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356 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO CORRISPONDENZE questo posto fece già cattive prove. La per la parte musicale allora non aveva come gli si è fatto oggi, di dirigere l’orstione che il direttore il compito così arduo, cliestra. Il Moretti messo a La. Diocesan-Church-Choral-Union di Londra prepara per il 20 novembre alla Chiesa di Sant’Andrea un festival.

  • Una commissione del consiglio municipale di Bordeaux, incaricata di

studiare la quistione del gran Teatro, ha testé determinato di addossare al comune la tassa dei poveri, e di stabilire una sovvenzione di 100,000 lire per la prossima annata teatrale. ¥ La città di Castrogiovanni (Sicilia) ha determinato di eternare con busti marmorei la memoria di due suoi figli compositori di musica, i maestri Coppola e Chiaromonte’. II Maestro De Michelis da Civitavecchia ha scritto, se è vero quel che dicono i giornali, un’opera col titolo F Uomo, in cui non avranno parte che donne. A Pietroburgo saranno eseguite quanto prima le seguenti opere: Don Giovanni di Sargomigschky; la Potenza del male di Seroff, e la Pskoweraska di Rimski-Korsakoff. Quest’ultima è una novità.

  • La città di Boston in America conta 8 istituzioni musicali, fra cui due

conservatorii, un collegio ed un’accademia.

  • Il celebre Rubinstein in Nuova Yorck fa miracoli - e la critica anche Ecco

un saggio di lirismo americano: «Le fotografie di questa incomparabile potenza del pianoforte non gli so migliano gran fatto; la cosa non dee stupire! L’arte che possa riprodurre i suoi lineamenti non è ancora inventata! forse che si può fotografare la grandiosità della cascata del Niagara? Byron avrebbe desiderato di vivere oggidì per immortalare Rubinstein!» E così di seguito.

