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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 213 doli come va fatto. Non ricomincierebbero; ma qui è diverso.il pubblico è buontempone, lascia fare e vedete quel che ne ricava. Dopo le Passant di Paladilhe che era già noiosetto. venne Dja* mileh di Bizet che non diverti affatto affatto; e dopo Djamilch ecco la Principesse jaune di Saint-Saëns che è ben più noiosa delle due che l’han preceduta. Tre fiaschi di seguito allo stesso teatro e tutti e tre per ismania di non essere melodisti. Mi par un po’violento. Intanto i vagneristi cantano vittoria, dicendo assai speciosamente che se queste opere avessero incontrato il gusto e l’approvazione del pubblico, sarebbero volgari e comuni. Il pubblico non le vuole, dunque sono al di sopra dell’intelligenza ordinaria. Andate un po’a ragionar con questi matti vanitosi! Il più strano in tutto ciò è che dopo la Princesse jaune fu data un operetta di Ferdinando Poise, intitolata Bonsoir, voisin, nuova pel teatro dell’Opéra-Comique, ma cantata altra volta al Lirico. Il pubblico l’applaudì con entusiasmo, meno perchè bella, ma perchè succedeva all’operetta di Saint-Saëns, e di un genere affatto opposto; vale a dire gaia, facile, brillante, originale e sopratutto melodica. Non poteva l’uditorio dell’Opéra-Comique dare una più severa lezione al Saint-Saëns che acclamando con tanto calore il lavoro d’un giovine compositore che non è tenuto in nessun conto dagli orgogliosi coristi della scuola vagneriana. «Musichetta da donna!» dicono essi parlando dell’opera di Poise. Ebbene, la musichetta del Poise è stata applaudita con entusiasmo, quella del magistrale SaintSaëns è caduta di peso. Habent sua fata!... fi. ^A 18 giugno. Notizie del giubileo di Boston — La signora Smeroschi — Spettacoli del CoventGarden e del Drury Lane — Concerto di sir Julius Benedici. I giornali della sera pubblicano il seguente telegramma: «Boston, 18 giugno Ieri venne inaugurato il giubileo. Il signor Banks, membro del Congresso, fece un discorso. V’ebbe un coro di 16 000 voci, un’orchestra di 1,500 strumenti, e un uditorio di 30,000 persone. I cori, con Taccompagnamento di colpi di cannone, riuscirono a meraviglia. Cantò la Rudersdorff; diressero i cori e l’orchestra i signori Gilmore e Strauss. La giornata d’oggi è consacrata a musica inglese, e suonerà la banda dei granatieri inglesi.» La grandiosa idea di Gilmore è cosi un fatto compiuto. Se T arte della musica non vi avrà guadagnato gran che — cosa, che del resto non può dirsi ancora — agli americani resterà la gloria d* aver concepito ed effettuato il festival musicale più colossale che abbia visto il mondo. I dettagli di questo festival sono attesi con impazienza. Vi darò nella settimana entrante una breve descrizione del fabbricato, ove il festival ha luogo, e che diverrà celebre nella storia delle imprese musicali. Ed ora passo subito a correggere un errore, che forse non tutti hanno lasciato inosservato nella mia lettera del 3 corrente pubblicata nel N. 23 della Gazzetta. Non è Faure che comparve come Rigoletto, ma fu Graziane E quindi le osservazioni che seguono, vanno considerate come fuori di luogo. L’Elisir d’Amore ha dovuto nuovamente essere tolto dal programma del Covent-Garden sabbato ultimo per ragione della Smeroschi. Questa simpatica cantatrice non ha le simpatie del clima inglese. Essa ha cantato in vari concerti pubblici e privati e ha piaciuto molto; e si desidera, come potrete credere, vederla in qualche opera. La scelta deH’EZzszr d’Amore non ha tutta la di lei approvazione; e la giovane cantatrice non ha tòrto. I confronti sono inevitabili; e giovane com’è — al principio quasi della sua carriera — essa ha bisogno di contrastare favorevolmente con la Patti, l’Albani, la Lucca, la Sessi, che ha a compagne. Invece dell’Ator d’Amore fu rappresentato sabato di nuovo il Rig eletto, che offrì al Nicol ini l’occasione per un nuovo e più determinato fiasco. È chiaro che Nicolini non può più volare! Le altre opere della settimana sono state Marta, Le Nozze di Figaro, der Freyschütz e Don Giovanni. Nelle prime tre ha brillato il Bettini; nell’ultima il Nicolini, colla differenza che il Bettini ha saputo rallegrar d’applausi la sala, mentre il Nicolini ha preso cura di non disturbarne la