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308 GAZZETTA MUSI Ci scrivono da Udine: Nelle sale dell’Associazione P. Zorutti ebbe teste luogo un bel trattenimento musicale, a cui presero parte il prof. Paderni, valente clarinettista, la signora Gallizia ed altri; l’esito fu lietissimo. Giorni sono fu inaugurato il gran Salone annesso al Politeama di Firenze con un concerto, a cui presero parte le signore Tagliana e De Fanti e il buffo Baldelli. Applausi a tutti.
- Il maestro Drizzi fu nominato Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Leggiamo nel Trovatore: Il maestro pianista Eriberto Predari, che vicino alla propria abitazione non ha nè caffè, nè osterie, nè trattorie, ha inventato una macchina-colazione, la quale, nello spazio di tre minuti e col consumo di un cucchiaio di spirito, cuoce un paio d’uova e prepara una tazza di caffè o di thè coll’occorrente dose di latte. La macchina, essendo semplice, poco costosa, e potendo servire per scaldare qualsiasi bevanda in breve tempo e per ogni sorta di decozioni, ha creduto bene di domandarne il privilegio e metterne in commercio un certo numero. Una Società ha già presentato al Municipio di Palermo un progetto per la costruzione, tanto indispensabile per quella grande città, di un nuovo Teatro che dovrebbe costare due milioni e 250,000 lire! Il Trovatore annunzia che sta per formarsi una Società, allo scopo di prendere l’appalto di tutti i Teatri principali d’Italia, cioè la Scala di Milano, la Fenice di Venezia, il Regio di Torino, il Carlo Felice di Genova, il Regio di Parma, il Comunale di Bologna, La Pergola di Firenze, l’Apollo di Roma e il San Carlo di Napoli. Se questa Società non è un mito, ed ha gl’intendimenti buoni, l’utile che può dare è per lo meno pari a quello che può ritrarre essa stessa. ¥ Si legge nell’American Zegitzer: «Un architetto della Nuova Orleans reclama l’invenzione dell’orchestra invisibile di cui Wagner si attribuisce il merito, e che sarà, per quel che si dice, una delle più curiose novità del teatro modello in costruzione a Bayreuth. L’esimio violinista G. Papini diede a Ginevra un concerto, nella sala del Conservatorio, con esito lusinghiero. Applausi fragorosi lo salutarono ad ogni pezzo; i giornali sono unanimi nel lodare la purezza della sua maniera d’esecuzione.
- Il signor Vachot direttore del teatro di Bruges propose al comune
l’acquisto di 72 spartiti completi che servissero di base alla creazione di una biblioteca musicale, chiedendo 200 lire per ogni spartito. La sua proposta fu rinviata alla Commissione dell’istruzione.
- Il teatro reale di Stoccolma fa tradurre la Mignon di Ambrogio Thomas
in svedese. Quest’opera, cosi come Y Amleto dello stesso autore, fu già tradotta e cantata in ungherese, in czeco, in tedesco ed in italiano. — Andiamo a pregare sulla sua tomba. Entrambi inginocchiaronsi innanzi alla tomba nera, e pregarono a lungo. Nel levarsi, il figlio colse un fiore d’alloro, baciollo e lo nascose nel suo petto. — Padre mio, disse dopo guardando il sepolcro bianco, chi riposa qui? Il conte tacque confuso. — Mia sorella! rispose alle sue spalle una voce maschia, ma d’un timbro soave e melanconico. Enrico ed il figlio si volsero, e un cavaliere, vestito alla spagnuola, in lutto, stava ritto dietro essi. Aveva nella mano il cappello, e la ricciuta capigliatura nera era tutta molle dalla rugiada della sera. — Com’è, dunque, che riposa vicino a mia madre? chiese Yans con infantile curiosità. — Giovinetto, rispose il cavaliere, non vi affannate giammai per comprendere ciò che vi si presenta di oscuro nella vostra vita; tutti i