Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1872.djvu/353

GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 347 cliocri o pessimi. Quel sistema adunque, che a primo aspetto pare ottimo, non ha altro vantaggio se non di sopprimere fino a un certo punto le indecenti disapprovazioni in teatro, ma diventa più ingiusto, più capriccioso e più impotente del nostro, dando una sconfinata autorità al pubblico, il quale spesso non sa servirsene. Rivista Milanese Sabato, 19 ottobre. Compio anzi tutto il mio dovere di cronista segnalando la seconda apparizione della Galletti nella Favorita; folla, applausi, entusiasmo, estasi paradisiaca, il tutto come alla prima, e come alla terza, se pure ei sarà una terza, chè le evoluzioni di questa stella canora non sono regolate da leggi fisse. Gli astronomi che sanno meglio il loro conto, recitano tutte le sere il rosario per vedere di commuovere qualche santo. Ma affisso è inesorabile come una sfinge; tutti i giorni apparisce alle cantonate e non fiata verbo di Favorita. Quelli che trovano un conforto ai disinganni della vita in un passo a due, o in una variazione od in un gran ballabile, domani sera avranno per la prima volta il nuovo ballo II sogno d’un Visir. Un Visir coreografico non dovrebbe fare che sogni leggiadri. Possa il pubblico trovarli tali!... Se la Favorita, per combinazione... dico per dire... non ei favorisse più, (chi non mi lapida per l’ipotesi mi lapida pel bisticcio) avremo quanto prima la Corinna del maestro Rebora, una novità buona per aguzzare l’appetito, ed il Trovatore, un vecchiume che molte volte fa digerire le novità. Ma qui non è il caso, prima di tutto perchè del maestro Rebora e della sua opera si dice un mondo di bene, e poi perchè il Trovatore verrà prima della Corinna. Della Maria di Rohan al Carcano non se ne parla più; ora ei è di meglio, la Traviata, colla signora Demi, col tenore Villa e col baritono Viganotti. La signora Demi è sempre la valente artista che abbiamo applaudito tante volte; la parte di Violetta trova in essa un’interprete piena di passione, di brio e di eleganza. Viganotti si fe’ molto applaudire nella sua breve parte, ed a ragione, chè cantò i suoi due duetti con molto sentimento. Anche il tenore Villa è una vecchia e cara conoscenza del pubblico milanese; la sua voce è un pan di zuccherò, e il suo canto sciroppato ha sinceri ammiratori. Io mi porrei schiettamente * fra questi, per poco che nell’amare Violetta, la quale infine è una simpatica donnina, ponesse un po’più di passione. Se la memoria non m’inganna ho udito già il Villa nel Ballo in maschera e mi parve che sulle tavole del palcoscenico del quondam Politeama si trovasse più a suo agio. Dia retta, non si pigli tanta soggezione del pubblico, il quale, se* anche non ne ha sempre l’aria, è un buon padre nobile da commedia ed ha caro che i tenori dotati di bella voce la mettano fuori senza tanti complimenti. Anche il teatro Carcano ha le sue novità, e continua ad annunziarle fedelmente: la Reginetta e il Davide Rizzio. La Reginetta sarà posta in scena dal suo autore, il maestro Braga, ed avrà ad esecutori la Demi e Viganotti. Una delle passate sere fui invitato a vedere un fenomeno al Carcano. A me i fenomeni non fanno nè caldo nè freddo; e quando la Natura si mette a rompere le regole divento schizzinoso più del solito; ma il fenomeno del Carcano mi ha fatto veramente stupire. È un pianistino alto tre spanne, che suona come se ne avesse sei o sessantasei. Si chiama Benedetto Palmieri; non fa pompa soltanto di dinoccolamento delle dita, la suprema arte di molti pianisti, ma di sentimento, o di intenzioni di sentimento, il che è certo qualche cosa... ad otto anni! Le novità drammatiche si succedono e non si assomigliano. Si paragoni di grazia la Nella in versi del signor Interdonato alla Principessa Giorgio in prosa, di Dumas. — I due poli letterarii — il giovine poeta siciliano non sa uscire dalla zona torrida