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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 235 ammettere che siffatto genere di concerti non giovi punto all’arte musicale. L’Eco d’Italia di Nuova York dipinge con colori molto neri la riuscita di questo festival, ma non sappiamo quanto ciò debba confortarci. — Ecco le parole,dell’eco in data del 26 giugno: Il Concerto monstre di Boston organizzato a scopo di speculazione privata da M. Gilmore, è decisamente un gran fiasco. I principali e migliori artisti, circa 150, sono stati licenziati; la banda francese riparte sabato prossimo col Washington per Brest; probabilmente faran lo stesso le bande tedesca e inglese. Già le parti migliori dei coristi sono state rimandate. Tutti questi vuoti della parte vocale sono riempiti da dilettanti, con qual vantaggio i Bostoniani lo sanno; quanto a noi non ei curiamo nè punto nè poco di farne l’esperienza; ma quando si pensa che nel programma di questa festa musicale si fece entrare una compagnia di negri che ricantarono le sciapite cantilene di John Brown, le quali possono avere un certo colore.locale cantate al meriggio in mezzo alle piantagioni di cotone e di tabacco o al chiaro di luna con accompagnamento di banjo e la spensierata, quasi infantile, allegria dei negri — ma in Boston fra un Walz di Strauss, diretto dal grande compositore, e un ouverture di Weber venire a regalarci una cantilena negra e un inno americano delle ragazzine di scuola, cava proprio dalla penna la parola «stolido. «Nei principali teatri della Germania furono4 eseguite nello scorso giugno opere dei seguenti autori: 13 di Offenbach - Rappresentazioni 27 2 di Flotow - Rappresentazioni 10 5» Meyerbeer 13 2 n Donizetti

