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Gazzetta Musicale di Milano |
potesse dar luogo a far conoscere il nome del concorrente, sarà causa che il manoscritto venga messo fuori concorso. 3.0 Soltanto la busta portante l’epigrafe del pezzo premiato verrà aperta: qualora risultasse che l’autore non è italiano, non si pubblicherà il risultato del giudizio. 4.0 Le composizioni non premiate dovranno ritirarsi a cura e spesa dei concorrenti: la restituzione sarà fatta dietro presentazione della ricevuta, di cui all’art. i.°, e la persona che eseguirà il ritiro rilascierà ricevuta in proprio nome. Non si risponde della conservazione di quei manoscritti che non venissero ritirati entro 30 giorni dalla pubblicazione del risultato del concorso. 5.0 La composizione premiata rimane di piena ed esclusiva proprietà della ditta G. Ricordi & C., e sarà pubblicata nella Biblioteca dei Corpi di Musica Civili e Militari. 6° L’Ouverture non deve avere la forma classica delle Sinfonie in quattro tempi; all’infuori di tale eccezione, è lasciata piena libertà di forma ai concorrenti; però la durata sarà non minore di 7 minuti e non maggiore di io. — L’Ouverture dovrà essere istrumentata per un Corpo di musica completo, preferibilmente senza istrumenti speciali; qualora questi fossero compresi nella partitura, l’autore dovrà fare in modo che possano venire anche sostituiti con istrumenti comuni più in uso, segnandoli perciò in apposito rigo. li Ouverture potrà anche essere caratteristica ed avere per tema un dato soggetto. 7.0 Il premio sarà di Lire 300.
Milano, i.° marzo 1889.
G. RICORDI & C.
CORRISPONDENZE
NAPOLI, 22 Aprile.
Tannhäuser al S. Carlo. Prima rappresentazione: pentimento: promesse. — Concerti: Stabat del Rossini; del maestro Bellini. — Le Sette parole del Morgigni. — Un concerto corale del maestro Lombardi.
Avrei desiderato questa volta non parlarvi d’altro che del Tannhäuser, riserbando alla corrispondenza il resoconto della serata; se mi si fosse concesso, avrei invaso qualche altra pagina del giornale, per trattar dell’opera d’arte. Per mala sorte, debbo rimettere a più tardi il soddisfacimento dell’uno e dell’altro desiderio.
Tuttavia, per debito di cronista, ho a dire che la sera di sabato, prima rappresentazione del Tannhauser, la musica non sempre fu ascoltata con quell’attenzione che si doveva, causa qualche deficienza nell’esecuzione parziale. La stupenda sinfonia fu bissata; la dolce melodia della canzone del pastore, che è in mirabile antitesi col canto grave e triste de’ pellegrini, si era fatta strada nell’animo di tutti; le frasi larghe e drammatiche e sommamente appassionate di Venere; tutte le frasi di Volframo erano calorosamente applaudite; tutto il primo atto faceva antivedere un successo felicissimo.
Se non che, al secondo atto, dopo che l’aria di Elisabetta era entrata nelle grazie di tutti, e il duetto fra Elisabetta e Tannhauser aveva lasciato una forte impressione, e della gran marcia si era voluto il bis, tanto potentemente aveva scosso, nel certame poetico de’ bardi, per un’imprudenza vocale dell’interprete della parte di Biterolf, si udì un urlo, che fece andare a male tutto il resto, perchè il grandioso concertato finale, al quale si è sottratta la frase più drammatica, non fu dato di ascoltarlo convenientemente.
Nel terzo atto si applaudì con entusiasmo la romanza di Volframo, il resto fu ascoltato con grande interesse, ma alla fine quella scarsa parte di pubblico che aveva tentato di far baccano, prendendo a pretesto le note false d’un comprimario, a cui non si sarebbe dovuto affidare la parte di Biterolf, si volle nuovamente imporre alla maggioranza.
Ecco quello che è avvenuto alla prima rappresentazione; iersera però le cose son mutate in gran parte, e anche i turbolenti fecero senno, e credo finiranno col pentirsi dello sfregio fatto a sè stessi, non dirò al Tannhäuser, come si pentirono nelle ultime rappresentazioni dell’oltraggio fatto al Guglielmo Tell. Avea pur troppo ragione il Rossini: manca il pubblico oggi!
