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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 193 I giornali hanno fatto un gran parlare in questi giorni del nuovo teatro di Beyreuth. Wagner nella prefazione del libretto dei Neibelungen spiega cosi il disegno e l’ufficio di questo teatro: «La sala avrà la forma di un anfiteatro; e l’orchestra sarà nascosta agli sguardi degli spettatori. L’importanza di questa disposizione riuscirà evidente a tutti coloro che assisteranno alle nostre rappresentazioni; le quali aspirano ad ottenere l’impressione reale di un’opera drammatica. — I movimenti meccanici de’ sonatori e, sopratutto, quelli del direttore, distraggono lo spettatore. Il frastuono ingratissimo delle accordature preliminari lo infastidiscono. Quanto non sarà e più puro e più bello il suono di un’orchestra uscente come da un muro sonoro? Quanto non guadagneranno i cantanti e rispetto alla voce e rispetto all’espressione della fisonomia, trovandosi immediatamente in faccia all’uditorio? E dalle parole che s’udranno tutte e distintamente, quanto non guadagneranno il dramma e il poeta?»

Il monumento a Schubert, inaugurato il 15 maggio a Vienna, rappresenta il celebre compositore seduto, tenendo nella mano sinistra un libro aperto che stringe contro il petto. Tre bassi rilievi di marmo ornano il piedestallo: la fantasia musicale sotto la forma di sfinge misteriosa, la musica vocale e la musica istrumentale. La faccia di prospetto porta l’inscrizione: Alla Memoria di Franz Schubert La Maenner Gesangverein di Vienna 1872. Parlando ée’Africana a Reggio, l’Appendicista del Monitore di Bologna ei tira una sassata accennandoci di avere alcuni mesi sono smozzicato e riportato a brani la sua dotta critica dell’^zTU Gli dobbiamo una riparazione e non sappiamo far di meglio che riportare senza smozzicature la parte dell’appendice con cui accusa noi, e discolpa sè medesimo dalla taccia che nessuno gli ha dato di aver fatto della critica prevenuta. Siccome nonostante questo atto di arrendevolezza non è dificile che dopo la riproduzione dell’àzda in qualche altro teatro d’Italia, l’autore si ricordi di noi e ei accusi di non aver riprodotto l’intera appendice, rispondiamo fin d’ora che anche la Rubrica Amena deve avere un confine. Morto il maestro ei voleva Mariani per interpretarne (dell’Africana) completamente il pensiero: a Londra e a Parigi aveano dichiarata ineseguibile la stupenda conclusione della scena del Consiglio: noi l’abbiamo udita ed è uno degli squarci più potenti di musica che si possa immaginare. Mi riassumo in due parole: fra questo tedesco che riconosceva altamente dall’Italia l’ispirazione che lo fece grande, e Giuseppe Verdi che stanco quasi di vera gloriar si sforza di affogare la sua esuberante italianità in un guazzabuglio di astruserie nebulose come la coda di una cometa, e contrappone alla divina perspicuità della musa che creò il Ballo in maschera, il Rigoletto, il Trovatore, le smozzicature, le ricercatezze, le convulse frasi dell’Aida, io sono costretto a preferire il tedesco (1). Volete della sapienza di armonie, della ricchezza di strumentatura, del drammatismo eloquente? Dove mai si potrebbe trovarne di più che nella Africana? Ci è la scienza ma ei è sempre anche l’arte, e che arte! Ci è l’armonia, ma la melodia non manca mai, e canta sempre, sempre, dalla prima all’ultima battuta (2). Del resto, poiché l’amico Mariani me l’ha rammentato, amo dire un fatto il quale proverà quanto si ingannino i signori Ricordi quando suppongono che la mia critica àeìTAida fosse prevenuta (3). Appena ricevetti communica(1) Glielo crediamo, poveretto! (2) Invece nell’Aida non ei è nulla di tutto questo — e nel Lohengrin invece ei è; e ei sarà nel Tannhauser, speriamo. (3) I signori Ricordi non suppongono nulla. Perchè mettere le mani innanzi cosi? Quale imprudenza, signor Franco, quale imprudenza! zione del telegramma che annunciava urbi et orbi il colossale successo delVAida al Cairo, mi affrettai di mandar la buona novella a Mariani che allora giacea pericolosamente infermo e lo accompagnai con parole della più viva soddisfazione pel nuovo trionfo del genio italiano (4). Mariani di rimando mi ringraziò unendo le espressioni