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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 351 IP!||| dell’idea dell’impresa, la quale è eccellente sotto ogni rapporto: ma sarà piuttosto del nome di Rocca-Monari, il quale non sembra essere sinonimo ottimo di successo! Un nobile lord irlandese ha scommesso con un suo pari che un suonatore d’organo ambulante fa negozii eccellenti contro l’opinione dell’amico suo; e forte della sua fede, risoluto a provare la sua asserzione, sta ora girando V Irlanda provveduto di un organetto di barberia e d’un carretto tirato da un somaro. Quando il pellegrinaggio sarà al termine, sarà mio dovere comunicare ai vostri lettori il nome di questo eroe! Si direbbe che siamo già alla vigilia della gran stagione musicale, tanto è l’apparato di forza che già spiegasi davanti al pubblico. I concerti popolari del lunedi sotto la direzione del sig. Arturo Chappel sono già annunziati, e cominceranno nel mese entrante. S’intitolano concerti popolari, e m’immagino che riesciranno, secondo il solito, popolari. Intanto i soliti nomi, come potete supporre popolari, fanno parte del programma, fra i quali Santley e la moglie del critico del Times. La Titiens ha il favore e la gratitudine degl’irlandesi, e particolarmente delle autorità della cattedrale di Dublino, le quali hanno voluto farle nella penultima domenica una grata sorpresa presentandole un indirizzo in pergamena riccamente illustrato. Questa sorpresa le fu fatta dopo l’esecuzione d’un oratorio, alla quale presero parte vari fra i migliori artisti della compagnia di Mapleson. Giova tener nota di questo fatto, poiché qui in Londra l’arcivescovo di Manning nello stesso giorno faceva proibire in tutte le chiese della sua diocesi il canto femminile. Sembra invece che i cattolici di Dublino lo apprezzino. La stagione musicale del teatro di Dublino procede di trionfo in’trionfo, di novità in novità. Nella settimana ultima furono rappresentate le seguenti opere: Don Giovanni, Flauto magico, Marta, Fausto, Barbiere di Siviglia, e ieri sera gli Ugonotti. Sarebbe lungo riferire tutto quello che ne scrivono i giornali. È notevolissimo però il fatto che i dublinesi non sanno dividere l’opinione dei londinesi rispetto i meriti del Campanini. Il Campanini, se non ha trionfato, non ha però fatto fiasco, poiché i giornali tutti mostransi soddisfatti del suo portamento sulla scena. Straordinari successi sembrano aver riportati i coniugi Bettini, dei quali unanime la stampa dice parole di lode. La Titiens, la Marimon, il Mendioroz, il Dorella e la simpatica L’ammirabile musica del gran compositore e lità non solo ammaliarono tedeschi, ma tutte hanno cuore e sentimento. Ho premesso queste parlarvi della quattrocentesima rappresentazione la sua originale nazioni che notizie dovendo del Freischülz lima de Murska hanno avuto ciascuno la che nessuno credo certo disposto a far le Nell’istrumentazione, ei ha messo una mano che è buonissima, il maestro Arturo loro parte di lode, al meraviglie. del waltz Sullivan. «Galatea» La 400 rappresentazione del BERLINO 10 ottobre. Freischülz — Dicerie — I Berlinesi, le stelle, azioni e il teatro italiano — Liebig — I pesci colle cipolle! le Il Freischülz è una di quelle opere, sulle quali il tempo o gusto di questa o quella nazione non possono nulla; essa il è eterna e cosmospolita, malgrado la sua dottrina tedesca, ed ha nervi e muscoli così sani e ferrei, che occorrebbero secoli per soffocare la sua vita. È il solo esempio d’un’opera tedesca, che dapertutto ove fu eseguita ebbe il massimo successo senza avervi alcuna parte la claque. Non è molto il redattore della vostra Gazzetta scrisse parlando dell’esecuzione del Freischülz alla Scala, ed accennando- all’impressione profonda prodotta dalla riduzione migliorata; «vorrei ora vedere colui che non dichiari apertamente che quest’opera sia un gioiello dalla prima all’ultima nota.» Del molto che si scrisse intorno al valore di questo capolavoro (ed ho raccolto le critiche di tutte le nazioni) non citerò che un solo frammento dell’opera notevolissima del francese Barbedette (Charles Marie de