Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1872.djvu/371

GAZZETTA MUSICALE DI MILANO

  • Un ordine emanato a Londra dall’arcivescovo Manning esclude le voci

di donna dalle feste di tutte le chiese della sua diocesi. Al teatro di Covent-Garden di Londra si apprese giorni sono il fuoco, che fu spento in breve senza danni. ¥ Nella ventura primavera verrà inaugurato il nuovo Teatro di Norcia, (Umbria). In questi ultimi giorni nei teatri d’opera francese dèlia Francia, del Belgio e della Svizzera, si rappresentavano le seguenti opere di maestri italiani: la Figlia del Reggimento a Lille e a Lione; il Guglielmo Teli a Bordeaux e a Tolone; la Norma a Boulogne; la Lucia a Ginevra, a Tournai, in Anversa, a Perpignano, a Rouen, a Namur e a Brest; il Trovatore a Tolosa e in Algeri; il Barbiere a Lille, a Bruges e a Brest e il Don Pasquale a Tolosa. V- Colla 12.a dispensa si è compiuta testé la pubblicazione del primo volume del Dizionario Musicale, incominciato dal Barberi, proseguito dal cav. G. B. Beretta ed edito con splendore tipografico da Luigi Pirola di Milano. L’opera è così arrivata alla fine della lettera D. Avremo certo occasione di occuparci di proposito di questa pubblicazione; diciamo per ora che ei par fatta con molta diligenza. L’ultima dispensa contiene un dotto articolo sulla Poesia degli Ebrei. ROMA, 25 ottobre. (Ritardato) La Mignon al teatro Apollo. Ho aspettato la seconda rappresentazione della Mignon al teatro Apollo per rendervene conto, ed ecco la ragione per cui questa mia corrispondenza vi giungerà in ritardo. Ma, d’altro canto, apprezzerete come si conviene il desiderio, proprio di tutti gli animi buoni e mansueti, di dir più bene che male di uno spettacolo e degli artisti che vi prendono parte. Sventuratamente ora mi accorgo che avrei potuto scrivervi dopo la prima rappresentazione, giacché la seconda non ha mutato lo stato delle cose, anzi lo ha peggiorato. L’esito della Mignon si può dire un fiasco, non per la musica che piacque, ma per l’esecuzione troppo inferiore alle esigenze dello spartito e di un teatro primario quale vorrebbe e dovrebb’essere il nostro Apollo. Non vi parlerò a lungo dell’opera, perchè credo che ne abbiate già pubblicato il resoconto quando fu rappresentata l’anno scorso a Venezia. Se devo palesarvi schietto il mio parere, vi dirò ch’è un lavoro elegante, ben fatto, tale insomma da ottenere lieta accoglienza anche in Italia, ogniqualvolta sia convenientemente eseguito. Disgraziata a Venezia la povera Mignon lo fu del pari a Roma, mentre a Firenze e, se non erro, anche a Trieste fu àpplauditissima. Io mi spiego facilmente queste diversità di trattamento; essa è naturale conseguenza del modo diverso tenuto dagl’impresari nel mettere in scena quest’opera che non soffre una mediocre esecuzione. Il libretto della Mignon, tratto, come sapete, dal Wilhelm Meister di Goethe, è ben condotto, con situazioni interessanti. L’argomento per sè stesso è piacevole ed oltre ogni dire simpatico è il carattere della protagonista. Mettete in un dramma per musica una bella figura di donna ed avrete assicurata la metà del successo. Questo è il caso della Mignon. Ho detto la metà del successo, ma rimane sempre da provvedere all’altra metà, altrimenti non si avrà che un mezzo successo che, per me, equivale ad un fiasco intero. 