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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 391 Tre nuove rappresentazioni sono annunziate per domani e doman l’altro: Domani, ripresa del Rigoletlo agl’italiani con Capoul e T Albani; doman l’altro les Deuæ reines allo stesso teatro, con artisti drammatici e due cantanti, Lutz e ColonnSse. E doman l’altro due opere nuove all’Ateneo che aveva immensamente bisogno di cangiar cartello. H Alibi incominciava ad irritare i nervi del piccol numero di gente che si ostinava ad andarvi. La mia prossima lettera, dunque sarà un po’ meno sterile della presente. Ma la colpa non è mia; bensì dei direttori di teatro che fanno aspettare così a lungo la menoma novità. Bisogna che questo pubblico sia ben paziente per pagare, per via d’imposte e di tasse addizionali, la sovvenzione alle due grandi scene liriche, VOpéra e VOpéra-Comique, e tollerare che questi due teatri, precisamente perchè godono del privilegio d’aver una dote o sovvenzione assai considerevole, non diano quasi mai opere nuove. A quando a quando, i giornali, infastiditi di questa colpevole indifferenza, lo dicono assai chiaro; ma è come se parlassero a sordi. Nessuno ne tien conto; i direttori dei due teatri meno degli altri! Sono i Concerti che vanno a vele gonfie! Concerti popolari ove non si esegue per lo più che musica tedesca, Concerti del Grand Hôtel, ove si esegue un po’ di tutto, voglio dire di tutte le scuole, e Concerti del teatro da Châtelet, ove si assiste come ad una rappresentazione lirica. Ed in tutte e tre la calca è immensa, tutte le domeniche. Ed in una città ove la musica, foss’anco quella dei concerti, è tanto ricercata, si è cosi avari di opere nuove! Questi eccellenti amatori di musica si contenterebbero di avere dal l.° gennajo fino al 31 dicembre Robert le Diable, il Barbiere e la Dame Bianche. È ben il caso di ripetere: Trahit sua quemque voluplas! «A- jARimandiamo al prossimo numero i due Carteggi di Napoli e Londra, arrivatici in ritardo. ROMA. Nel Fanfulla di venerdì, leggiamo il seguente resoconto della prima rappresentazione, del Don Carlo ah’ApòlLo: «Il Pompiere, sbalordito dalle stuonature di ieri sera, riserba a domani il resoconto della prima rappresentazione di Don Carlo. «Io dirò intanto che l’Apollo era pieno zeppo di pubblico scelto e attentissimo. Le emozioni di questo pubblico si riassumono in poche parole: indulgenza verso la signora Pantaleoni e la signora Giovannoni, obbligate, contro la loro volontà, a parti che non stanno d’accordo con i loro mezzi; entusiasmo per Maurel, chiamato fuori più volte alla fine del 4.° atto; indignazione contro il maestro Terziani scoppiata spontaneamente e rumorosamente dopo le famose battute del terzo atto, che furono rovinate in modo da non riconoscerle più; e massima indignazione, contro la deputazione degli spettacoli, che pare non abbia altro ufficio fuor quello di godersi un palcd di proscenio, e che permette una «messa in scena» e una esecuzione come quella di ieri sera. «E con simili elementi artistici, che Impresa, Direzione teatrale e Municipio intendevano compiere il massacro dell’Aùùz// Ci piacerà sentire cosa diranno ora quei giornali che non risparmiarono ogni sorta di contumelie (tanto ridicole del resto, che non francò la spesa di rispondere) all’indirizzo dell’editore proprietario dello spartito. Così, pare, s’intende e si protegge l’arte a Roma! FIRENZE. Alla Pergola andò in scena la Norma colla Krauss, col tenore Pardini, colla Fernandez-Bentami e col basso Vecchi. L’esito non corrispose alle grandi aspettazioni. REGGIO (Calabria). Il Rigoletto fu occasione di vivi applausi alla signora Pierangeli ed al baritono Magnani. Bene anche gli altri. MODENA. Leggiamo nel Panaro del 19: Abbiamo presagito che il Barbiere avrebbe rialzate le sorti del Goldoni, e non c’ingannammo; giacché il pubblico corre a questa musica deliziosa e bene interpretata non solo dalla signora Flavis-Cencetti (Rosina) e dal sig. Trinci (D. Bartolo), ma anche dal sig. Giommi, che nella Chiara faceva una figura mediocre, e che ora fa egregiamente la parte di Figaro. RAVENNA. Al teatro Patulli la Norma procurò molti applausi e meritati alla signora Maglia: benino la signora Olivesi ed il tenore Messeri. TRIESTE. La nuova opera del maestro Apolloni Gustavo Wasa fu rappresentata per la prima volta il giorno 15 ed ebbe lietissimo successo. I migliori pezzi ed applauditi ogni sera sono il duetto della scena prima fra Edvige e Gustavo, il terzetto successivo con l’entrata d’Arnoldo e coro, l’aria d’Edvige nella scena terza; tutta la scena seconda del secondo atto fra Edvige e il finale dello stesso atto, applaudito con entusiasmo. Il terzo ed il quarto atto passarono nella prima sera un po’ freddi: nelle successive furono invece assai applauditi il finale del terzo atto ed il duetto fra Edvige e Cristiano nel quarto; il successo si fa sempre più bello. Gli esecutori sono: la signora Wiziak. il tenore Capponi, il basso