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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 29 Dice il Boccherini che trovasi vendibile in Firenze un prezioso manoscritto musicale in pergamena del secolo XIV. La notizia appena divulgatasi lia fatto correre molti amatori ad esaminarlo, ed a trattarne F acquisto. Il possessore, che conosce bene la propria mercanzia, per ora nulla risponde alle molte offerte. Y- Nel gran Teatro di Barcellona sarà eseguita il 14 febbraio la cantata di Gounod, Gallia. Le masse corali e strumentali saranno aumentate a posta. Ad Algeri si prepara per il 9 maggio un gran concorso musicale al quale saranno invitate le società corali e strumentali del Belgio, della Svizzera, dell1 Italia e della Francia. 11 consiglio municipale di Bordeaux ha rifiutato ogni sovvenzione al gran teatro. I musicanti dell’orchestra del Teatro Lirico di Parigi offrirono al loro direttore dimissionario, signor Maton, una magnifica bacchetta. Durante il mese di dicembre i teatri di Parigi introitarono 1,209,835 franchi. I giornali francesi attribuiscono alla compagnia che esegui il Lohengrin a Bologna l’intenzione di recarsi a Parigi con armi e bagagli per darvi alcune rappresentazioni dell’opera di Wagner nel Teatro Italiano. Il 21 del corrente mese sarà celebrata nella chiesa di Saint-Roch a Parigi la messa commemorativa in onore del pianista italiano Gennaro Perelli, morto eroicamente alla battaglia di Montrétout. Decorazioni spagnuole: Tiberini fu nominato commendatore dell’ordine di Isabella, il basso Petit cavaliere dello stesso ordine, e il tenore Baragli cavaliere di Carlo III. I giornali francesi danno buone notizie dello stato di salute di Gounod. L’egregio maestro Bozzelli da Bergamo ha accettato l’incarico di direttore dell’orchestra di quel teatro Sociale invece del maestro Bernardi, ed attende già alle prove della Maria di Rohan che andrà in iscena quanto prima. Il conte Antonio Sampieri di Bologna, maestro dilettante di musica, venne decorato testò dell’Ordine di Carlo III di Spagna per una marcia di propria composizione dedicata a Sua Maestà Amedeo I intitolata Lieto avvenire. Il rinomato fabbricante, di strumenti musicali, il milanese Giuseppe Pelitti, ebbe testé dall’Accademia Nazionale di Parigi la gran medaglia d’onere di prima classe. A Parigi sono incominciati i lavori di riparazione del Teatro Lirico incendiato. V A Montpellier L’Ombra di Flotow ebbe esito lietissimo se crediamo alle Revue et Gazzette Musicale. Il signor Perny da Nizza, pianista e professore valente, fu nominato cavaliere della Corona d’Italia. A Perugia andò in iscena la Linda con esito lietissimo. Emerse fra gli esecutori la signora Clementina Flavis-Cencetti, che ebbe più di 15 chiamate al proscenio. Napoli, 22 gennajo.. Shakspeare posa l’apotegma: che l’appetito cresce per mezzo dello stesso cibo che lo nutrisce, e si può affermare con eguale confidenza che esso è ancora più stuzzicato dall’aspettazione del banchetto preparato all’uopo. Questo si verifica anche nel mondo musicale; come fu ampiamente provato la sera della prima rappresentazione del Babbeo e l’intrigante, chè i numerosi amici del Sarria affollavansi con ardore al teatro Rossini per udire la nuova opera, promessa da buona pezza. Il lavoro che con ansia attendevasi corrispose pienamente all’aspettazione grande? E il maestro Sarria come se l’è cavata? Prima di rispondere, Acuto si fa un dovere di presentarvi nel maestro Enrico Sarria un uomo brevissimo, anzi tozzo della persona, un liliputiano a’dirittura. Se fra noi s’introducessero, come in Germania, i corpi di riserva, sarebbero i poveri commissarii di leva seriamente imbarazzati se, dopo avere fatto marciare i 550 (dico cinquecento cinquanta) maestri di musica napolitani, dovessero fare entrare nelle fila pure il Sarria e l’altro trionfante al teatro Nuovo, il Miceli, due mirmidoni gemelli. In cosi brevi corpi è per altro copia d’ingegno sveglio di buon volere e di erudizione. Il Sarria