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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 389 aria dell’ombra, e le fruttò quivi copiosissima messe di lusinghiere dimostrazioni. Minetti, applaudito al suo apparire sulla scena, non ebbe pezzo senza le più vive approvazioni e i plausi più insistenti, chè il pubblico trova sempre in lui un tipo ammirabile di verità scenica, di espressione melodrammatica, di gesto, d’azione, di portamento, nella figura, negli abiti, nelle pose per tratteggiare al vivo la persona di Correntino, rozzo pastore, avido di ricchezze imbevuto di superstizioni e di paure, religioso e bigotto, per trovare e possedere senza rischio il tesoro è disposto a grificare la vita d’una povera pazzerella. Il baritono Cuyas, visibilmente indisposto, non ha guari che sapo— tuto distinguersi nella sua grande aria di sortita, ma nel duetto con Correntino, nel terzetto del primo e in tutta la scena drammatica del secondo atto ha cominciato a piacere ed ha finito per destare la generale ammirazione nella romanza del terzo atto, da esso resa con ricchezza di mezzi, squisitezza di modi e toccantissima verità d’accento. Nelle parti secondarie la Bianchi ha avuto speciali encomi nell’aria del capraio e cogli altri qualche applauso nel quartettino. Egregiamente l’orchestra, quantunque malgrado le premure del Bertuzzi e del Bozzelli non sia completa mancandovi diverse seconde parti. Benissimo i Cori. Ricco il vestiario, discrete le tele, insufficienti i meccanismi. Veniamo ora al secondo piccione, il quale è per me raffigurato dal terzo gran Concerto di musica Classica sotto la direzione del maestro cav. Pedrotti: per tale trattenimento l’ampio recinto del teatro Vittorio alle ore due pom. di domenica 17 corrente rigurgitava di spettatori e forniva occasione solenne ai torinesi di pronunziare un’inappellabile sentenza. Ed ecco come e quale. Piaceva la Sinfonia di Bazzini intitolata Saul e premiata nel concorso aperto dalla Società del Quartetto di costi per provvedere di musicale introduzione la tragedia d’Alfieri portante lo stesso nome: piaceva, ripeto, nella prima parte, ma più ancora nella stretta di gagliardissimo effetto e molto atte ad esprimere il grido vittorioso del barbaro filisteo e lasciare nell’animo una severa impressione. Piaceva il preludio dell’opera inedita Rina dell’egregio maestro Franceschini, capo-musica della Guardia Nazionale, e coi più vivi festeggiamenti all’autore,se ne volle la replica. Piaceva il flautista cav. Beniamino, il quale con una Fantasia di Demersmann trovò modo di trarre più volte la gran massa degli ascoltanti a prepotente entusiasmo che il plauso più rumoroso non bastava ad esprimere. Piaceva l’intermezzo del Quartetto in la, op. 13 di Mendelssohn eseguito da tutti gli istrumenti d’arco e fruttava nuove ovazioni speciali ai valenti e diligentissimi interpreti. Piaceva ma che diavolo dico piaceva... dovrei dire destò fanatismo, fece delirare; ma già gli è inutile le parole non bastano a narrare il successo della Sinfonia della Semiramide, la quale pareva si sentisse per la prima vero non fosse mai stata eseguita tanto bene, lo che non è, che anzi alcune prime parti lasciarono molto rare. volta, 0Vper vero a deside18 Novembre. La Reginella al teatro Rossini. Vi scrivo dopo la 3.a rappresentazione della Reginella del maestro Braga, che ottenne sulle scene del teatro Rossini un felicissimo successo, ad onta che l’esecuzione, specialmente alla prima recita, lasciasse molto a desiderare; posso accertarvi che l’esito della prima sera non solo si mantenne, ma riesci più brillante essendosi intanto migliorata l’esecuzione e rimesso in salute il tenore Montanaro, la cui indisposizione aveva impedito di far gustare tutte le bellezze della parte affidatagli. Io