatti, sopra ogni foglietto recante la inesorabile fuga del tempo, il compilatore ha radunato a profusione i titoli di importanti pubblicazioni musicali, cenni biografici, aneddoti piacevoli, dialoghetti briosi, massime e motti ed infine ragguagli interessanti, per lo più ignoti, i quali allettano ed acquistano importanza perchè si riferiscono a uomini o ad avvenimenti che richiamarono sempre l’attenzione del mondo. L’Almanacco è combinato in guisa da poter servire per cinque anni, e questa è certamente una circostanza che compensa largamente la spesa quantunque tenue in confronto alla mole ed all’utilità del lavoro. Ad ogni mese sonvi pezzi staccati di musica (romanze, ballabili), espressamente composti dai maestri: Burgmein, Carignani, Cornago, Coronaro, Fioridia, Frugatta, Giovannini, Luporini, Maggi, Mariani, Quaranta, Vanzo, e così volle l’Albinati aggiungere al suo Almanacco anche le attrattive dell’Arte (1). Parva Cetra. — Poemetto idilliaco -per musica in un prologo e tre canti di Gaetano Crespi, con prefazione del prof. Lodovico Corio. — Milano, Marchi. ’ Al poemetto del signor Gaetano Crespi è premesso un ottimo scritto del signor prof. Lodovico Corio, che ne tratta diffusamente e con larga copia di giudizi, i quali addimostrano uno studio attento ed appassionato; laonde una seconda critica giungerebbe inopportuna non solo, ma difficilmente potrebbe vantare l’efficacia della prima. Io pertanto mi limito a parlare della Parva cetra unicamente per invogliare i lettori della Gazzetta a volgere la loro attenzione al lavoro del Crespi, nonché alla prefazione del Corio, la quale, molto acconciamente varrà a chiarir loro gl’intendimenti lodevolissimi dell’autore e le doti sue come poeta, come artista ed anche come innovatore (se vuoisi), poiché realmente l’idea manifestata, oggi puossi considerare quale vera innovazione volta ad ingentilire, dirò così, il costume imperante del gravoso arrovellamento che in fatto di musica viene quasi imposto a guisa di precetto inoppugnabile. Col suo lirico concepimento il Crespi manifesta il proposito di intror durre nelle odierne orchestre il quartetto di liuto, mandola, mandolino e chitarra, istrumenti questi che riconducono la mente ai bei tempi antichi evocando mille soavi ricordi e casi pietosi di armi e di amori, i quali, ad onta del lungo tempo trascorso, formano tuttavia la prima e più valida seduzione delle creazioni liriche e melodrammatiche che muovono gli affetti e colpiscono la fantasia dei più. E per verità, il poeta ha trovato un argomento che risponde adeguatamente allo scopo prefissosi, come quello? che soddisfa a tutte le esigenze dell’accennato quartetto, il quale appare senza alcun dubbio, atto alla manifestazione dei sentimenti delicati, delle passioni gentili e di quelle espansioni dell’animo che non s’affidano agli accenti clamorosi od alle espressioni fortemente drammatiche. Con molto accorgimento egli ha voluto indicare i luoghi del poemetto che per la loro indole speciale meglio si adattano all’uso del quartetto, ed ha così agevolato l’opera di quel compositore che, stimolato dalla novità del lavoro, dalla vaghezza dell’argomento e del proprio estro, volesse tentare la prova. Dunque l’idea nuova c’è, e c’è pure il poemetto destinato a darle vita duratura; ora auguriamoci che non tardi a presentarsi un musicista il quale, rispondendo al lusinghiero invito del Crespi, voglia avventurarsi al cimento e sappia uscire con onore dalla, diciamolo pure, non facile impresa. Eugenio de’ Guarinoni. (1) Di questo Almanacco si sono occupati con parole lusinghiere anche i seguenti periodici: Il Trovatore, Il Mondo artistico, La Lombardia, Il Commercio, La Lega Lombarda, La Ga^^etta Teatrale Italiana, La Sera, Il Comune, giornale di Padova, Il Corriere dell’Adda di Lodi, La Link di Palermo, L’Unione Liberale di Terni, La Gaietta Provinciale di Bergamo,. L’Elettore di Asti, Il Corriere di Novara, Il Rigoletto di Napoli, Die ‘Deutsche Sonntags-Post di Berlino, ecc. 72