9 5 w Verdi 21 2 5» Adam

9 4 y? Suppé 17 3 99 Rossini

8 5 ♦♦ Auber 16 1 1» Gounod

8 5» Wagner 16 2»» Boieldieu

7 3 Lortzing 13 1

  • 5

Halévy

7 3 Mozart 13 2 99 Hervé

6 2 5» Weber 11 2 99 Bellini

4 A queste sono da aggiungere: 3 rappresentazioni d’opere di Hopp, 2 di Balfe, Bazin, Jonas, Kreutzer, Marschner, Nicolai, G. von Zaytz, e una di Beethoven, Brandi, Gluck, Lachner, Mëhul, Smetany e Thomas (un’opera sola di ciascuno). Rivista Milanese Sabato, 13 luglio. Il teatro Fossati ha fatto un buon servigio alla giovine generazione porgendole occasione di conoscere un vero gioiello di musica, la Cenerentola di Gioachino Rossini. Le sorti delle opere teatrali sono inesplicabili come quelle degli umani: non vi è merito, nè nome d’autore che basti ad assicurarle; questa Cenerentola, con un libretto abbastanza gaio, con una musica tutta spigliata, tutta originale, dopo aver corso trionfalmente i teatri d’Italia, è oggi caduta in una specie di dimenticanza, mentre altre opere assai meno meritevoli, e non meno venerande, appariscono ogni tanto alla ribalta. Nella odierna penuria di buoni spartiti d’opera buffa, si dovrebbe, parmi, tener conto del nostro passato, e frugacchiare fra i capilavori che sono eterni, sebbene paian morti alle scene. Il successo della Cenerentola al Fossati, mi dà ragione. Un pubblico che ha Cimarosa e Mozart in quel paese e che di Rossini è molto se sa a mente il nome, applaudi con entusiasmo dal principio alla fine, ad ogni pezzo, dimandando la replica di moltissimi., ed afferrando al volo le più innocenti facezie del libretto per accompagnarle con una risata incoraggiante. Nè si dica che l’esecuzione vi ebbe gran parte, perchè le parti secondarie i cori e l’orchestra furono appena tollerabili, e fra gli artisti principali vi fu chi ebbe bisogno di compatimento, esempio il buffo Ristori, artista valente che sa essere piacevole senza cader nel grottesco nemmeno al cospetto poco imbarazzante del pubblico di Porta Garibaldi, ma che sulla fine appariva evidentemente stanco delle fatiche della parte. Sicuro e disinvolto fino alla fine procedette invece il baritono Graziosi (Dandini), e meglio di tutti, per ciò che è canto, fecero la signora Filippi e il tenore Zanardi-Landi, i quali ebbero momenti di veri artisti. Gli applausi con cui furono rimeritati non si traducono freddamente nelle colonne di un giornale. Allo stesso teatro andò in scena un nuovo ballo - Il Ponte del diavolo del coreografo Felter; tenuto conto dell’esiguità dei mezzi, è un buon balletto, e corre giù liscio, a passo di polka o di walzer, senza sovrabbondanze mimiche. La ballerina Marchetti vi è molto applaudita. La compagnia Ciotti è alla vigilia di far le sue valigie; il Politeama sarà per cura dell’impresa Trabattoni aperto con spettacolo d’opera buffa e col celebre Bùttero. Si diceva che in quest’occasione avremmo riudito un’altr’opera ingiustamente dimenticata, e più ingiustamente perchè nel vigore degli anni, voglio dire Gli Avventurieri del maestro Braga, ma non se ne parla ancora; le novità per altro non faranno difetto; avremo, pare, il Papà Marlin di Cagnoni e la Follia a Roma di Ricci. Il teatro Dal Verme sarà battezzato Teatro Donizetti, e si aprirà non più colla Favorita, ma cogli Ugonotti; la Favorita verrà dopo. Le dicerie, come si vede, si succedono e non si assomigliano. Gli spettacoli della gran stagione alla Scala paiono assicurati; avremo il Ruy Blas del maestro Marchetti, la nuova opera Fosca del Gomez, il Re Manfredi del maestro Montuoro, e il Lohengrin di Wagner. Per i balli fu scritturato il bravo coreografo Pallerini e la prima ballerina Fioretti. Al teatro Carcano giorni sono si volle venire in aiuto dei. danneggiati dall’inondazione del Po con un trattenimento drammatico-musicale. Nella parte musicale fecero gli onori il violinista Marzorati, il signor Carlo Castoldi, valente dilettante di harmonicorde, il professore Quarenghi, la signora Cortesi e il basso De Serini. Tutti questi bravi artisti ebbero applausi molti, ma i danneggiati non se ne trovarono meglio, perchè l’introito non bastò a coprire i due terzi delle spese. > p AULA RINFUSA Nella corrispondenza di Roma del numero passato avvenne un errore tipografico che muta il senso. Dove si parla del progetto di un Liceo musicale, è detto che il Municipio è assai poco ben disposto; mentre doveva dire: è assai ben disposto. v Ci è pervenuto il primo numero del mese di luglio del Segnale di Lipsia; ch’era solito a far vacanza nell’estiva stagione. Bisogna dire che lo abbiano convertito le lagnanze mossegli dai suoi confratelli. -¥■ A Vienna, per il tempo dell’esposizione mondiale, verrà eretto un nuovo teatro, che conterrà 5000 persone. Opere italiane e francesi, balli, concerti, ogni sorta di spettacoli vi avranno luogo. Le spese sono valutate a talleri 250,000.

  • Gli artisti dell’Opéra Comique di Paridi fecero inserire nel Figaro una

lettera a Giulio Stockliausen, già loro collega, colla quale gli fanno amari rimproveri per i sentimenti anti-francesi, phe traboccano in un suo canto patriottico tedesco: la libera Alsazia, testò pubblicato. 4 Come avevamo preveduto, la missiva di Victor Hugo a Wagner era una burletta. In una lettera pubblicata dalla Gazzetta universale tedesca Riccardo Wagner asserisce non aver ricevuto alcuna lettera da Victor Hugo, e suppone che qualche giornalista di Monaco o di Vienna sia l’autore di questa mistificazione. «chè nessun francese sarebbe capace di commettere simile bassezza.» Eppure la famosa lettera, che i nostri lettori conoscono, dev’essere stata pubblicata primieramente dalla Liberté di Parigi. In ogni caso i francesi possono andar fieri dell’omaggio fatto al loro carattere nazionale dal pili tedesco dei tedeschi compositori.