A far gustare il Tannhäuser sarebbe occorsa un’esecuzione uguale a quella del Kaschmann in tutto e per tutto. E qui abbiamo un altro raffronto tra il Tannhäuser ed il Guglielmo Tell; questo si faceva intendere solamente per bocca del Tamagno, quello riusciva accetto, poetico, drammatico ogni qualvolta cantava il Kaschmann. Per disgrazia la Gabbi ed il Marconi non disponevano di tutta la loro voce, e qua e là accennavano al canto più che cantare. Se non che, siccome ho fede che l’esecuzione potrà migliorare, così rimetto ad altra volta il tener conto di tutti gli interpreti. Quello che, al certo, non potrà migliorare, è la meschina messa in iscena. L’Impresa accettò proprio a malincuore il Guglielmo Tell ed il Tannhäuser! Non vo’ credere che incoraggi essa a far baccano quei tumultuanti, che vorrebbero il solo ballo, e per melodramma una serie di canzoni popolari. — Ma non più melanconie; il risveglio verrà, e il trionfo sarà certo.
Ai concerti adesso: nella sala dell’Hôtel Nobile un pubblico numerosissimo sentì tutta la potenza della musica dello Stabat rossiniano. Degli esecutori principali furono pari all’alto compito il Durot, la signorina Ruo, la D’Angeli; il Sillich e la Gabbi dovettero, come i loro compagni, ripetere i loro pezzi. Non parmi per altro che l'Inflammatus sia perfettamente adatto alla voce della Gabbi.
Vi fu nell’esecuzione una breve digressione dall’entusiasmo: per un’indisposizione, l’egregio tenore Panzetta non fe’pregiare il quartetto Quando corpus. Le masse corali raggiunsero un’alta nota d’arte; l’orchestra fu rigorosa interprete delle gemme onde sono ricchi i disegni strumentali dello Stabat. Il maestro Calassi, il direttore, ha diritto ai maggiori elogi; in pochi giorni ha saputo trasfondere in tutti gli esecutori tutto il suo zelo, tutta la sua intelligenza.
Al Sannazzaro poi, a richiesta di molti amatori, si è nuovamente eseguito lo Stabat del giovine maestro Bellini. La musica, appassionata, elegante, di bella fattura, piacque come sempre. L’esecuzione, diretta dal maestro Niccoli, fu scrupolosa e lodevolissima: i cantanti, quasi tutti allievi deli’egregio Bellini, hanno dato prova di valore promettentissimo: segnalo fra tutti e per tutti il tenore Pèrcopo.
Fra gli altri interpreti devono ricordarsi il maestro De Vivo, il maestro Siragusa, che sedevano al pianoforte ed all’harmonium, il violoncellista Bello e l’arpista Albano.
Anche quest’anno, e con gran favore, è stata accolta e bene eseguita l’eccellente musica del maestro Morgigni sulle Sette parole.
A beneficio delle orfane di Casamicciola, il maestro Lombardi darà domani un gran concerto corale; vi prenderanno parte la Gabbi, la Serrao, il Durot. Si eseguiranno dalla massa corale del S. Carlo: la Carità del Roberti; due pezzi del Cherubini: Pie Jesu e Sanctus; un Coro-Barcarola del Lombardi; il coro dei Pellegrini del Tannhäuser; la Tirolese del Guglielmo Tell e la Vergine di Sunam del nostro direttore, a richiesta di quanti l’ascoltarono già. — Acuto.
VENEZIA, 18 Aprile (ritardata).
Concerto di musica sacra al Liceo Benedetto Marcello.
Inaugurazione dell’organo regalato dal barone Alberto Franchetti — Varie.
Ieri al Liceo Benedetto Marcello vi fu il solito annuale concerto di musica sacra: però quest’anno i soci non furono invitati ad udire lavori di lena, quali: Gallia, Redenzione, Sette Parole, ecc., ecc.; ma un programmino di musica sacra di varia indole e di vari autori. Si eseguirono: il Mottetto a quattro voci (coro) O vos omnes, del Vittoria; un’Ave Maria, Mottetto a quattro voci (coro) con accompa-