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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 205 neo-alemanna, musica ciotta (o noiosa). Questa Principessa gialla non è peraltro che un’opera in un atto, con due personaggi, un tenore ed un soprano, senza cori. Sicché, quand’anche dovesse annoiar il pubblico, non l’annoiereb.be lungo tempo. La prima rappresentazione avrà luogo questa sera. Vi spedirò forse qualche riga di proscritto, e se vi arrivo a tempo li aggiungerete alla presente, per farne conoscere il risultato. Fin d’ora son sicuro che si dirà «C’est bien écrit». Quando odo dire d’un’opera, che è scritta bene, tremo. Scritta bene, vuol dire scritta scientificamente, bene istromentata, ma senza la menoma idea, senza la più breve melodia. E come quando vi si dice che una donna è ben fatta. Nove volte su dieci avrà belle forme, ma sarà un mostro nel viso. Mi si scrive da Londra che al Covent-Garden la nuova opera del principe Poniatowski, Gelmina, la cui protagonista è l’Adelina Patti, ha ottenuto un esito molto felice, che maestro e cantanti sono stati più volte chiamati al proscenio. Ed ho letto nei giornali inglesi che mi arrivano qui articoli d’elogio pel compositore e per gli artisti, sopratutto per la Patti. fi. fi. LONDRA, 11 giugno. Gelmina del maestro Poniatowski al Covent-Garden — Il tenore Campanini. Ieri sera sulle scene del Covent-Garden ebbe luogo la seconda rappresentazione di Gelmina, nuova opera in tre atti del maestro principe Poniatowski. Il libretto è d’un tal F. Rizzelli; è tutto quello che può dirsi in merito al medesimo è ch’esso è letteralmente orribile. Il Rizzelli ama evidentemente gli orrori. Ma per darvi un’idea del dramma vi dirò qualche còsa intorno ai personaggi principali. «Il conte Adriano è un ricco signor tirolese, circondato da compagni i quali al paro di lui mettono in ridicolo la virtù della donna. Fra Giovanni è un altro birbante matricolato, il quale, dopo aver commesso delitti inauditi nella sua prima gioventù, s’ingegna di fuggire le pene meritate; e in espiazione dei medesimi va coi Crociati per ammazzare quanti Saraceni gli capitano davanti. Finita la campagna, torna al suo villaggio nativo coll’unto del signore — un monaco del modello accettato dai romanzieri di mezzo secolo fa, i quali scrivevano a edificazione dei nostri antenati! Gelmina poi è la bella del villaggio — una giovine paesana, perdutamente amata da Silvio, un altro paesano. Se Gelmina ricambi l’amore di Sivio, è quanto non posso dire; certo essa lo tratta freddamente quasi, vorrei dire, come Adina tratta Nemorino nell’A’A^zr d’Amore. Frattanto il conte Adriano, signore del villaggio, ha posto l’occhio in lei; e trovatala renitente, la fa rapire a forza dai suoi dissoluti associati e la fa trasportare nel suo castello, di dove giunta al momento critico è liberata da Silvio, accompagnato da una banda di paesani, i quali avevano risoluto di porre fine alla sua tirannia e alla vita del conte. Per conciliare Silvio e i paesani, il conte allora afferma esser suo solo desiderio quello di sposar Gelmina — ma Fra Giovanni dichiara impossibile il matrimonio. Gelmina, vista l’azione di Silvio, comincia ad apprezzarlo; ma disgraziatamente Silvio è divenuto pazzo. Il ratto di Gelmina gli ha tolto la ragione. La sua pazzia consiste nell’idea fissa d’uccidere il conte Adriano, e con tale idea prende per l’oggetto della sua vendetta tutte le persone che vede, eccettuato il conte Adriano! Certe confessioni di Fra Giovanni qui lo rivelano come il padre non solo del conte Adriano, ma anche di Gelmina, e lo mostrano anche come assassino della madre di Gelmina. Il conte Adriano, dopo tali confessioni, cambia vita; incontrasi con Silvio, ma questi non lo riconosce, e finisce per uccidere Gelmina, la quale muore d’una morte lenta. Silvio riacquista la ragione, come per incanto e il conte Adriano diventa una brava ed eccellente persona, che continua a viver felice sotto l’egida del suo strano e convertito genitore. Il principe Poniatowski ha scritto, sopra tal soggetto, musica davvero eccellente. Che tutte le melodie dell’opera suonino originali, certo no; ma ve n’ha anche di originali, e per quanto sia mal disposta la critica di certi giornali, è impossibile non riconoscere che la nuova opera del Poniatowski è piena di meriti. Mancanza assoluta1 di tempo mi costringe a rimettere i dettagli a un’altra volta, cosa che farò anche più volentieri poiché le due prime rappresentazioni hanno. lasciato non poco a desiderare. L’orchestra avea bisogno di studiare un po’ più; e gli artisti, ad eccezione della Patti, la quale ha fatto meraviglie, avevano anch’essi assoluto bisogno di rinfrancarsi nelle loro parti. Il principe e la principessa di Galles assistettero alla prima rappresentazione. Il Campanini ha nuovamente fatto chiasso nel Trovatore. A proposito di questo artista è necessario ch’io dica come non sappia dividere l’opinione altissima che ne ha la stampa locale. Nel raccontare le lodi inglesi sul suo conto non faccio che F ufficio di cronista. Il fatto è certo che in tutte le società private dove il Campanini ha cantato, esso ha perduto letteralmente tutta la popolarità. Io credo che col tempo, e forse più presto che mai, il suo vero valore sarà apparente al pubblico in generale; frattanto noterò che oltre la scrittura alla Scala, esso ne ha accettato una per l’America con Strakosh per 6 mesi, a 20,000 fr. al mese. — Al Bettini è stata offerta la somma di due mila sterline pel gran giubileo di Boston, e aneli’esso ha rifiutato, come la moglie alla quale, come sapete già, ne erano stati offerte quattro mila. £ ROMA. Ristabilito in salute il tenore Massimiliani, il Ballo in maschera ebbe accoglienze festose. Oltre il tenore vi ebbero applausi le signore Scheggi, Colariett e Morotto-Tamanti, e specialmente il baritono Ciapini, che dovette ripetere la sua romanza. PADOVA. La Dinorah, andata in scena il 12 corrente, ebbe successo felicissimo. Fu molto applaudita la sinfonia, e i singoli artisti ebbero buone accoglienze. Emerse la De Maesen che dovette ripetere il valzer dell’Ombra; ottimamente Pantaleoni (Hoel) che cantò la romanza del terzo atto con squisito metodo; esatto e disinvolto il tenore Minetti. Bene l’orchestra, diretta dal maestro Faccio. MALTA. Splendido esito eb^e il Faust, benissimo interpretato dalla Ciuti, dalla Cucchi, dal tenore Serazzi, dal basso Proni e dal baritono Carnili. Vi furono applausi a tutti, specialmente al tenore, alla Ciuti e al baritono Carnili, che fu un Valentino intelligentissimo. TRENTO. Ci scrivono: Esito lieto il Faust, eseguito dai coniugi PozzoniAnastasi, dalla sig. Beatrice Cosmelli, dal basso Moriami e dal baritono Orsi. Applausi a tutti, e specialmente al basso Moriami, un Mefistofele perfettamente in carattere, a cui fu fatta ripetere la canzone Dio delirar.