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194 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO Sabato, 8 giugno. Alla vigilia di avere due teatri di più, Milano ha un teatro di meno; il Re (vecchio) ha dato ziffìcialmente il suo ultimo saluto lunedì passato col Barbiere di Siviglia. Per chi ama i ravvicinamenti di date dirò che fu inaugurato nell’avvento dell’anno 1813 col Tancredi. Così Rossini che gli aveva aperto gli occhi fu chiamato al pietoso ufficio di chiuderglieli per sempre. La storia di questo teatro è su per giù la storia di tutti i teatri, divisa per allori e per fiaschi, ma è pure la storia della vita drammatica d’oggidì; fu al lume di quella specie di lampada funeraria appiccicata alla vòlta che le reclute dell’arte guadagnarono il loro bastone di maresciallo. Cinquantanove anni di vita non sono troppi davvero per un teatro e fu un’ingiustizia atroce l’aver in questi ultimi anni aggiunto al suo nome l’epiteto poco ambito di vecchio. Certo dei suoi dolori fu questo il massimo, ma non si può dire nemmeno metaforicamente che tale dolore lo abbia spinto più presto nel sepolcro. Del resto egli portava assai male i suoi anni; era solcato da rughe profonde, era afflitto da acciacchi insanabili, che si sforzava invano di dissimulare nei giorni d’entusiasmo. Aveva per lo meno 59 anni più della sua età. La sua eredità lascia molte belle memorie,,molti orgogli ancora vivi e alcuni dolori senza conforto. Voi li avete visti: una dozzina di canuti frequentatori che non mancavano mai ad una prima, ad una seconda, ad una terza rappresentazione. Erano sempre i primi ad arrivare e gli ultimi a partire, fedeli anche nelle maggiori miserie. Ogni anno il piccolo drappello andò assottigliandosi; l’altro giorno erano pochi, assai pochi, ascoltavano l’allegria del Barbiere di Siviglia e forse erano profondamente mesti; gli è che essi riudivano in quel mentre le note del Tancredi, cantato dalla Celebre Maria Carlotta Bassi, contralto, dalla signora Maria Valsuani Spada, dal tenore Bordogni e dal basso Weber, l’anno di grazia mille ottocento tredici. Povera canizie! Gli onori funebri al teatro mi facevano dimenticare la rappresentazione; oimè, non fu splendida come si sperava; immenso concorso, ma esecuzione mediocre, molto, troppo mediocre. La signora Filippi nella parte di Rosina fece quanto seppe meglio, e riuscì a farsi applaudire, ma era parsa a tutti più meritevole d’applausi nell’Italiana in Algeri. Disse l’aria Una voce poco fa con gusto e con sufficiente fedeltà, non permettendosi che qualche lievissima modificazione ai gorgheggi di Rossini che pajono scritti per un usignuolo. Il tenore Zanardi-Landi fu pure in quest’opera inferiore al suo primo successo; ebbe momenti di debolezza, e non meritò applausi entusiastici se non nell’aria Io son Lindoro. Avverto che l’ultima rappresentazione era appunto a suo beneficio, e che in questa occasione cantò l’aria della Marta «M’apparì» con molto sentimento. Meglio di quanto si potesse sperare fece il baritono Panizza, il quale seppe piegare la sua voce indocile alla grazia del Figaro senza violenze apparenti. Faceto al solito il buffo Galli; tollerabili gli altri. Il Politeama annunzia per stasera il Rigoletto, colla signora Giussani, col tenore Villa e col bravo Viganotti. L’altro di diede il suo terzo ballo: La Rasiera, che però non ebbe la fortuna dei due precedenti; è un ballo tutto di grazia, povero di mimica drammatica e di scenografia; un magro filo d’acqua zampillante in tutto e un filo di luce elettrica più magro dello zampillo. Una splendida esecuzione soltanto avrebbe potuto farne un trionfo; ma al contrario, salvo nel primo ballabile che fu eseguito bene assai, ei furono molte incertezze. Se si saprà farle sparire, il successo non potrà mancare, perchè, lo ripeto, i ballabili sono di molto buon gusto. La nuova prima ballerina, signora Aristea Pezzi, riuscì a vincere certe ostilità ingiustificate e a farsi applaudire. Si parla molto dell’inaugurazione dei nuovi teatri. Quello di Piazza Castello sarà, dicono, pronto per la fine d’agosto, e verrà aperto con spettacolo d’opera e ballo. Si va più oltre e si dice che le opere scelte sono la Favorita e A’Olema di Pedrotti; v’è anche chi promette la Galletti e Giraldoni. Disgraziatamente a promettere non costa nulla! L’altro teatro di Piazza San Fedele non sarà pronto prima del mese di Dicembre; la commedia, se pure ne avremo prima d’allora, si raccomanderà alla misericordia di Santa Radegonda. Il maestro Amintore Galli fece eseguire a Finale-Emilia un suo oratorio, e tale fu il successo in chiesa, che lo si ripetè in teatro. Il bravo violinista Giuseppe Sasso, uno dei migliori allievi della celebre scuola del Giorgetti, in Foligno, ha formato ed istituito un quartetto con alcuni dei propri scolari per intraprendere una escursione artistica in Germania. Flotow, lasciando Parigi, ha portato seco il libretto d’un’opera in quattro atti del signor Saint-Georges. La musica sarà pronta per l’inverno prossimo. ¥ Miss Wessley, l’organista della chiesa di Santa Margherita Patterns nella City a Londra, ottenne testé un’indennità di lire sterline ICO dalla Compagnia Trannway, per ferite riportate dalla caduta d’un vetro nell’interno d’una carrozza della società. Al Conservatorio di Mosca fu recentemente eseguito l’Orfeo di Gluck, con grande successo. Quest’opera verrà eseguita un’altra volta nel corrente mese alla presenza dell’imperatore di Russia.

