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Di questi di, gran da fare per la nomina del nuovo direttore della Monnaie, signor Verdhurt-Fétis. I signori Stoumon e Calabresi lasciano infatti, il prossimo inverno, l’impresa del nostro massimo teatro dopo un regno glorioso e fruttuoso di ben dieci anni. La causa di questa abdicazione sta nella diminuzione del sussidio accordato dalla città, combinata coll’aumento delle spese imposte dal contratto d’appalto. Per l’avvenire il sussidio sarà di 200,000 franchi per otto mesi d’impresa teatrale, compresivi i 100,000 franchi dati da S. M. il Re. D’altra parte il nuovo contratto fissa un minimum d’emolumenti pei professori d’orchestra, e stipula un aumento del corpo di ballo. Quest’ultima clausola è stata criticata non senza motivo. Gli è vero che i balli si sono fatti del tutto insignificanti alla Monnaie — ma basterebbe provvedere a qualche buona e seria scrittura per rimediare alle cose; e poi trattandosi della prima scena lirica di un paese, non deve aver la precedenza la questione delle voci su quella delle gambe? A tal uopo, non vediamo nulla. E da quattro anni però — cioè da quando la signora Marta Duvivier lasciò il posto delle Stolz per quello delle Falcon — siamo stati senza mezzo-soprano da grande opera. Donde le vacuità, le lacune nel repertorio di parecchie stagioni teatrali. Non s’è più udito il Trovatore, il Ballo in maschera, VAida, e sarebbe impossibile — nel presente stato di cose — porre in iscena la Gioconda a cagione della mancanza d’una cantante capace di sostenere la bella parte di Laura. Dal canto loro, e sempre per la causa stessa, i wagneriani si lagnano che non si riprende affatto il Lohengrin, nè il Tannhàuser. Un gran numero di frequentatori avrebbero votato pel signor Campo-Casso, che è stato direttore del teatro della Monnaie nel 1874 e 1875 e che lascia dei buoni ricordi. Tale è pure stata l’opinione degli échevins, ma il Consiglio Comunale, che doveva pronunciarsi per ultimo, ha nominato il signor VerdhurtFétis. Questi, di appena 40 anni all’incirca, è semplice professore di canto; bisognerà vederlo all’opera per giudicare delle sue attitudini a dirigere una scena lirica importante. Intanto si fanno discussioni e perfino questioni fra gl’intervalli degli atti. Due partiti si formano e si fa di tutto per attrarre sotto l’una o l’altra bandiera chiunque eserciti influenza nel mondo musicale. Questo sovreccitamento è stato accresciuto dall’arrivo a Brusselle dei signori Ritt e Gailhard, direttori dell’Opéra di Parigi. Vengono a portarci via la Caron! — si è gridato — ei vogliono privare della nostra stella! In parecchie riprese è stata annunciata la scrittura di quell’artista; poi, il domani, la notizia veniva smentita. Tutto questo pettegolezzo è puerile e nuoce alla buona causa artistica anziché servirla. Lo spazio mi vien meno per dirvi dei? Étudiant pauvre di Millœker — datosi testé all’Alcazar. È difficile rimettere il pubblico su di un cammino ch’egli da lunga pezza aveva dimenticato — ed è proprio al caso di questo disgraziato teatro. Invano si muta il nome, si cambia invano il direttore, a nulla serve rifare l’affisso teatrale! C’è la iettatura. Sperasi tuttavia che lo Studente povero, co’ suoi graziosi tempi e movimenti di valzer e l’insieme ben fatto e piacevole, gli varrà giorni migliori e degli incassi un po’ più soddisfacenti. — P. Z. MALTA, 19 Gennaio. Lucia — Don Pasquale alle prove — Concerto. o da darvi una buona notizia. La Lucia, andata in scena giovedì scorso (15), ebbe un lietissimo successo per parte’della protagonista, signorina Clelia Mazzoni. Questa simpatica giovinetta, appena ventenne, ha il pregio essenzialissimo per una cantante: la voce. Ella possiede un organo vocale così pieghevole da poter superare qualsiasi difficoltà, e di un timbro eminentemente simpatico e dolce. Alla scena del delirio ed al rondò — dove innesta una cadenza, un poco lunga, se vogliamo, ma che fa a gara col flauto per difficoltà toccando il re b. sopracuto — il pubblico l’accoglie seralmente con una salva di applausi davvero spontanei. La signorina Mazzoni non ha solamente il dono della voce, è dotata altresì di un talento artistico non comune, ed è grandemente desiderabile che quella gentile fanciulla si metta a studiare con qualche rinomato maestro le severe discipline dell’arte, facendo per tal modo scomparire quei difettucci di cui, esordiente appena, non va immune. Il tenore Migliori, come io l’avea preveduto, in quest’opera è piaciuto più che nel Trovatore, specialmente nei cantabili. È stato un po’ deboluccio nella maledizione. Anche il basso