365 Alla seconda metà del successo hanno provveduto sufficientemente gli autori del libretto ed il maestro. La musica del Thomas ha il merito per me grandissimo della chiarezza; racchiude buon numero di melodie affettuose o brillanti secondo le parole che sono de-, stinate a rivestire. Forse si potrebbe rimproverare a questa musica la mancanza di carattere individuale. La si confonde facilmente con quella di altri maestri; è una specie di campo netin traie in cui Gounod, Meyerbeer, Verdi e Donizetti si stringono fraternamente la mano. Ciomalgrado, il Thomas non può esseri accusato di plagio, e le sue melodie sono spesso originali; ma voi sapete meglio di me che in musica altro è l’originalità, altro fiindividualità. Pacini trovò melodie originalissime, eppure la sua musica non ebbe mài un carattere individuale ben spiccato» È superfluo il dirvi che nella Mignon si rivela ad ogni tratto la,mano d’un maestro espertissimo nell’arte sua e che l’istru-r mentale è squisito. Il Thomas non è direttore del Conservatorio di Parigi per nulla. Di pezzi veramente belli in quest’opera ve ne sono parecchi: la stupenda sinfonia, la romanza di Mignon, e il duetto delle rondinelle nell’atto primo; e poi nel secondo atto, un terzetto vivacissimo, una stiriana, una gavotta, una polacca e la scena drammatica di Mignon; nell’atto terzo sono felicissimi un duetto e l’intera scena che chiude l’opera. Difetto capitale della Mignon è la lunghezza dei recitativi con accompagnamento d’orchestra che vennero sostituiti alla prosa francese. E questo l’inconveniente di quasi tutte le opere comiche francesi che vengono adattate al teatro italiano. In complesso la Mignon potrebbe percorrere felicemente i teatri italiani. Un po’di forbice nei recitativi (ed il Thomas medesimo dovrebbe adoperarla), e si avrebbe uno spartito di sicuro effetto. L’impressione prodotta dalla musica della Mignon a Roma è stata buona, e ciò ha reso più vivo il dispiacere di vederla cosi strapazzata da una esecuzione impossibile. L’orchestra non lasciò desiderare che un po’ più di colorito; i cori non sono certamente quali si potrebbero desiderare in un teatro di prim’ordine. Vi basti sapere che in una barcarola a voci sole fu aggiunto Y Harmonium per tener in careggiata i coristi. Le scene e il vestiario sono decenti e nulla più. Quanto agli artisti principali, lasciate che io renda giustizia piena ed intera alla signora Pantaleoni (Mignon). La signora Pantaleoni è attrice e cantante valentissima e venne applaudita con entusiasmo. Sarà nel Don Carlo una regina come ve ne sono poche. Assai bene anche il basso Nannetti, e la signora Mariani; non male il baritono Ciapini; ma il tenore, certo Ambrosi naufragò miseramente e reca meraviglia che alle prove nè l’impresario, nè la Deputazione teatrale, nè il maestro Terziani si siano accorti ch’era insufficiente. Altrettanto dicasi della signora Sainz che sostiene la parte importantissima di Filina e che sarà ottima per un piccolo teatro ma non per le scene deifi Apollo. Se la infelice Mignon fosse stata affidata alle tenere cure di un editore che avesse imposto all’impresario di Roma gli artisti, ed una riforma dei coristi e... qualche altra cosa ancora, invece di una caduta dovrei registrare un successo. Corre voce che l’impresario Jacovacci voglia riprodurre la Mignon, mutando gli artisti che non piacquero. Sarà ma non ei credo. E non ei credo, appunto perchè sarebbe un buon pensiero a cui il pubblico farebbe plauso. Un buon pensiero! La soddisfazione del pubblico!... Son piante esotiche sulle tavole del nostro massimo teatro..A_. PARIGI, 30 ottobre. Teatro Italiano — La Sonnambula; l’Albani, Capoul. Opéra Comique: Z’Ombre. La signora Galli-Marie. — Varia. In altri paesi, fi America del Nord eccettuata, una prevenzione troppo favorevole nuocerebbe a chi ne è l’oggetto. A Parigi essa giova: direi anzi che è necessaria. Qui senza un po’ di quel che chiamasi reclame difficilmente si riuscirebbe. Biso