tranquillità. Nella Marta apparvero, come nelle rappresentazioni anteriori, l’Albani, Graziani e Tagliafico; nelle Nozze di Figaro, la Luca, la Sessi, la Monbelli, Graziani, Ciampi, Tagliafico e Faure; nel Der Freyschütz la Lucca, la Sinico, Faure, Tagliafico e Capponi; e nel Don Giovanni apparvero la Patti, la Parepa Rosa, Cotogni, Ciampi, Tagliafico e Capponi. Pel giorno 22 è annunziata la Linda con l’Albani, e nel giorno precedente sarà rappresentata La’Stella del Nord, con la Patti. Al teatro di Drury Lane è annunziata per il giorno 20 l’opera di Cherubini, Le due Giornate, col Vizzani, l’Agnesi, la Maria Roze e la Titiens. La Lucia, ch’era stata tolta al Fancelli, è stata a-questo nuovamente restituita; e il Campanini deve aver ragione d’andarne soddisfatto. Nella Lucia, come negli Ugonotti, il Fancelli lascia ben poco a desiderare. Accortosi d’aver fatto uno splendido acquisto il Mapleson annunzia a grandi caratteri sempre la comparsa del Rota. Il nome di questo egregio artista è ora accoppiato colle stelle maplesoniane, le quali, a dir vero, non sono poche. La stampa inglese è unanime in tributare omaggio alla Trebelli-Bettini, la quale è detta il miglior contralto che sia ora sulle scene italiane. Questo meritato omaggio è stato strappato dalla Trebelli colla di lei rappresentazione del Trovatore, il quale è stato ripetuto due volte davanti a pubblico numerosissimo e fashionable. Fra i concerti farò menzione di quello di sir Julius Benedict al Fiorai Hall. Sir Julius Benedict, sebbene gran personaggio, non sdegna di accettare i gratuiti servizi di tutta la compagnia di Gye in ricompensa dei guadagni ch’esso fa fare a quest’ultimo facendogli affittare ad altissimi prezzi gli artisti per serate private! E però una consolazione vedere il programma di quest’anno, il quale non comprendeva che 37 pezzi, mentre negli anni scorsi soleva passare la cinquantina! Il concerto ebbe luogo ieri, e veramente straordinario fu il concorso di gente. E.sso fruttò forse non meno di cinquantamila franchi al nostro sir Julius Benedict. G. Rimandiamo al prossimo numero la pubblicazione dei carteggi da Venezia e da Berlino, giuntici troppo tardi. MILANO. I teatri e le cose musicali della settimana non offrono il tanto di una rivista. Il Politeama è occupato dalla compagnia equestre Ciotti, il Fossati continuò poco allegramente le rappresentazioni del Matrimonio Segreto, e il teatrino estivo, approfittò delle benignità atmosferiche per ritentare il Granduca di Gerolstein. e il Barchett de Boffalora. Tutta la musica fu a ciò ristretta. Ieri però si apri il Re (nuovo) col Trovatore, di cui diremo nel prossimo numero; succederà la Lucia e poi V Ebreo. Il Fossati promette sempre la Cenerentola-, e intanto ha dato il balletto Carotin, che è abbastanza divertente. Vi si fa applaudire la prima ballerina signora Marchetti. GENOVA. Ci scrivono in data del 21 corrente: L’opera nuova del maestro Emilio Sozzano rappresentatasi ieri sera al Doria d’innanzi a scelto e affollato pubblico fu giudicata degna di figurare nel repertorio moderno. Libretto orribile — musica elaborata con sentimento e studio — esecuzione discreta — Maestro ebbe 22 chiamate di buona lega — orchestra ben diretta. FIRENZE. Il Mosè, al teatro Principe Umberto, valse applausi al basso Nerini, eccellente protagonista, alle signore Persiani, Brusii e Binda ed ai signori Piazza, Magnani e Bartolucci. SALERNO. Ottimo esito la Favorita, che ebbe ad interpreti la Guadagnini, Bignardi Morghen e Contedini; applausi a tutti e in ogni pezzo; l’ultimo atto fu una vera festa. MALTA. Ci scrivono: La Sonnambula, fu un trionfo per la Cititi, che ebbe applausi, chiamate, fiori e dovette ripetere la cavatina e il rondò, e pel tenore Rompini Boncori, giovine artista di bella voce e di bei modi di canto. Bene il Proni (Conte). MONACO. Il 28 maggio fu data la prima rappresentazione d’un’opera storica e patriottica di Weissheimer — ■ Teodoro Koerner — ma l’esito non corrispose alle aspettazioni; manca alla musica il sentimento drammatico, e la ricercatezza pesante degli effetti è lungi dal compensare questo difetto. BARCELLONA. Al teatro del Liceo ebbe splendido esito la Saffo, eseguita da Carolina e Teresa Ferni, dal baritono Giraldoni e dal tenore Aramburo. Applauditissimi tutti; cori ed orchestra irriprovevoli.