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Società del Quartetto di Bologna CONCORSO 1884 per un Trio per Pianoforte, Violino e Violoncello a Commissione esaminatrice pel suddetto concorso, a norma del § 26 dello Statuto Sociale, si è riunita in seduta speciale nei giorni 17 e 18 corrente. Nella prima di dette alla Società in numero adunanze si verificarono i Trii presentati di tredici, distinti coi seguenti motti: 1. Io son contento a te dir ciò che le selve e i monti E i fiumi sanno, e gli uomini non sanno. Tasso (Aminia). 2. Pape Satan. Pape Satan aleppe. 3. Musica... Arte divina. 4. Amore e fede. 5. Si avveri sempre che in musica la dotta Bologna non è seconda a qualsiasi altra città italiana. 6. Non vai sapere a chi ha fortuna contro. 7. Arte e lavoro. 8. Arte e Amore. 9. Vadimonia fiunt. io. Bononia docet. 11. Chi dice amore dice melodia. 12. Among them but not of them. 13. Non dir quattro, se non l’hai nel sacco. Quindi, avendo i singoli membri della Commissione fatto esame delle suddette composizioni, dopo animata discussione sul merito dei lavori, fu stabilito di procedere alla votazione, con questo però che i quattro primi classificati, verrebbero, avanti di aggiudicare il premio, eseguiti nella successiva seduta alla presenza della Commissione. Conforme poi ai resultati della votazione, le opere dei concorrenti vennero classificate come segue: N. 9, 13, 1, 4, 12, 3, 2, 8, io, 11, 5, 6 e 7. Nella seduta delli 18, dopo l’esecuzione dei quattro lavori prescelti, si procédé ad altra votazione, per il conferimento del premio, la quale diede il seguente risultato: Voti favorevoli — Contrari 9. Vadimonio fiunt 60.. io 13. Non dir quattro se non l’hai nel sacco. 51.. 19 4. Amore e fede 31 • • 3 9 1. Io son contento 30.. 40 venne perciò aggiudicato il premio al Trio N. 9, la menzione onorevole fu assegnata al 7Ho N. 13. Aperte le schede, si riconobbe essere autore: del Trio N. 9, Adolfo Crescentini di Bologna; del Trio N. 13, Giulio Ricordi di Milano. Bologna, addì 19 Gennaio 188$. LA COMMISSIONE Luigi Mancinelli, Piesidente. Alessandro Busi — Federico Parisini — Cesare Dall’Olio Gustavo Tofano — Francesco Serato — Federico Sarti. Per copia conforme Il Direttore L. Mancinelli. UN ARTISTA ITALIANO che onora l’Italia all’estero IAMO lieti di pubblicare la traduzione del seguente articolo, tratto da un giornale che si stampa a Londra, il Kentish Independent, e che concerne un nostro compositore, nato e vissuto parecchio tempo a Milano, e già noto favorevolmente in Italia per le opere del suo ingegno elettissimo. Esso è il maestro cav. Ladislao Zavertal, dimorante da qualche anno nel Regno Unito. Fu dapprima direttore d’una Società corale ed orchestrale in Glasgow; ed ora è maestro del Corpo di musica della Reale Artiglieria residente a Woolwich. Egli ottenne questo ultimo posto, vincendo il concorso per titoli ed esami contro 90 concorrenti. Le sue composizioni per pianoforte, canto, banda, orchestra e per teatro sono ormai diffuse e conosciutissime in Inghilterra. Due anni fa un suo melodramma rappresentato a Praga ebbe esito brillante. Noi mandiamo un saluto all’egregio maestro, orgogliosi ch’egli tenga alta la bandiera dell’arte italiana in un paese straniero. Ed ecco l’articolo: Importante composizione del cav. Zavertal. Il concerto settimanale dello scorso mercoledì (26 novembre 1884) al teatro dell’Artiglieria Reale fu specialmente rimarchevole per la produzione d’una nuova ed elaborata Sinfonia composta dal distinto maestro della Banda dell’Artiglieria Reale ed eseguita per la prima volta in pubblico dalla Banda stessa sotto la sua direzione. Essa è, crediamo, l’opera più importante che il maestro abbia finora prodotto; e contribuirà, più dei molti altri suoi lavori precedenti, ad