  • Ecco ora un saggio di.... ereintement affatto americano. È la biografia

di Meyerbeer dettata da uno yankee: «Meyerbeer era un uomo sottile, piccolo, di origine ebrea, che scrisse Musica di effetto; era gran tabaccone, visse e morì a Parigi ricchissimo ed ebbe funerali splendidi...«Nè più nè meno. ¥ Una compagnia di cantanti inglesi partita da San Francisco per un viaggio dell’interno della California, arrivata nel terreno dell’oro, dovette sul meglio sciogliersi per mancanza... del vile metallo. La prima donna ebbe la fortuna di trovare un posto di servente in una birraria ed il tenore potè fare il cameriere d’albergo; baritono, basso, e comprimarii dovettero mendicare. Ne avran di belle da contare quando ritorneranno in Europa! TORINO, 24 Ottobre. La Lucia al Vittorio — Selam il meraviglioso — Un nascituro pericolante — Buone intenzioni dell’Impresa del teatro Scribe. La Lucia martedì scorso al Vittorio non ha avuto sorti liete a cagione del tenore Bonfratelli, il quale mal reggendo a tanto peso s’è dato ammalato ed ha stimato conveniente lasciare tutta la seconda parte dell’atto terzo: già il pubblico ne aveva avuto abbastanza di questo Edgardo che ha una pronunzia difettosa ed un canto analogo alla pronunzia, per cui, dato pure il caso che si possa rimettere, questo spartito non sarà mai pane pe’ suoi denti. Per fortuna la protagonista signora Caruzzi-Bedogni ha detto benissimo l’adagio della sua cavatina e la gran scena del delirio; il baritono Lalloni ed il basso Cesari han cantato da artisti provetti; il secondo tenore se l’è cavata senza infamia e senza lode, per cui il pubblico ha piuttosto compatito che rampognato la disgraziata insufficienza e la improvvisa indisposizione colla quale ha saputo scusarsi. Intanto son due giorni che il teatro è chiuso e me ne duole per il buon Marchelli che col ballo Sélam il meraviglioso aveva combinato un discreto spettacolo: in esso la Salvioni piace assai, la musica tira innanzi alla carlona, il vestiario e le scene sono d’effetto e qualche ballabile ha incontrato favore a lode del coreografo signor Pulini. E me ne duole ancora perchè la speranza di avere una novità coll’opera nuova dell’egregio maestro Franceschini si va, aimè! pur troppo dileguando; ed è per vero doloroso che un giovane studioso e laborioso come il nostro capo-musica della Guardia nazionale abbia a vedersi chiusa la via per dare quella maggior prova di sapere e d’intelligenza che con uno spartito teatrale solennemente si ottiene. Però a darci novità pare bene intenzionata l’impresa, dello Scribe, la quale, sopra cinque opere promesse per la stagione, che comincierà nel mese di novembre prossimo e finirà in marzo, quattro ne promette nuove per Torino: le destinate col preventivo affisso erano Mignon di Thomas, Il Boscaiuolo di Flotow, Fra Diavolo di Auber e La Statua di Carne di Marchiò. L’odierno manifesto si limita alle semplice promesse di quattro opere nuove ed annunzia l’apertura del teatro colla Din orali, ossia II Perdono a Ploërmel protagonista la signora Flavis-Cencetti e primo tenore il simpatico Minetti: maestro concertatore T egregio signor Bozzelli, l’autore della Caterina di Belp, direttore d’orchestra il cav. Bertuzzi. Lo spettacolo sarà completato da due balli grandi, per i quali pure sono pubblicati i nomi degli artisti, che desidero poter citare insieme cogli altri cantanti quando il pubblico li abbia giudicati degni del suo suffragio. Nella prima quindicina del mese prossimo saranno ripresi i Concerti popolari di musica classica sotto la direzione del Pedrotti per cura di questa benemerita Società promotrice che seppe fare le cose tanto bene nella scorsa primavera. Nel primo poi di questi concerti si verrà fatta intendere una grandiosa sinfonia espressamente composta del valente maestro pianista Rossaro, che si dice lavoro di polso e degno della fama del suo autore. NAPOLI, 23 ottobre. Un avvenire color di rosa — Fraschini — La Commissione del S. Carlo — I maestri Moretti e Battista — Marta al Teatro Nuovo — Notizie. Si vera sunt exposita, Napoli quest’anno in fatto di musica sarà la più avventurata città del mondo. Non solamente le si invidierà il vanto di ospitare a lungo la più gran gloria musicale vivente, ma ancor l’altro di poter ammirare la voce potente e il delizioso canto di quel Fraschini che lasciò qui tante care memorie. Se al Musella riesci questo colpo da maestro può ben concederglisi indulgenza plenaria per tutti i suoi trascorsi. Il Fraschini ogni anno viene a dimorare fra noi tre o quattro mesi e quante volte gli antecessori di D. Antonio furono da lui nel fine di aprire trattative acciocché cantasse al San Carlo nella grande stagione, altrettanti rifiuti si ebbero. Il Fraschini erasi trincierato dietro un non possumus ancora più ostinato di quelli partiti dal Vaticano. Ma e’ pare che gli artisti valorosi per davvero senza fulminare sillabi pieghino invece alla compiacenza e che bene spesso stringansi in alleanza pel trionfo delle grandi idee di quella vasta repubblica che è l’arte da loro professata. E a proposito di San Carlo il cartellone non si vede ancora; la Commissione non accetta come artisti di obbligo nè la Majo, nè la Ramirez, nè il Collini, nè lo Sterbini, rifiuta il maestro Moretti e non vuol sentire a parlare del Battista come altro maestro e compositore. Ecco de’gravi imbarazzi per l’impresa; non mi brigo io degli artisti di canto, perchè soglio giudicarli al cimento dopo che m’è avvenuto più volte di udire alcuni in fama di celebri e col corredo di non so quanti cartelli alti e bassi, i quali poi alla fin delle fini non erano che ben meschini artisti e viceversa, taluni che ritenevansi per cantanti di niun valore mostrarne poi e molto. Ma sulla questione de’ due maestri vo’dirvi alcuna cosa: il Moretti è già innanzi negli anni, quindi poco’ favorito dalla dea Mnemosine, e come tutti gli uomini d’una generazione che va via, duro, ostinato su certi pregiudizii e nemico del progresso. Che volete abbia a farsene un gran teatro? Quali titoli può metter fuori esso Moretti? Quello forse di essere stato lungamente direttore al teatro Nuovo? Ma a prescindere dall’importanza del teatro v’è ancora T altra queCommissione quindi ha ragione e nella quistione di dritto come in quella di fatto. Ciò non toglie pertanto che il Moretti come concertatore al cembalo mostrossi sempre provetto. In quanto al Battista la cosa va riguardata altrimenti. Il costui nome fu scritto altre volte sul cartello di appalto, perciò in diritto potrebbe figurarvi, ma in fatto che cosa metterebbe fuori oggi chi non