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Aisrisro xxvii. isr. 3 6 8 SETTEMBRE 1872 13 ERETTORE GIULIO RICORDI REDATTOBE SALVATORE FARINA SI BCTBBLICA OGNI DOMENICA ÀI presente numero è unito il N. 17 della Rivista Minima. ETIENNE SOUBRE* Nacque a Liegi nel 1813, di padre che attendeva al commercio della musica, e mori improvvisamente nella forza dell’età, il passato anno, quando appena aveva gettato le fondamenta del riordinamento del Conservatorio, alla cui direzione era stato chiamato con decreto reale del 1862. Il suo principale maestro fu il suo predecessore, il signor Daussoigne Mëhul, il quale lo spinse così bene che nel 1841 guadagnò a Bruxelles il primo premio del concorso di Roma. Dopo questo splendido successo, viaggiò in Francia, in Italia ed in Germania, e ne scrisse i risultati nei rapporti che a tèrmini della legge doveva fornire al governo belga. Fissò sua dimora in Bruxelles, dove rimase fino a tanto che fu nominato direttore del regio Conservatorio della sua città natale. A Bruxelles attese specialmente all’insegnamento del canto, della composizione vocale ed istrumentale e alla direzione d’importanti società corali. Un Inno a Godefroid de Bouillon, un paio d’opere, una Messa da Requiem a grand’orchestra, eseguita alle feste di settembre 1860, gran numero di magnifici motetti da chiesa, un eccellente Metodo di solfeggio, che unisce la melodia semplice a una scienza scevra da pedanterie, ammirabili cori per voci maschili, fra i quali si può citare qualche vero capolavoro, - ecco in succinto ciò che produsse a Bruxelles questo artista, la cui modestia eguagliò la dottrina. Nei suoi cori per voci d’uomo Soubre sposò all’ispirazione fresca e scorrevole come da sorgente, una (1) Il nostro collaboratore cav. Van Elewyck dettò una breve serie di biografie dei musicisti del Belgio morti nel passato anno; sono quattro bei nomi: Carlo de Beriot, Carlo Luigi Hanssens, Francesco Fétis ed Etienne Soubre. Incominciamo da quest’ultima, ma pubblicheremo le altre in seguito. La. Redazione. specie di forma sinfonica, piena di colorito e creò un genere che fu di poi seguito da sommi maestri. Era nato per prendere un giorno la direzione d’un grande Istituto Scientifico. Le tendenze del suo ingegno erano ecclettiche. Ammetteva tutto ciò che vi ha di buono in tutte le scuole, e nulla lo interessava cosi vivamente come un progresso vero ottenuto da chicchessia. Gli è che egli aveva anima dolce per natura, incapace d’invidia, piena d’entusiasmo per il bello ed il buono. Era l’incarnazione del vecchio proverbio: «Il merito è modesto.» Conosceva del resto tutte le parti che toccano l’arte sua. La storia, l’estetica, la scienza armonica, i sistemi e le scuole, la parte istrumentale, i grandi effetti d’insieme, la musica sacra, la musica profana, lo stato presente dell’arte nostra, in Francia, in Germania, in Italia, egli aveva studiato ogni cosa di per sè e con gran cura, così che quando giunse alla direzione del Conservatorio di Liegi, si può dire che fosse maturo per la sua missione. Però egli agi subito col senno d’uomo esperimentato. Comprese che suo principale scopo doveva essere quello di svolgere l’organizzazione creata dal suo maestro Daussoigne Mëhul; e si tenne assai lontano da quegli spiriti avventurosi i quali suppongono nulla avere esistito di buono prima d’essi, e si credono incaricati d’una missione quasi rivoluzionaria nell’arte. Bizzarra cosa: se per poco si prende a studiare da vicino siffatti rinnovatori, non se ne incontra uno il quale sappia fare altro che demolire un bel monumento per sostituirvi un castello di carte. Al contrario, con direttori quali sono Ambroise Thomas dopo Auber, Gevaert dopo Fétis, Soubre dopo Daussoigne Mëhul, un paese procede innanzi spedito nella via dei- solidi progressi. Questi artisti, pratici quanto eruditi, comprendono che ogni ora ha la sua fatica, ogni compositore la sua parte, e sotto il loro impulso l’arte cammina a meraviglia, mostrando quanta strada percorra e quanto rapidamente. Gli è che essi non solo sanno costrurre, ma anche ingrandire e fortificare ciò che esiste, nè rovesciano se non le cose condannate dall’esperienza o dalla scoperta di nuovi progressi. Soubre aumentò assai il personale insegnante del