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316 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO mezzo alla folla d’ogni maniera non tenterà mai un borghese e molto meno una signora. Avverrà che. a dispetto del suo battesimo, la comoda, bella ed elegante galleria sarà nè più nè meno di un comodo, vasto ed elegante Paradiso, popolato dai soliti cherubini e serafini dei due sessi. Nei teatri a galleria ce ne sono sempre due, la prima eia seconda; cosi il benefizio è esteso a tutti, popolino e borghesia. Non si creda che faccio questa nota per cavarmi il gusto d’una tardiva elegia aristocratica, ma perchè sono avvezzo a guardare le cose cogli occhi e non coi paroioni dei meno democratici di me, e perchè credo possibile la divisione dell’unica galleria in due porzioni a cui si acceda per diverse scale. Del resto, tranne questo difetto, il nuovo teatro mi piace molto; vasto, comodo, arioso, colla luce egualmente e riccamente distribuita da per tutto, con due terrazze aperte a chi vuol fumare e bere, coi molti locali annessi, formerà il più grato ritrovo di Milano nelle sere estive. L’occhio aneli’esso è appagato; quell’enorme anfiteatro che si eleva sopra i due ordini di palchi, illuminato da lampadarii leggieri ed eleganti che nulla tolgono alla vista, quelle lampade che nei corridoi, per un occhio aperto nella muraglia, danno luce e gaiezza ai palchi di prima fila, e la magnifica vòlta porgono un’idea di grandiosità non massiccia che è la vera immagine del gusto moderno. Si ha avuto inoltre gran cura degli accessorii; le panche in platea sono larghe e pulite, ed il livello della platea è un pendio che permette agli spettatori presso all’atrio di vedere lo spettacolo come i più vicini. Quanto a sonorità non si può giudicarne bene finché il teatro non sia, come dev’essere, molto affollato; le rappresentazioni che avvengono nel vuoto non solo non appagano gl’impresarii, ma nemmeno il pubblico; alle prime rappresentazioni degli Ügonolli la risonanza fu tale da oscurare anche il poco scampato alla carnificina dell’esecuzione. I cori, cattolici ed ugonotti, furono tutti cattolici nel fervore della strage, e l’orchestra più cattolica dei cori. Pensate come fossero ridotte le stupende pagine d’insieme di questo capolavoro; basti dire che il Ralaplan provocò fischi e disapprovazioni. Non vo’far carico a chicchessia; nell’orchestra, si dice, erano elementi sconnessi, indisciplinati, ma allora perchè permettere l’andata in scena? Il direttore d’orchestra, signor Creili, dimettendosi dalla sua carica, si è posto prudentemente in salvo; doveva succedergli Dall’Argine, il quale non ne volle sapere; e la terza rappresentazione fu diretta alla meglio dal primo violino signor Maggi. Non dico che costui non si togliesse abbastanza bene d’imbarazzo, ma dico che l’impresa deve pensare a non far dire di sè che tratta i capilavori troppo alla leggiera. Quanto agli artisti principali, l’insieme è buono assai. Nella prima sera ei fu un po’ di esagerazione, qualche stonatura, qualche sconcordanza nei pezzi concertati: mende che sparirono in gran parte nelle successive rappresentazioni. La signora Pozzoni è una Valentina piena di passione e di fuoco: a volte però si lascia trasportare troppo oltre ed abusa delle sue ricchezze. È però una valente artista: bella di aspetto, fornita di voce calda, vibrata, robusta, e sta sulla scena con una sicurezza che alcuni dicono soverchia, ma che è un bellissimo difetto in giovane artista; il tempo, si sa, smorza, non Accende nulla, e non andrà molto che la Pozzoni avrà acquistato anche l’arte di frenarsi che ora le manca. Alla scuola del marito poi, il bravo tenore Anastasi, dovrà farsi forza per non cadere nell’eccesso opposto. Questo tenore canta con grazia melliflua, con una soavità a fior di labbro, senza scaldarsi mai troppo, sicuro di quello che fa, di quello che dice, movendosi il tanto che basti a giustificare l’azione e il personaggio. È la temperanza in chiave di tenore; ma una temperanza intelligente, accorta che non degenera in freddezza, e non è prodotta da atrofia. Piacque molto nella parte di Margherita la signora Brambilla; la sua voce sottile e delicata si modula senza fatica come il gorgheggio di un canarino; sta in iscena con garbo e interpreta la sua parte colla dignità gioconda della famosa regina cortigiana. Gli applausi che ebbe furono meritati. Il baritono Barré entrò subito nelle grazie del pubblico; ed è veramente artista corretto, simpatico, ricco di bella, robusta e soave voce e sicuro nell’intonazione. Fu un Nevers a dovere. Che il basso Scaria abbia bellissime note, non vi ha dubbio di sorta; ma che registro balzano è il suo! A volte fa pompa di voce poderosa, a volte è soavissimo, a volte si spinge fino nei campi altrui, ed esce fuori in una nota tenorile; ma tutto ciò a sbalzi, con fatali intervalli di accenti sgradevoli che appartengono alla chiave dei rumori più ingrati, e in generale nelle note basse, è cavernoso come un contrabasso male accordato. Tengo conto della commozione, della lingua non sua, ed aspetto a giudicarlo assolutamente: dirò solo che il piff paff divenne per sua colpa ridevole, e che invece nel duetto con Valentina meritò gli applausi. La signora Risarelli (Paggio) è disinvolta e canta con buon metodo, ma la sua voce non pare sufficiente all’ampiezza del teatro. Le seconde parti sono piuttosto lodevoli. Le buone intenzioni dell’impresa sono adunque palesi, ed è veramente doloroso che con tanti buoni elementi e dopo tante spese non sia riuscita a darci nulla di meglio di una parodia degli Ugonotti. Ora si promette la Favorita colla Galletti, col tenore Aramburo e col baritono Giraldoni; aspettiamo dunque la rivincita. Negli altri teatri non abbiamo nulla di nuovo; Bùttero continua a far la fortuna del Carcano col Don Bucefalo e col Papà Marlin; in quel teatro fu applaudita l’altra sera una esordiente, la signorina Bonnovalli, gentile artista che si presentò nella Jone e mostrò di aver bella voce, buon metodo di canto ed un’avvenenza che non guasta mai. Al teatro Santa Radegonda le novità drammatiche si tengono dietro senza molta fortuna; alla Scala invece il solito Freischütz e la solita Bianca di Nevers bastano a chiamare un pubblico sufficiente. Vi contribuisce la temperatura che si è molto opportunamente raffreddata in questi ultimi giorni. Del teatrino microscopico ai Vecchi Giardini non si vedono più le traccie. a r ALLA RINFUSA Gli antichi allievi della scuola di musica religiosa di Liedermeyer hanno testé costituita fra loro una società artistica e filantropica. y. Strauss di Parigi abdica assolutamente lo scettro dei balli dell’opera. Fin del 1869, egli aveva rinunziato alla direzione dei balli della Cort< Si era dapprima parlato d’Arban qual successore di Strauss, ma l’impresario dei balli e concerti della sala Valentino ha fatto fallire questa combinazione rifiutando l’autorizzazione domandata dal signor Arban, addetto alla sala Valentino per un anno ancora e mediante convenzione. Parlasi ora di Oliviero Metra.

