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celeF. D’ARCAIS. altra mano ÀI presente numero è unito il N. 16 della Rivista Minima. Bibliografia DEL CAVALIERE LUIGI CASAMORATA Per la commemorazione de’morti a Cariatone s’esegui queuna nuova portò anche ottimi studi sfanno, nella chiesa di Santa Croce, a Firenze, messa del cav. Luigi Casamorata. Come in tutti i suoi lavori, il cav. Casamorata in quest’ultimo tutti que’pregi che vengono dagli Leggiamo nell’Appendice dell’Opinione: Se l’organo è, come disse taluno, il re degli strumenti, il pianoforte n’è almeno il primo ministro, il presidente del Consiglio. Da parecchi anni a questa parte ha estesa la propria autorità dal pian terreno alle soffitte, e non v’è casa che non conceda l’ospitalità a cinque o sei pianoforti più o meno suonati, strimpellati, maltrattati con diletto o tormento dei vicini secondo i casi. Agevolare lo studio del pianoforte, ecco un’opera filantropica, come quella ch’è rivolta ad abbreviare e rendere meno atroce il periodo del tormento per giungere più presto al periodo del diletto. Un buon metodo di pianoforte è adunque utilissimo non solamente a chi studia, ma eziandio a tutti coloro che son condannati ad udire gli esercizi poco piacevoli degli studiosi. E di metodi antichi e moderni ne avevamo a dovizia. Ma in questa come in ogni altr’arte col tempo si progredisce, si fa tesoro dell’esperienza, si trovano vie più facili e sicure. Perciò sia il benvenuto anche il metodo testé pubblicato dall’egregio maestro Angeleri, coi tipi del Ricordi. L’Angeleri ha intitolato questo suo libro: Il Pianoforte - Posizione delle mani - Modo di suonare - Cenni teorico-pratici. Ma in verità, checché ne dica l’autore, il suo è un metodo bello e buono quale doveva uscir dalla mente di un uomo che, nell’insegnamento del pianoforte, fu ed è tuttora uno dei più valenti. L’esimio Angeleri è d’avviso che, mercè le regole da lui additate, con quattro ore al giorno di studio ed un’attenta osservazione dei movimenti della mano e delle dita, lo studioso possa ottenere soddisfacenti risultati. Quanto al numero delle ore necessarie per lo studio, è forse meno opportuno il determinarlo a priori, non potendo a mio avviso, essere uguale per tutti gli allievi, e dovendo dipendere dalle maggiori o minori disposizioni di ciascuno di essi. Ma ad ogni modo l’eccellenza dei precetti esposti con forma semplice e chiara dall’autore, non può essere posta in dubbio. Il nome dell’Angeleri è cosi favorevolmente noto nella repubblica artistica, che per verità io crederei di fargli ingiuria se mi affaticassi a lodarlo. Veruno di quelli che s’occupano di cose musicali, ignora che dalla scuola di pianoforte diretta dall’Angeleri nel Conservatorio di Milano, sono usciti molti artisti di vaglia, saliti ora in gran fama. Anche nei tempi che il Conservatorio milanese era fatto segno ad acerbe accuse, della scuola dell’Angeleri si parlava con rispetto ed ammirazione. Ma v’ha di più, egli lascia in quel Conservatorio le tradizioni del proprio insegnamento, lascia parecchi allievi che potranno continuare F opera sua, e che ora si troveranno maggiormente sorretti nell’ardua impresa dall’aureo libro che son lieto di annunziare. Uno dei pregi principali di questo trattato sta nella novità delle osservazioni fatte, nella sua lunga carriera, dall’autore. Questa novità è palese sovratutto in quella parte del lavoro che riguarda la posizione della mano e delle dita. Nè meno lodevole è quella parte che riguarda le scale, i modi di colorire, i salti, gli abbellimenti, ecc. È superfluo il dire che i precetti sono accompagnati da opportuni esercizi. E nuovo ed ottimo pensiero fu pur quello di unire alle regole ed alle osservazioni, alcune illustrazioni all’acqua forte che rendono più evidente il pensiero del maestro. Per tal modo, il professore e l’allievo hanno sotto gli occhi il precetto posto in pratica, e non durano fatica tranne quella di copiar fedelmente la posizione della e delle dita come sta nell’incisione. Queste incisioni portano in fronte il nome d’un artista bre, di Eleuterio Pagliano, il quale ei presenta una schiera di pianisti seduti al loro strumento; e mani e dita di parecchie dimensioni, collocate sulla tastiera in varie guise. L’edizione di questi Cenni teorico-pratici è fra le più eleganti dello stabilimento Ricordi. Essa si raccomanda non solo per le belle incisioni del Pagliano, ma eziandio per i tipi veramente nitidi e pel buon gusto dei fregi e del frontispizio. Io non dubito che il libro dell’Angeleri sarà accolto con gli onori che merita e vorranno giovarsene tutti i nostri Conservatori di musica. Ho parlato in una recente Rassegna di una fantasia a 4 mani del nostro Ciucci sull’AzcZa. Due altri componimenti sui mgliori motivi di quel fortunato spartito vennero testé pubblicati dal Ricordi. Abbiamo una Trascrizione del valente pianista Andreoli, il quale ha svolto con mirabile abilità il pensiero del preludio, che poi ritorna a più riprese nel corso dell’opera, ed alcune frasi drammatiche del duetto fra Amneris e Radamès. È un pezzo non diffìcilissimo e di sicuro effetto. Il Dolmetsch ha scritto una Parafrasi della Romanza di Radamès, ch’è riprodotta molto fedelmente e con graziosi abbellimenti.