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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 343 La campagna provinciale di Mapleson fu aperta in Dublino il giorno 30 ultimo con brillante successo. La rappresentazione della sera fu Lucrezia Borgia colla Titiens, la Trebelli-Bettini, Agnesi e Campanini. Applausi n’ebbero più o meno tutti; ma è degno di nota che il meno applaudito, secondo narrano i giornali locali, fu il Campanini. Questo tenore, essendo necessario per la tasca di Mapleson, fu durante l’ultima stagione posto in un piedestallo assai troppo elevato, perchè possa reggervisi senza il puntello magico del suo abile impresario. Mapleson invero continua a sostenerlo; ma v’ha seriamente a temere che la maggior forza, ora necessaria all’ufficio, sia per mancargli. Ai Zeffìri stanno per succedere gli Aquiloni! Intanto il Mapleson ha scritturato per la prossima stagione di Londra un nuovo tenore nella persona di Aramburo, al quale è riservato il piedestallo del Campanini. Le altre opere rappresentate a Dublino sono la Sonnambula e il Flauto magico, in entrambe le quali venne calorosamente applaudito il tenore Bettini. Voi sapete come la Sonnambula sia l’opera della Marimon; e infatti l’exstella di Mapleson ricomparve in quell’opera in tutta la sua bellezza, e venne entusiasticamente ricevuta. «Menzione onorevole» è accordata alla Bauermeister e all’Agnesi. Il signor Bettini avendo attratto la maggiore attenzione, tolgo da un giornale locale - V’Tris Times — il giudizio che ne dà: «Il Bettini, che non aveva cantato in Dublino da due anni, si è ripresentato per la prima volta nella parte d’Elvino, e ne cantò la musica nello stile squisito suo proprio. Egli fu semplicemente perfetto. La sua magnifica voce, la meravigliosa esecuzione, ed i meravigliosi tours de force lo proclamarono il più gran tenore delle scene liriche. La maniera, con cui declamò il famoso «Tutto è sciolto» e il non meno famoso «Ah! perchè non posso odiarti» fece cadere una tempesta d’applausi, rese necessaria una replica e lo portò per tre volte agli onori del proscenio, chiamatovi da un pubblico festante. Anche il signor Gye ha fatto già varie nuove scritture, fra le altre quella del tenore Gulli, e del baritono Collini. Grandi notizie giungono dall’Australia. In quelle remote regioni della terra va prosperando una compagnia italiana di canto, la quale attrae seralmente il fiore della città di Melbourne. Fra le opere rappresentate, quelle di Verdi primeggiano, ma non fanno difetto quelle di Meyerbeer. Melbourne è la capitale della colonia di Vittoria, e aspira a rinomanza musicale. E colà in corso di formazione una scuola di musica sul modello della Regia Accademia di Musica in Londra. E morto non ha guari in Melbourne Giovanni Russel fondatore di varie società filarmoniche.

BERLINO, 2 ottobre. Aneddoto imperiale — Messa funebre russa in Berlino — Catastrofe d’un’accademia famosa — Z’Ermione di Max Bruch — Spettacoli annunziati. Il mio pregiatissimo collega viennese, rendendo, in una delle sue ultime lettere, grazie a Domeneddio per aver riportato dal teatro delle feste imperiali l’integrità di tutti i suoi membri, si mostrò titubante di porre le mani nella mia pasta nel raccontare alle leggitrici i particolari del convegno memorabile degli imperatori. Gli perdono di cuore questo delitto terribile, avendo T intenzione di prendermi la rivincita appena se ne porga T occasione (forse all’esposizione viennese) ed aggiungo al suo cenno ed al mio un aneddoto curioso che ho taciuto T altra volta. Mentre era qui lo czar di Russia, cadde T anniversario della morte della madre sua, perciò T imperatore si fece eseguire la messa funebre nel rito greco dai quattro migliori cantori del nostro duomo imperiale, naturalmente in lingua russa. I detti cantori erano buoni berlinesi, ma, usi a cantar spesso in questa lingua poco melodica nella cappella grecorussa dell’ambasciatore russo, cantarono superbamente, sicché T imperatore fu commosso alle lagrime. Il suo cancelliere del regno, principe di Gortschakoff, intese cun stupore gli esecutori ed usci finalmente a dire: «per bacco! essi cantano meglio di quelli della cattedrale