delle metafore, dove luccicano le stelle, la luna, e dove, aimè, si fa l’amore in versi sciolti — e Dumas è entrato nella zona torrida del cuore umano. Il confronto, lo dico subito per non lasciar luogo a dubbi, è tutto a danno dell’Interdonato. La sua Nella è una buona figliuola, un po’romantica, un po’sospirosa se vogliamo, ma non mai in ribellione alla decenza letteraria; con tutto ciò non mi ha piaciuto moltissimo e non ha cresciuto un ette alla stima che aveva per l’ingegno dell’autore. Il pubblico è stato generoso d’applausi; ha chiuso un occhio sulla povertà dell’ordito, sulla semplicità trasparente del tessuto, sui caratteri che appartengono al mondo rettorico, per non vedere che l’armonia del verso,.le immagini vive, i colori fantastici. Tutto questo però si trovava già nei precedenti lavori dello stesso autore, nè forse meno bene, nè in minor copia. Ciò che l’Interdonato non ha dato ancora al pubblico, che pure lo ha tanto applaudito, è un lavoro virile, serio, con nervi, sangue e muscoli, con un concettp che abbia qualche cosa di nuovo, con caratteri più veri e passioni meno verbose. Ci pensi l’Interdonato se vuol far tacere l’eterno ringhio della critica, assai più fatale quanto è più sordo, e se vuol prendere posto fra i veri autori drammatici. Un’altra novità in versi sciolti (oh! l’epidemia dei versi sciolti!) ce l’ha data Vittorio Salmini al Re nuovo ed unico. S’intitola Lorenzino dei Medici, ed ha, oltre i pregi della forma, secondarii in un lavoro scenico, quelli dell’intento ottimamente ottenuto. È una pagina storica vera, posta in scena con passioni vere e con caratteri vigorosi. Un’altra novità ei ha dato il teatro Milanese; ed è La festa di San Luguzzon del Cima. Questo lavoretto piacevolissimo fa passare allegramente la sera, ed ebbe a quest’ora più volte l’onore della replica. L’annunziato concerto della pianista Nina De-Villard allo stesso Teatro non ebbe luogo; fu un avvenimento impreveduto ed irrimediabile, peggio che una storta o un’infreddatura. Giudicatene voi: all’ultimo momento mancò.... il pubblico!: -Ep ALLA RINFUSA V Il giornale l’Arpa di Bologna, rammentando il disegno di erigere in Arezzo un monumento europeo a Guido Monaco, l’inventore delle note musisicali, ei apprende che il municipio di Arezze ha con grandi spese preparato la via e la - piazza in cui il monumento dovrebbe sorgere. Manca però il concorso europeo sperato; le somme raccolte finora non bastano a far cosa degna del grande intelletto. Noi uniamo la nostra voce per eccitare i musicisti di tutti i paesi a concorrere a quest’opera e preghiamo i nostri confratelli del’Pestero di farsi apostoli della generosissima idea. Leggiamo nella Revue et Gazette Musicale che, oltre le due Regine, che non è propriamente un’opera, Gounod ha promesso al teatro Italiano un’opera italiana in 3 atti, a cui lavora da qualche tempo. Questa ghiotta novità sarà rappresentata, pare, nella corrente stagione. V- Furono ripresi i lavori del carillon di Sain-Germain-l’Auxerrois, incominciati da 15 anni ed interrotti durante la guerra. Sono 40 campane in tutto, che percorrono cromaticamente oltre 3 ottave; la più grossa pesa 2,000 chilogrammi, 20 la più piccola.

  • Dalla statistica della popolazione di Milano nel 1872 risulta che 1350

persone ricavano la loro sussistenza dai teatri. V Il Corriere Campano dà la notizia che il Consiglio Comunale di Casapulla ha votato una medaglia d’oro al maestro Pietro Musone, nativo di quel Comune e ciò in seguito allo splendido risultato del suo spartito Camóens dato non ha guari sulle scene del teatro Mercadante in Napoli. E poiché si parla del maestro Musone, sapete che cosa fu dato a credere alla Espana Musicali che l’autore del Camóens non è altri se non.. S. M. Don Fernando dé Portugal ’!! > Il matrimonio della signorina Augusta Tamberlik, figlia al celebre tenore, col dottore Golizowski, professore d’oculistica, ebbe luogo giorni sono a Parigi.