D’Ottavi è piaciuto più in quest’opera; ma essendo la-sua parte di lieve risalto, converrà aspettare un’occasione più propizia, di un’opera in cui emerga maggiormente, per potervi dare un giudizio su di lui. Il baritono Sella — vecchia conoscenza della stagione passata — ha confermato anche quest’anno l’opinione che già si avea di lui. È un giovine e simpatico artista, che canta bene, con impegno ed interesse, la propria parte. E alle prove il Don Pasquale, e forse andrà in scena giovedì prossimo. Debutterà in quest’opera il buffo Firmino Migliata. Vi prenderanno parte anche la Mazzoni, il Sella ed il tenore D’Enrici. La sera del 9, ebbe luogo un concerto dato dal signor Lambiase. Non capisco come certuni, per l’idea di guadagnare un po’ di denaro, si permettano di dare concerti, che in Italia verrebbero addirittura lapidati. In quello del signor Lambiase, per esempio, si è fatto della musica da mettere in fuga anche i sordi. Così il Lambiase non è solo stato ferito nel suo amor proprio artistico, ma ha avuto anche la sfortuna di non intascare molti quattrini, laddove sperava d’assai meglio. Quando si sedette al pianoforte, non c’eran più nella sala che una sessantina di persone! — Do Diesis. Per abbondanza di materia, rimandiamo al prossimo numero le corrispondenze da Verona, Ginevra e Pietroburgo. T e a tri PALERMO. — Al Bellini, la prima degli Ugonotti fu un trionfo artistico. Lo spettacolo riuscitissimo ridonda a gran lode degli artisti che vi disimpegnarono la loro parte con vero calore d’arte. Molti applausi toccarono al Nouvelli, al Ciampi-Cellaj, all’Ercolani, al Mirabella — ed alle signore Amalia Fossa e Cecilia Ritter. Quest’ultima artista, che per la prima volta canta negli Ugonotti, nella parte di Regina, ha conquistato il pubblico per le sue doti artistiche, e per la voce bellissima, agile e pieghevole, che sa modulare con fine sentimento e scrupolosa esattezza. Alla fine del secondo atto ebbe, insieme agli altri artisti, due clamorose chiamate. RAGUSA. — Riuscitissimo vi è lo spettacolo del Trovatore, che attira molta folla. Fra gli artisti più applauditi si cita la signorina Francesca Barri, valente Leonora, dotata di ampia e bella voce e di molto ingegno drammatico. CONCORSI ★ La Società Filarmonica di Latisana (Provincia di Udine) ha aperto il concorso per un Maestro istruttore di musica ed organista nella Chiesa parrocchiale. Domandasi capacità per suonare l’organo, il violino, e conoscenza delle regole d’armonia, ed istrumentazione per orchestra e banda. Stipendio, annue L. 1400. — Tempo utile pel concorso, a tutto febbraio 1885. Parigi. — Felix Clément, compositore e scrittore musicale. Due mesi or sono pubblicò una voluminosa Histoire de la musique — illustrata. Si era specialmente dedicato alla musica sacra. Ha lasciato una quantità di scritti pregevoli. Aveva 63 anni. Quattro fra gli abbonati che invieranno l’esatta spiegazione, estratti a sorte, avranno cadauno in dono musica da scegliersi fra tutte le Edizioni Ricordi, per un importo non eccedente il prezzo marcato di lordi Fr. 4, o netti Fr. 2. Nell’inviare la soluzione si deve in pari tempo indicare qual’è la musica che si desidera in dono; senza di che non si terrà conto della soluzione inviata. SPIEGAZIONE DELLA SCIARADA DEL N. 3: Rossini. Mandò la spiegazione esatta Ernestina Benda, alla quale spetta il premio.. Milano — DITTA GIACOMO AGNELLI — Milano UTILISSIMA PUBBLICAZIONE OVVERO DIARIO STORICO CRITICO DEGLI ITALIANI ILLUSTRI per lettere, scienze, arti, virtù morali, civili e militari COMPILATO DA GIUSEPPE ROBERTI. Bellissimo volume in-16 di circa pag. poo: L. 6 — legato ber Strenna: L. 7. Opera che bastava a dar materia a tre grossi volumi, ma per comodo degli studiosi fu ristretta a un sol volume. Gli editori credettero di offrire agli educatori ed agli studenti, ed a tutti coloro che si dilettano di studi scientifici, letterari ed artistici, un Manuale di critica e di dottrina non comune che mancava all’Italia, nè per diligenza scrupolosa di ricerche, nè per squisitezza e copia di erudizione è da paragonare con altre opere di simil genere. Fu poi scopo dell’autore dando colori poetici a’suoi concetti di ridestare nobili sentimenti così civili come religiosi, promuovere il culto delle lettere e delle arti, ravvivare la memoria d’illustri filosofi e di eminenti cittadini. È un’opera insomma che dovrebbe trovarsi in tutte le famiglie ove si professi amore all’istruzione, nonché nelle biblioteche popolari e nelle scuole, sul tavolo d’.ogni artista ed insegnante. Editore-Proprietario TITO DI GIO. RICORDI Oggioni Giuseppe, gerente. R. Stabilimento Ricordi.