Weber - sa vie et ses oeuvres - Paris) il quale dice: Il Freischülz procacciò il successo più popolare e più universale che avesse mai un’opera tedesca. che ebbe luogo pochi giorni fa sulla scena nostra. Non furono fatte feste speciali, perchè nella stagione scorsa all’anniversario dello stesso Weber, ebbe già luogo una rappresentazione festosa della stessa opera con decorazioni nuove e splendide, con* costumi e macchinismi nuovi, e colle parti secondarie affidate agli artisti migliori dell’opera nostra. Solo finita l’opera si levò la tela ed apparve il busto di Weber con una aurea corona a foglie d’alloro e ei fu un’altra sorpresa ancora più grata, quella di udire un tenore esimio, benedetto da Dio con una voce d’un timbro cosi gradevole come è dato a pochi dei tenori d’oggidi. Costui è lo Schott da Monaco, ed apparve nella parte di Max. Tutte le corde del suo registro sono della stessa chiarezza, della stessa forza e della stessa uguaglianza, ed il suo metodo di canto è della vecchia scuola italiana, che ai conoscitori fa piangere lagrime di gioia. Solo difetto di quest’artista è che nel tempo vivo non colorisce il canto, come si potrebbe pretendere da lui, ma è cosa che acquisterà col tempo e collo studio, non appartenendo lo Schott alla scena che da poco tempo. Dopo la grand’aria dell’atto primo ebbe innumerabili applausi e molte chiamate; di talento scenico-drammatico è molto fornito e ciò gli conquistò subito i cuori del pubblico e specialmente quei delie belle berlinesi. La parte di-Agata fu rappresentata dalla Kupfer-Berger, la quale nell’assenza delle due stelle di primo ordine, la Lucca e la Mallinger, ha mostrato al pubblico d’essere un’artista, a torto negletta dall’intendenza. La grand’aria dell’atto secondo fu detta da lei con bellissimo accento nell’adagio e con molto brio e bravura alla stretta. La Grossi nella parte d’Annetta ebbe la solita leggierezza ed amabilità affascinante, e dopo l’aria e il duetto ebbe molti applausi meritati. Nei circoli si dice con insistenza che avremo nella stagione ventura invece dell’opera 11 Vecchio della montagna di Benedict, una vera novità, la celebre Aida dell’illustre vostro Verdi. ■ Se la cosa è proprio vera, nulla di meglio per i Berlinesi, i quali già da lungo tempo sono ammiratori sincerissimi del gran compositore italiano e delle sue opere migliori. Che se pure havvi ora, principalmente nel teatro, un elemento neo-tedesco, è colpa del maestro provvisorio Eckert, delle molte società-Wagner e specialmente d’una clique che fa propaganda con tutti i modi possibili per le opere di Wagner. Ma avremo fra non molto un teatro d’opera esclusivamente italiana, come in Parigi, in Londra e nelle altre città principali; l’idea è venuta di formare una società anonima; ora che si ha una mania per le azioni, e che in Berlino, si trova il denaro sulle strade, (!) questo sarebbe un impiego da cui uscirebbe almeno alcunché di veramente ùtile. E perchè vediate se il denaro abbonda, vi basti sapere che l’intendenza nostra imperiale a lenire l’angoscia presente della mancanza d’un astro canoro, si rivolse alla. Patti offrendole una scrittura d’un mese al prezzo di 60,000 franchi; T artista dovette rifiutare per la mancanza di tempo, avendo già obbligazioni per tutta la stagione; in vece sua avremo un altra celeberrima cantante di Stoccolma di cui ho dimenticato il nome (1). Lasciatemi dire ancora due parole in omaggio della memoria d’un berlinese, stimato molto nel mondo musicale per l’abilità, straordinaria come la sua modestia, e morto pochi giorni fa. Col grido: «Il vecchio Liebig è morto, tutti i berlinesi incontraronsi la domenica passata nel «Thiergarten» e nei «Linden» e non era nessuno che non piangesse una lacrima intima. Il vecchio Liebig, già oboista d’un reggimento prussiano, poi direttore d’orchestra ed ultimamente impiegato nella direzione delle tasse, è il fondatore dei «concerti popolari» poi imitati in Parigi, Londra, e Brusselles; fu egli che fece udir al pubblico per soli 5 grossi (60 cent.) sinfonie di Beethoven, Haydn, Mozart,!» (1) Probabilmente la Nilsson. Nota della Redazione. ì! H £