  • Il giornale La Espana musical di Barcellona, ha annunziato la pubblicazione

d’un importante lavoro, notable obra, d’un signor Filippo Pedrell, intitolata los Poemas del Pianista, e ne dà come saggio un estratto nel quale è lungamente analizzata la sonata op. 26 di Beethoven. Ora quest’analisi è tradotta semplicemente parola per parola dal libro di W. di Lenz: Beethoven ed i suoi tre stili. In fatti perchè pigliarsi soggezione? Con decreto reale del 3 settembre è stata accettata la dimissione data dal signor Lambelé dalle sue funzioni di professore di clarinetto al Conservatorio reale di musica di Bruxelles.

  • Un impresario e direttore d’orchestra francese, il sig. Bessières, ha formata

una compagnia di opera comica e di operetta colla quale intende girare per un anno il Messico e l’Avana. Il suo variatissimo repertorio comprenderà opere di Auber, Maillart, Adam, Flotow, Offenbach, Lecocq, Hervé ecc. V Federico Wieck, padre della signora Clara Schumann, decano dei professori di musica in Allemagna, ha festeggiato l’11 agosto scorso il suo 87 anniversario.

  • Il signor Deprez, primo cornista al teatro di Liegi, fu nominato professore

al Conservatorio di Gand.

  • Il circolo corale Amphion di Rotterdam celebrerà il suo 25 anni ver

sario, il 5 ottobre prossimo, con parecchi concerti.