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28 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO VARIETÀ Il nostro egregio colloboratore cav. X. van Elewyck lia testé scoperto, in un convento belga, un albo manoscritto di oltre 400 arie popolari francesi, del vailese, fiamminghe, ecc. Una delle canzoni del XVIII secolo, intitolata la Jolie fille de quinze anco non è altro che la terza figura della celebre quadriglia I lancieri. Alcun tempo prima il signor Ed. Gregei? aveva incontrato questa stessa aria, a ciò che egli asserisce, nell’operetta inglese The Beggar’s Opera,

Mendelssohn-Bartholdy, non troppo edificato dello stato musicale di Berlino, disse un giorno: «A Lipsia vi sono tre avvocati, ognuno dei quali vai meglio dei due maestri di cappella di Berlino, presi insieme!» Rivista Milanese Sabato, 27 gennaio. Quando si annunziò la risurrezione del ballo Velleda di Rota alla Scala ei fu più d’un incredulo che dubitò della buona riuscita del miracolo; in fatti.il miracolo si compì alla rovescia perchè quando il pubblico ebbe visto in faccia la creatura del Rota, trovò che ella puzzava di sepoltura e fermò meno schizzinoso lo sguardo sulle Figlie di Chèope. Questa specie di fenomeno a rigor di logica non dovrebbe provare che una cosa, cioè che i due balli fecero nasco entrambi, ma agli occhi della critica teatrale prova un’infinità di cose che sarebbe troppo lungo enumerare. È intanto incontrastabile che le risurrezioni e i miracoli non riescono nemmeno nella coreografia. E pure questa Velleda a’ suoi tempi fece furore, ma se il gergo teatrale d’allora è rimasto il gergo teatrale d’oggi, i tempi coreografici sono invece di gran lunga mutati. Allora era in uso la danza e la mimica e si traevano effetti dalla simmetria, dall’ordine, e dal plasticismo, oggi i cosi detti balli grandi non sono che vestiari, scene e nudità illuminate dalla luce elettrica. Le nuove arditezze furono tutte affidate al sarto; e il giorno in cui questo riformatore ebbe la sublime idea di far di una sottana e d’un corsetto due sottane e due corsetti, furono poste le fondamenta della coreografia dell’avvenire. Immaginate questa povera Velleda, modesta anche nei baccanali di Roma, che osa ricomparire alla Scala dopo la Dea del Whalalla! Quale anacronismo! E poi il Bini poteva forse rendere nella loro integrità le danze, ma non poteva far correre dentro le membra di questa povera diseppellita la vita, il calore, la grazia primitiva e l’armonia dell’insieme. L’unica cosa che il Bini potesse fare era di raccomandarsi al sarto, c questo venne fatto — ma non bastò. La semplicità della Velleda, scompagnata dalle grazie che la facevano parer bella appena uscita dalle mani del Rota, le fu fatale: si applaudirono i bei ballabili, e specialmente quello del primo quadro, ma si trovò che era meglio rivedere le danze delle stelle, i colori dell’arcobaleno, e le Piramidi. Ora le Figlie di Chèope e Velleda si alternano da buone amiche, e il pubblico che in fin dei conti sa di avere tre balli invece di due, si rassegna alla meglio. La Scala ei diede di questi giorni un’altra novità, voglio dire il tenore Perotti, il quale cantò nel Giuramento invece di Fancelli, ed usci dalla prova scabrosa colla palma del trionfo. La sua voce è dolcissima, virile, appassionata, il suo metodo di canto corretto; quella porzione di pubblico che aveva tagliato i panni; a Fancelli, pigliando le misure sopra Tiberini, si preparava a; fare lo stesso servizio a Perotti. Ebbene, il confronto questa volta fu affatto innocuo: Fancelli è rimasto Fancelli e Perotti è rimasto Perotti — vale a dire due eletti artisti entrambi, sebbene di mezzi e di qualità differentissime. Fin dalla prima romanza il Perotti fu salutato da vivi applausi; rinfrancato dalle cortesi accoglienze cantò sempre di bene in meglio e fu festeggiato sempre nel resto dell’opera. E vicina l’andata’ in scena deH’AzW, che sarà una solennità [musicale, quale da molti anni non si è veduta; le sedie chiuse e i palchi sono fin d’ora accaparrati a prezzi elevati. Certo se un impresario ha l’abitudine di sognare come gli altri galantuomini, i sogni di Brunello e soci furono in questi giorni di vei der la Scala grande quattro volte tanto. Ma anche nella Scala; dei sogni, vi sarebbe ancora più d’uno costretto a rimanere fuori < dell’uscio. Gli altri teatri non ei hanno dato nessuna novità;* la Canobbiana imbandisce questa sera ai suoi frequentatori il nuovo ballo Emma ed il Genio della terra’, e il Re (Vecchio) annunzia I dissoluti gelosi, di Costetti. Questa commedia ebbe il 2.° premio governativo, e la curiosità naturale per un nuovo lavoro si mesce questa volta al desiderio di riveder le buccie alla sentenza della Commissione. Il Nerone del Cossa fu ripetuto per parecchie sere, con esito sempre più entusiastico, e sarà ripetuto ancora. E il più gran successo di quest’anno. A f. ALLA RINFUSA La Espana Musical asserisce che a Lisbona il Don Carlo di Verdi fu eseguito con extraordinario exito. Af Al concerto dato a Vienna da Antonio Rubinstein intervennero tutte le sommità del mondo musicale, e tra gli ospiti notaronsi du«giganti del pianoforte, Franz Liszt e Biilow. L’opera Feramors di Rubinstein verrà rappresentata al teatro Imperiale di Vienna. A Dortmund si esegui, il primo dell’anno, il Fra Diavolo di Auber. La signora Oefer intese la scena dello spogliamente nell’atto secondo con tanto scrupolo che, un po’ più, e sarebbe rimasta in costume di Èva. Liszt si occupa della composizione di un oratorio Stanislao, che formerà riscontro a quello di Santa Elisabetta. L’argomento è tratto dalla storia polacca. Il pregevole giornale L’Arte di Trieste è entrato nel terzo anno di vita. E la Scena — riputato giornale artistico-teatrale che si pubblica in Venezia — conta ormai nove anni di vita. E II Boccherini, dotto giornale musicale per le Società del Quartetto, che si pubblica in Firenze, ne conta dieci. La Liguria Artistica — uno dei giornali teatrali più rispettabili per anni e per costumi — ha col primo del 1872 compito i 15 anni ed è entrata nel sedicesimo.