d’Isacco in Pietroburgo!» La ricompensa per questo servigio solenne fu veramente imperiale; i cantori ebbero 50 ducati per uno, ed il direttore un anello d’oro massiccio con pietra preziosa del valore di oltre 600 talleri. Anzi il nostro intendente imperiale dell’Opera, conte di Huelsen, ebbe dallo stesso imperatore una tabacchiera d’oro magnifica, smaltata d’azzurro, con sopra una corona di brillanti di gran prezzo. Gran danno che il caro intendente non ne possa far uso — è nemico implacabile del tabacco. Devo, parlarvi ancora della famosa accademia fondata dal ricchissimo Jacoby, inventore della Bevanda Regia. Quest’accademia, sotto la direzione di quella cima che è il conte Tyskiewicz e sotto l’influenza principale d’un uomo oscuro e pieno d’intrighi che risponde al nome di Carlo Fuchs, ha trovato la sua morte in maniera curiosa o per meglio dire trista. Il Fuchs col Tyskiewicz trattarono il benigno Jacoby (il quale sebbene non avesse la minima idea di musica, almeno l’amava con entusiasmo e se ne faceva mecenate) in maniera da ridurlo intero in loro potere. Non è molto ebbero dallo Jacoby il compenso trimestrale per i maestri dell’istituto, ma quei signori preferirono farne proprio uso, sicché i maestri poveri non ottennero un quattrinello per le loro pene e fatiche. A questo si aggiunge che il Fuchs mise tanto in collera il Jacoby colle sue cabale, ed in maniera cosi indecente, che il fondatore eseguì il seguente piano del selfgovernment. Fece schierare tutti gli operai della sua fabbrica di «Bevanda Regia,» li armò con grossi bastoni, manichi di scope e attizzatoi (tutto autentico!!) poi fece con i bizzarri militi il pellegrinaggio in treno chiuso alla casa, da lui affittata per l’accademia; quando al pomeriggio vennero i maestri e gli scolari trovarono gli operai che avevano occupato l’istituto. Finalmente il Fuchs venne col Tyskiewicz nella buona intenzione di aprir agli aspettanti le porte delle stanze — ma appena venuti, fu loro attribuito il compenso meritato in forma di bastonate di buon peso. È notabile che il direttore seppe serbar intatte durante la cerimonia le massime del wagnerismo, e a rendere questa scena simile in tutto al finale dell’atto secondo dei Maestri cantori di Wagner, il Fuchs fra i dolori cantò tutti i motivi dei calzolai e sarti, e specialmente con vero slancio «il motivo delle bastonate» del Beckmesser. Il Tyskiewicz ed il Fuchs ritiraronsi, tosto che fu loro possibile, con vergogna, lasciando un «memorando stampato» che narra con ingenuità primitiva questi fatti, e fa cosi immortale la loro gloria. Allo Jacoby il mondo deve rendei* grazie d’aver messo da parte questi due individui, i quali non ebbero altro ideale che avvilire l’arte musicale ed ingannare il mondo coi loro teoremi ridicoli. La brutta figura che hanno fatto quei giornali, principalmente l’organo del Berliner Tonkuenstlerverein, che vantò e glorificò sempre il Tyskiewicz, il Fuchs e le loro massime. Essi si hanno dato in perpetuo una magnifica patente di miopia artistica. Pochi giorni fa YErmione di Max Bruch servi alla prima rappresentazione della stagione, e giustificò di nuovo il merito puramente musicale dell’autore, e mi spiace dirlo, la sua inettitudine drammatica. Come già vi dissi, il Bruch è antagonista risoluto della scuola neo-tedesca; però vuol tentare di rinfrescar le tinte impallidite ed ampliar le forme drammatiche senza le audacie del riformatore Wagner. Tutto ciò starebbe benissimo, se non cascasse da Cariddi a Scilla! Quando si scrive un’opera drammatica nell’intenzione che piaccia al pubblico si ha dovere principale di curarsi che almeno qualcosa sia del gusto del pubblico. È veramente gran danno di questo spartito, il quale dal lato della forma è fra i migliori che da gran tempo siano stati sul leggio del direttore d’orchestra. Le novità della stagione ventura saranno la classica Medea di Cherubini, vero modello d’opera, poi il famoso Ratto del serraglio di Mozart, la magnifica opera di Verdi Un Ballo in maschera, e finalmente (si dice ma noi credo) Il Vascello fantasma di Wagner. La Mallinger non può venir fra noi prima degli ultimi giorni del dicembre, avendo sottoscritto fino a quel