della sua soddisfazione alle mie. Ciò prova (5) qual fosse la mia prevenzione quando ebbi a recarmi a Milano, onde apprezzare il nuovo lavoro del grande maestro. È piuttosto da notare la mala fede dei signori Ricordi i quali smozzicando gli articoli da me pubblicati li ristamparono a brani onde far credere agli ingenui lettori che il povero Franco fosse un cretino o un basso Aristarco, un botolo ringhiante alle calcagna dell’illustre maestro. (6) Per buona sorte il Monitore di Bologna non è un giornale clandestino, e il tempo è galantuomo. Ci rivedremo a Filippi; sia detto senza calembourg (7). Duoimi di non avere incontrato a Reggio il famoso signor Prospero Bertani, che a torto si vuol mettere in ridicolo, perchè ha avuto il coraggio di avere una opinione sua e di esprimerla sotto una forma bizzarra e originale: avrei cenato volentieri seco (8) e stia sicuro che non mi sarebbe venuto in mente di mandare la lista agli eredi di Giacomo Meyerbeer, nè molto meno alla rappresentanza della sua nativa città cui debbo una cosi bella serata e a cui mando dal cuore un grazie in nome dell’arte, figlia privilegiata della madre Italia. Franco. ¥ La Liberté pubblica con riserva una lettera che le fu inviata come copia d’un autografo di Victor Hugo. È un gioiello di pensiero e di stile che traduciamo per darne un’idea ai nostri lettori, avvertendo che ei pare assolutamente uno scherzo. A RICCARDO WAGNER ’ VICTOR HUGO E perchè no? Perchè egli è alemanno? Alemanno, sì! Tentone, no! Indietro, Pigmei, che vedete il granello di sabbia e non vedete la montagna! Si egli è montagna, come me; come egli è montagna, per la sua potenza, al par di mè egli è vallea per la sua modestia. Salute o fratello! Silenzio i nani, in ginocchio i latranti, Omero saluta Orfeo, la luce saluta l’armonia, il presente saluta l’avvenire! Il presente non è forse Tavvenire? L’avvenire non è forse il presente? Non vi ha che la sciocchezza delle politiche per tracciare una barra a traverso l’eternità. Dio se ne ride, e noi ne ghigniamo con lui, perchè noi siamo figli di Dio, tu ed io, ed osiamo confessarlo. Quando ho appreso che i beffeggiatori ringhiano contro la tua autorivelazione, io mi sono detto: egli è mio figlio o per lo meno mio fratello! Bisogna che io gli stenda la mano. Dio si afferma; egli ei ordina. Affermatevi l’un l’altro! Chi dunque sarebbe degno di glorificarci, se non noi stessi, che siamo la gloria! Avanti dunque, maestro! i secoli fremono d’impazienza di vederti arrivare. 0 Riccardo, o mio re! così cantava il trovatore delle crociate di Gesù Cristo. 0 Riccardo, o mio re! così canto io, trovatore delle crociate di Danton. Sì, tu sei re! Tu sei il re dei re! Perchè essi sono ai tuoi piedi e ti leccano le mani, felici di attaccarsi al carro del tuo trionfo, come i re prigionieri furono attaccati al carro di Sesostri. Un re che paga è un suddito; un suddito che riscuote è un re! Sì, prendili senza titubare questi buoni gulden del tuo buon re Luigi, lo amo i gulden; essi sono dolci e bianchi, e non stillano sangue come l’aspro tallero, monnaie de chandelle (sic) delizie nauseabonde dei Samojedi della finanza. Luigi, per noi, non è un re, perchè egli non è guerriero. Tu puoi senza arrossire permettergli di pagare il suo tributo • alla tua opera: compila! io compirò la mia! All’alba del tuo gran giorno, io, il principe-popolo degli Stati Uniti di Europa, verrò ad applaudire colle mie mani sacre alle folgori tonanti del Giove dei Niebelungen! Io sono la musica degli Stati Uniti d’Europa, che sono la musica dell’avvenire della politica. Dunque, è detto: verrò a Bayreuth per porre il marchio del genio francese all’istromento del genio alemanno. Perchè, sappiatelo popoli! l’Alemagna non è già a Berlino. Berlino è la Teutonia; Berlino è il crepuscolo, l’aurora è Bayreuth. Parigi saluta Bayreuth! 28 maggio 1872 Victor Hugo Rue de la Rochefoucauld, N. 66. (4) Quanta degnazione! il telegramma mandava la notizia urbi et orbi, e subito il signor Franco ne informa Mariani infermo! Quanta verginità d’entusiasmo per l’arte! (5) L’argomento è stringente. (6) Si tranquilli il signor Franco; i nostri ingenui lettori non hanno creduto nulla di tutto ciò (7)??!!! (8) Oh! l’amore per l’arte!