  • Non dimentichiamo il nostro spiritoso amico — Il Trovatore — che da

19 anni fa ridere schiettamente il prossimo, e che promette di fare altrettanto fino al giorno del giudizio. 4 Al teatro Alighieri di Ravenna buon esito Le Precauzioni di Petrella. Lodevole l’esecuzione. ip Non è in seguito al successo del Michele Perrin (come fu detto per errore nel passato numero) che l’impresario del teatro delle Logge di Firenze diede un banchetto al maestro Cagnoni, ma dopo l’esito lusinghiero del Papà Martin, ultima opera del valente compositore. Per decreto reale vennero nominati a consiglieri accademici esterni del R. Conservatorio di Milano i signori: Filippo dott. Filippi, (riconfermato pel terzo triennio), Ing. Pestagalli e prof. B. Malfatti. A Londra si sta organizzando un grandioso festival per festeggiare la guarigione del principe di Galles. Si eseguirà da un’orchestra sinfonica di 250 istromenti e da un coro di 300 persone d’ambo i sessi un Tedeum scritto da M. Labory. E uscita la 10.a dispensa del Dizionario musicale enciclopedico del defunto Barbieri, e continuato con erudizione e dottrina dal bravo musicista cav. G. B. Berretta. Si pubblica coi tipi Pirola di Milano.