misteri, persino quelli della scienza, induriscono il cuore e corrompono l’anima; sotto questa tomba bianca sta rinchiuso un dramma che tutti ignorano sia occorso nella mia vita, ma che Dio solo sa di quanta angoscia abbia amareggiati i giorni che mi rimangono a vivere. — Vuoi, padre mio, che preghi anche su questo sepolcro? chiese Yans. * — Prega figlio mio, rispose nobilmente Enrico; tutti i giovinetti sono fratelli innanzi a Dio. CALE DI MILANO Alle feste musicali di Ginevra ebbe il primo gran premio, consistente in una corona d’argento dorata del valore di 1200 lire, la Società Filarmonica di Vienna (Isère). Offenbach ha in pronto una nuova operetta in un atto, intitolata Pomme d’Api; sarà eseguita al teatro dei Bouffes. v Il giovine contrabassista Ercole Gavazza diede giorni sono nel teatro - Goldoni di Modena due concerti, che riuscirono splendidi per numero di applausi, meschini per numero di spettatori. V A Versailles furono eseguite da una Società di fanciulli due operette in un atto di G. Gariboldi, Azi clair de la lune e la Jeunesse de Hoche. Molti applausi. II signor Alary si presenta come candidato all’istituto. Sebbene nato a Milano (nel 1814), egli si può avere in conto di compositore francese. I suoi titoli sono: parecchie opere, due volumi di vocalizzi, gran numero di romanze e di duettini. A Berlino, presso gli editori Botte e Bock, fu pubblicato testé un Musiker calender o calendario dei musicisti pel 1873, contenente notizie molto minuziose intorno alla vita musicale ed al personale artistico di oltre ottanta città di Europa. Amsterdam quest’anno non avrà spettacolo d’opera, dovendo il gran teatro della Ville essere quasi ricostruito. INTÆT’OLÏ, 10 settembre. Il Trovatore e la Lucia di Lammermoor al Politeama — Cose del teatro Mercadante — Il Canarino di Vincenzo Cirillo — Accademie al Collegio di Musica — Dicerie e risposte — Sir Michael Costa. Se, come dice Voltaire, è forza il confessare che senza grandi attori un lavoro teatrale è privo di vita, quale non avrebbe dovuto essere la sorte del Trovatore dopo lo esperimento cui fu sottoposto la sera del l.° del corrente settembre al Politeama? Pertanto -se, malgrado la esecuzione, l’opera sostennesi all’altezza dei grandi successi, sempre e dovunque ottenuti, ciò è da attribuire interamente al merito della composizione, che rimase salda nel favore del pubblico, appunto come le pareti del nostro Politeama diedero valida prova della loro solidità, nel reInginocchiossi Yans e congiunse le mani. I due cavalieri piegarono le ginocchia al suo fianco. — Oh, Anna mia! esclamarono a un tempo. Chiedo a Dio che liberi questo fanciullo dal fare il primo passo sulla china delle passioni che a te hanno cagionata la morte! — Come vi chiamate? chiese il conte al cavaliere spagnuolo. — Diego Velâzquez de Silva, pittore di camera del Re Filippo IV di Spagna. Il conte d’Egmont chinossi con un’aria piena di deferenza e di cortesia. — Il mio nome è... — So il vostro nome, signor conte, rispose Velâzquez sorridendo mestamente. E baciando di nuovo, inginocchiato, i due sepolcri, aggiunse quand’era già sulla soglia del cimitero: — Se per caso il figliuolo vostro si allontana dal sentiero della virtù,venite qui a cercarmi nell’anniversario di questo giorno ed io gli racconterò la mia storia e quella di mia sorella, vicino a questi due sepolcri. Velâzquez allontanossi lentamente e il conte e suo figlio abbandonarono pure il cimitero. La luna era già apparsa al pari di una sovrana nel palazzo trasparente e azzurro del firmamento, e gli augelletti cantavano un inno d’addio alla doppia e solitaria tomba.