  • Un compositore russo a Pietroburgo, Faminzin, diè compimento ad

una grand’opera russa in cinque atti, Sardanapalo, il cui libretto è tolto dal poema di Byron. A Dresda fu aperto nello scorso maggio il nuovo teatro Erminia. V Nell’ultimo concerto dell’Unione degli Oratorii in Augusta furono eseguite le seguenti interessanti composizioni: Cantici spirituali di Palestrina, Lasso e Mozart, aria di Stradella, mottetto di Bach, aria del Giosuè di Handel, Salmo 43.° di Mendelssohn, sestetto di Beethoven, madrigali di Dowland e Morley, canti italiani di Scarlatti e Pergolesi, canti popolari francesi, pezzi per pianoforte di Mozart e Gluck, Il Vecchio di Haydn, pezzi per pianoforte di Schumann e Chopin, melodie di Weber, Spohr e Schubert, quartetto di Hauptmann. Durante l’esposizione politecnica a Mosca (nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre) si daranno dieci concerti sinfonici nei quali verranno eseguite composizioni di Glinka, Seroff, Dargomygschsky, Werstoffsky, A. Rubinstein, Balakireff, Korsakoff, Diitsch, Mussorsky, Tschaikowsky ed altri maestri russi. ¥ Una parte del grande edifizio per la festa di Boston fu abbattuta da un turbine il 26 aprile. Il rumore della caduta fu udito ad alcune miglia di distanza. Una delle torri rovesciate era già elevata a 110 piedi. Fortunatamente non vi furono vittime, chè il crollamento ebbe luogo di notte. Si spera di ristabilire l’edificio in breve tempo.

  • A. Brema ebbe gran successo una nuova opera corale, Odysseus, del

maestro Max Bruchs. Alla celebre processione dei saltatori a Echternach presero parte, it giorno della Pentecoste di quest’anno, 24 ecclesiastici, 10 portatori di han—