accrescere la sua fama di compositore e a farlo annoverare fra i grandi maestri dell’arte musicale. L’uditorio era distinto più del consueto; poiché intervennero il commendatore Munster (ambasciatore germanico), altre persone di posizione cospicua, e i principali compositori ed esecutori di Londra: e l’opinione manifestata da tutti i competenti in materia d’arte fu una sola. La Sinfonia venne giudicata un pieno successo sotto tutti gli aspetti. A chi conosce l’originalità del maestro Zavertal, non è mestieri di dire che il suo lavoro è ricco d’invenzione, di effetti, di sorprese: basterà qualificarlo, in termini generali, una produzione di fattura e gusto squisitissimo, rivelante la sapienza e il genio d’un vero compositore. La Sinfonia è divisa in quattro parti — grave, andante, scherzo e finale — e dura circa mezz’ora. Ogni parte fu calorosamente applaudita e alla fine vi furono ripetute ovazioni; ma il maestro discese dal suo scanno di direttore facendo il solito inchino e rifiutò modestamente di ripresentarsi a ricevere gli onori che gli venivano così cordialmente tributati. Il concerto riuscì tutto eccellente, come sempre; ma il grande interesse destato da quella parte speciale del programma andò a scapito delle altre. Corrispondenze PAVIA, 19 Gennaio. L’Ebrea e Z’Alaimo di Lentini al Fraschini — Almanacco musicale Ricordi. Poesie per Musica FIOR DELL’ALPI Bicon che là sull’Alpi li han raccolti Questi piccoli fiori disseccati, Dicon che verso il mare eran rivolti Gemendo come tanti innamorati. Dicon che san persino la preghiera Che recitano sull’Alpi in ogni sera; Per questo, o mia fanciulla, ho preferito A un fiore profumato, uno avvizzito. (Proprietà letteraria). Angelo Bignotti. o aspettato a scrivervi per mettere, come si suol dire, due morti in un sacco. Morto N. 1: L’Ebrea che (parlo della protagonista) muore tutte le sere che canta, per risuscitare (parlo dell’opera) più vigorosa il giorno dopo. Morto N. 2: l’Alaimo di Lentini, opera nuova del dilettante dott. A. Bottagisio, nata sabato sera sulle scene del Fraschini dopo un parto laborioso e che costò all’autore un occhio della testa per spese di decotti (di vite per bagnare le ugole dei coristi e gli istrumenti a fiato e... ad arco dell’orchestra), di cataplasmi, di ostetrici, di comari e... compari, e morta iersera dopo un’agonia di 48 ore. Al telegramma speditovi sulla prima rappresentazione ddVEbrea ben poco per non dire nulla avrei da aggiungere. Fra gli artisti stanno sempre in prima linea la Herz (Rachele) e il Campello (Cardinal Brogni). La prima, se non possiede nel fisico le doti della celebre sua antenata, la sovranamente bella figlia di Labano, raduna in sè tante pregevoli qualità artistiche, sia pel corretto metodo, sia per la estensione e la limpidezza del canto, sia per l’appropriata azione scenica, che merita gli applausi, di cui non le è scarso il pubblico. Il Campello ha voce potente, che sa modulare bene e dà un’interpretazione giusta al personaggio da lui rappresentato. Chi è assolutamente fuori di careggiata nell’interpretazione della sua parte è il Parella (Eleazaro), al quale pare quasi d’impaccio il non comune corpo di voce. Degli altri artisti noto di passaggio la Cipriani (Principessa Eudosia), educata a buona scuola, ma che ha tutti i difetti delle esordienti. I coristi salgono e scendono come la rendita, solo che invece di rendere all’impresa, riscuotono dei quattrini, non potendo riscuotere applausi dal pubblico. L’orchestra farebbe di più, se potesse. E il nuovo direttore maestro Nevi, il nuovo capo della Banda Civica, dà prova di valentia e vigore; ma è lontano per ora dal farne miracoli. Bisogna aspettare a giudicarlo a nuovi ardui cimenti e con elementi più poderosi e meglio organizzati. 37 —