vi confesso che la musica della Reginella mi piacque assai e mi fè provare delle care sensazioni, dovute specialmente alle bellezze melodiche, al canto puramente italiano, alla delicatezza dell’istrumentazione, all’ingegnoso lavorio degli istrumenti d’arco. Le mie sensazioni ebbi la compiacenza di veder divise da una grande maggioranza che, riconoscendo le incontrastabili bellezze dello spartito, ha applaudito e vivamente applaudito l’egregio maestro, il quale seppe elevarsi con quest’ultima sua opera sulla miriade dei compositori che raramente riescono a provocare un successo, o a conservarselo se acquistato per zelo di partito. I pezzi che furono giudicati i migliori e guadagnarono applausi e chiamate al maestro, furono la sinfonia, la ballata di Reginella, il duetto e terzetto successivi, e tutte le seconde parti del primo atto; il duetto fra baritono e soprano e tutta la scena finale del second’atto; il preludio, la romanza per tenore ed il terzetto finale del terzo atto. Alla seconda recita venne replicata la sinfonia e la romanza del tenore nel terzo atto; ed alla terza recita anche il preludio del terzo atto. Ciò vi prova che il favore del pubblico verso sì pregevole lavoro venne man mano crescendo, e se l’esecuzione fino dalla prima sera fosse stata almeno buona, il Braga sarebbe stato ben più di dodici volte chiamato al proscenio. Anche nelle due ultime recite l’egregio maestro venne chiamato parecchie volte all’onore del proscenio. All’Apollo, la compagnia Pietriboni continua a recitare alle panche, benché batta il tamburo qualche volta con produzioni che dà per nuovissime per Venezia, mentre furono recitate altre volte. La compagnia però è discreta e meriterebbe un maggior appoggio. La Violante, dramma di Vittorio Salmini, piacque per il verso e la forma, ma si sostenne per l’amore degli amici tanto personali che politici dell’autore, essendo in complesso una produzione di poco valore; infatti alla seconda recita il teatro era quasi vuoto.; Al Malibran, la compagnia di Mario Rossi fa miglior fortuna,’ ed un po’ colla commedia, un po’ col ballo e col canto, trova maniera di chiamar sempre molto concorso. Gli spettacoli del carnovale sono ancora in gestazione. Però si prevede che la nostra Venezia farà magra figura al cospetto delle altre città che avranno aperto il loro grande teatro.; GENOVA, 21 novembre. R appresentazione dell’Anna. Rosa del maestro Bignami — La Contessa d’Egmont — Zampa diferito — La Lucia di Lammermoor con Carrion — Ciniselli — Stenterello e l’Esposizione ligustica. L’annunciatovi ritardo àeW Anna Rosa non nocque alla sua felice rappresentazione, ed il maestro Bignami deve essere contento del modo con cui fu interpretato il suo lavoro dalle signore Spaak, Maresi e Stoika e dai nella sera del 16 corrente. Il teatro Paganini era zeppo, tutti giudicare il lavoro del giovane cieco, tendeva il verdetto del pubblico. e Brandini signori Karl erano accorsi che dal 1862 per udire e in poi atNoi non possiamo tener calcolo delle forme antiquate di quest’opera, appunto perchè scritta da 10 anni, e perciò facendoci più giovani di due lustri dobbiamo convenire che v’ha dell’ingegno, dello studio e dei pezzi di buona fattura. Di fronte alle ovazioni che i genovesi fecero al Bignami, che fu chiamato al proscenio ben 23 volte, ed aH’opinione della maggioranza, trovo inopportuno aggiungere altre parole, tranne per dire del ripetuto buon viso, e degli applausi che nelle due successive rappresentazioni ebbero il maestro e gli esecutori dell’Anna Rosa, fra cui non ultimi vanno rammentati e lodati i maestri concertatori Grimaldi, ed il direttore d’orchestra Corradi. Ora è allo studio la Giulietta e Romeo sotto la direzione dello stesso Marchetti che trovasi in Genova. Il ballo la Contessa