Maini ed il baritono Pantaleoni: ottimi tutti. L’orchestra, diretta dal Cremaschi, fa bene il suo còmpito. NUOVA YORK. All’Accademia di Musica mercoledì sera la Favorita non poteva esser meglio tradotta dalla Lucca(Leonora).dappoiché con quel potente ed arcano magistero che colpisce la fantasia ed il cuore, essa fanatizzò nel capolavoro del quarto atto e specialmente nel duetto finale, addimostrandosi grande interprete delle sublimi ispirazioni di Donizetti. Ebbe fiori, chiamate e dovette ripetere molti pezzi. Il baritono Sparapani (Alfonso) si fece molto apprezzare, in modo speciale nella romanza A tanto amore, in cui si appalesò valente artista ed ottenne le più lusinghiere dimostrazioni. — Così V Eco à’ Italia. NOTIZIE ITALIANE — Milano. Nel numero d’ieri del Trovatore leggiamo una notizia che ei ha sorpresi ed indignati... e ei pare impossibile che si trovi un maestro italiano capace di simile bassezza - Ecco la notizia, e giudichi la gente onesta: Ci viene assicurato che un individuo, all’uopo di poter rappresentare VAida, il Guarany ed un’altra opera all’estero, in paesi dove non vige nessun trattato sulla proprietà letteraria, abbia incaricato un giovane maestro di istruméntare queste opere e così truffare i proprietari editori della musica e vituperare la musica stessa. Non sappiamo sin’ora chi sia codesto speculatore e nemmeno colui che presterà mano a siffatta furfanteria ed avrà l’impudenza di istrumentare un’opera come l’Aida. Ala lo sapremo e non taceremo. NOTIZIE ESTERE — Vienna. Il 2 Novembre ebbe luogo il primo concerto di Bulow;il successo del celebre pianista fu immenso; egli suonò composizioni di Bach, di Bramhs, di Mozart, di Raff e di Schubert. Il secondo concerto ebbe luogo il 7 e fu tutto consacrato a Chopin. — I lavori del Teatro al Prater sono sospesi per mancanza di fondi. — La società Mannergesang-Verein diede il 3 novembre un concerto in onore di Mendelssohn, eseguendo solo opere del gran maestro. — Lipsia. Il sesto concerto del Gewandhaus era consacrato a celebrare le nozze d’oro del Re e della Regina di Sassonia. Il canto nazionale God save thè King diede principio al trattenimento; la prima strofa fu cantata dai solisti, la seconda da una parte del coro, la terza dal coro intero con accompagnamento di piena orchestra; l’effetto fu grandioso, ed il pubblico vi rispose con applausi interminabili. — Manchester. Il signor Hall inaugurò il 31 ottobre la quindicesima annata dei suoi concerti popolari. La sua orchestra si compone di 80 esecutori, a capo dei quali è F. Strauss da Londra. FRANCESCO LUCCA Annunziamo con sincero dolore la morte di Francesco Lucca, editore di musica, proprietario e fondatore dello stabilimento che porta il suo nome. Era nato in Cremona sul principio del secolo, ed aveva atteso di buon’ora alle cose musicali, apprendendo l’arte dell’incisore nello Stabilimento Ricordi. Da così modesto principio trae origine la presente floridezza d’una delle più importanti case commerciali milanesi - ed è crediamo, il miglior elogio che si possa fare al defunto. Amò la sua arte, fu prodigo del suo per gli artisti e tenerissimo per la sua famiglia. Il generale compianto che ne accompagna la repentina morte, è la prova più grande delle doti del suo cuore. I funerali ebbero luogo con gran pompa ieri alle 10 antimeridiane. Il convoglio funebre partì dalla abitazione del defunto, si recò prima alla chiesa di S. Fedele e poi al cimitero maggiore; accompagnato da gran folla di amici e di cittadini. Fra quelli che accorsero a dare al defunto l’ultima e mesta testimonianza di stima, notiamo tutto il personale degli stabilimenti Lucca, Ricordi, Canti, Vismara, il sindaco Belinzaghi, l’assessore Labus, i professori del Conservatorio, gran numero di maestri compositori, di critici, di letterati e di giornalisti, la Direzione, l’impresa ed il Corpo coristico del teatro alla Scala, ecc. Tenevano i cordoni della bara i maestri Braga e Gomez, il signor Giuseppe Ricordi ed il signor Villani, tenore. I corpi di musica della Guardia Nazionale di Milano e dei Corpi Santi rendevano più solenne la tristezza del freddo e piovoso mattino e più commovente la mesta cerimonia. Fra i pezzi eseguiti dal corpo di musica della Guardia Nazionale, fece viva impressione una stupenda marcia funebre del maestro Ponchielli. A Giunti al cimitero maggiore, il signor avv. Mangili pronunciò alla bara ir seguente bellissimo discorso: «Francesco Lucca ebbe i natali in Cremona nel 1802, figlio dolcemente caro a tenerissimi genitori. Giovinetto apprese presso lo Stabilimento Ricordi l’arte dell’incisore: poi avido di progresso si recò all’estero, dove lavorando e studiando con febbrile attività, seppe far tesoro di quel perfezionamento ch’egli introdusse nella propria arte. I primi passi nella carriera commerciale furon per lui oltremodo difficili: ma egli seppe vincere ogni ostacolo colla tenacità dei propositi e frutto delle sue fatiche, fu uno stabilimento ch’egli innalzò a rinomanza mondiale.