fu, come il Miceli, discreto pianista, poi d’un tratto ne abbandonò gli studii speciali per la composizione. Carmosina, la sua prima operetta, piacque al teatro Nuovo e valsegli un contratto pel Fondo, dove, poco di poi, fu eseguito il secondo suo lavoro: Estellina,ma con successo dubbio assai, poiché in esso il male eccedeva il bene. Badate; mi riferisco a tre lustri addietro, beati tempi, nei quali all’arte si pensava un poco più, e i giovani potevano vedere più agevolmente rappresentati i loro lavori scenici. Oggi chi ha danaro per assumere un’impresa, o paga scene e vestiario, è sicuro di far eseguire sua musica, chi non può, o non vuole ricorrere a questi mezzi, è condannato all’oscurità. Ma poiché in pieno carnovale non istanno bene le meditazioni tiriamo avanti. Un libretto come questo del Babbeo è veramente una negazione letteraria, un vero aborto, scritto tutto in dialetto napoletano, senza la menoma azione drammatica, senza il menomo nesso di peripezie comiche, senza il menomo sviluppo di caratteri e di affetti. È stemperato in tre atti con un caos di episodii, un va e vieni mai causato o dedotto. Rossini, unico e solo, non altri, Rossini, nei primi anni della sua titanica spensieratezza e della sua ebrietà creatrice, avrebbe soltanto potuto musicare simile libretto. La musica che scrisse il Sarria, sebbene non sia di Rossini, è però degna di elogio. Vi si vede un fare elegante; v’han di molte armonie ingegnose e la condotta dell’insieme rivela un magistero non comune. Il Sarria fa intravedere eccellenti disposizioni nel concepire la forma dei pezzi più salienti, ma tal fiata perde di mira la brevità E dell’arte di finire a tempo non è ancora pratico il nostro giovane compositore, arte difficilissima, e nella quale è modello sovrano Giuseppe Verdi. Acuto che vedrebbe con grande compiacimento sorgere sull’orizzonte musicale qualche novello pianeta, che ei porgesse la speranza di vedere dileguare le tenebre nella quale l’arte musicale melodrammatica sembra dover essere involta quando il solo astro che la rischiara sarà tramontato; Acuto che ardentemente desidera non vedere interrotta la serie de’ grandi compositori italiani, si permette d’osservare al Sarria che, pur lodando, nel suo Babbeo, un certo brio, non può tenersi dal notare il difetto di originalità melodica, una intemperanza di orchestrazione, soverchi artifizii e abuso di forme ampie magniloquenti, che contrastano con l’indole della commedia. Il Sarria pertanto continui ad applicarsi, perchè da lui si possono ottenere cose migliori ancora; un gran passo segnò verso una via migliore dalla sua Estellina a questo Babbeo. Un altro passo, pur nello stesso senso, e potrà occupare, non esito ad asserirlo, uno dei primi posti fra’ nostri compositori. Non ho ancora finito, perchè udii due nuove opere: una cioè novissima, l’altra semi-nuova, attesoché fu già prodotta, ma in teatro accademico. Fra noi v’hanno certe brave persone, cristiane, non so se fino al martirio, le quali vogliono sostenere che un solo ovile ed un solo pastore deve verificarsi soltanto religiosamente, quindi l’unità politica d’Italia, fa loro venire la pelle d’oca. Più e più volte procurarono riunirsi in associazione, ma il popolino gliene fe’ce delle belle, si che scuorati si risolsero di aspettare il loro desiderato e servire il signore nell’allegrezza; nacque una Filarmonica, dove tratto tratto ebbero luogo stupendi concerti musicali diretti dal Miceli, dal Serrao, dal Conti, dal De Glosa, dal Puzone e da qualche altro che deve a quest’arii stocratica società musicale il suo esordire in arte. Costruissero ivi poco di poi un teatrino dove recitossi sulle prime; fra le altre produzioni ne fu rappresentata una dello Scribe, i cui couplets vennero musicati dal Miceli d’onde nacque Y Ombra bianca. Quel palcoscenico mise al mondo anche una Gilda, e nella parrocchia della Filarmonica fu gran festa; il battesimo solenne; presentarono il neonato un artista, un ex-baritono, due gentili