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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 189’ suo onorario, non riuscì a farsi applaudire nella cavatina «La donna è mobile»! Bisogna però aggiungere che se l’udienza non rimase soddisfatta del canto di quel tremolante tenore, parve pienamente paga della sua apparenza ducale! Il Campanini, mal giova nasconderlo, non fa progressi meravigliosi nel favore del pubblico. La stampa continua ad ammirarlo ostinatamente; e Mapleson, che comincia ad aprir gli occhi, jiar risoluto a non fargli abbandonare il suo cavai di battaglia. É perciò che anche questa settimana avremo al Drury Lane la Lucrezia Borgia. Il Campanini s’è permesso di spaziare sovra campi meno favoriti i suoi mezzi artistici a più d’un concerto; e il risultato è stato anzi che no sfavorevole alla sua giovine popolarità. I giornali recano l’incredibile novella che il maestro Offenbach abbia ricusato una somma di ventimila lire sterline per cento rappresentazioni delle sue migliori operette in America. Che gli americani siano generosi tutto il mondo sa oramai; ma perchè farli più generosi di quello che siano? 26 Maggio. Primo esperimento dell’Accademia regia di musica — Joachim e la Contessa S... — Una pianista quindicenne — Professori dell’Istituto — Il fondatore di wz nuovo istituto e inventore della’ Bevanda Regia — Il sistema Helmhotz — Uno scavatore di tesori musicali — Altre cose amene — Una notizia mesta. L’accademia regia di musica {Koenigliche Hochschule fuer ausuebende Tonkunst), diretta dall’esimio violinista prof. Joseph Joachim, diede il suo primo esperimento pubblico pochi giorni fa nell’aula del Liceo Guglielmo, davanti a una riunione non composta che delle notabilità delle arti e delle scienze. Questa mattinata fu un avvenimento unico nella vita musicale della nostra Berlino, e non è poca cosa se si pensa ai magnifici concerti musicali avuti nell’inverno scorso Se vi dissi che i quartetti Joachim furono quanto di meglio ei forni la stagione passata, vi dirò ora che questa prova li sorpassò quanto all’effetto artistico e quanto agli applausi meritati dell’uditorio distinto e non facilmente soddisfatto. Mi permetterete di dirvi in poche parole la storia dell’istituto. Fondato per un capriccio della moglie dell’ex-ministro delle belle arti Muehler, per poco non cadde appena fiorente per opera della sua stessa fondatrice, consigliata dalla famosa contessa S... (massima ammiratrice del Wagner che ora trovasi a Bayreuth), alia quale non piacque in niun modo la corta vista musicale del direttore Joachim, che si mostra ordinariamente antagonista risoluto della nuova scuola tedesca e del suo creatore Wagner. Ne conoscete l’esito: Joachim diede la sua dimissione, tutti gli scolari suoi la sottoscrissero e l’imperatore scrisse al dìmissionario una lettera d. d. Ferrières in cui gli dava pieni poteri nelle cose dell’accademia di musica. Segnò questo fatto naturalmente la caduta del ministro, o meglio della famosa sua consorte. (Allora nelle cose artistiche vi’ geva tra noi il reggimento delle donne, ed è in quel felice tempo che fu coperta nella galleria di pitture una Venere nascente dalla schiuma perchè troppo nuda! o sancta simplicitas!) Finora quest’istituto musicale non aveva mai dato segni di vita e gli avversarli dello Joachim fecero menzione di questo silenzio, sempre che loro era dato l’occasione, credendo veramente fatte vane le grandi speranze ispirate da quella scuola; ma Joachim non riposava in quel tempo e mostrò alla prova che fu giusto il suo silenzio. La massima gloria provennegli dalla classe d’orchestra ad arco; immaginatevi 40 violinisti giovani, nello stesso modo le viole, violoncelli e contrabassi, che suonano con una finezza, accuratezza e leggierezza d’arco come se fossero un solo quartetto. Eseguirono stupendamente nulla meno che la difficilissima fuga Op. 59 {do maggi) di Beethoven, cosa non lieve per un quartetto buonissimo. D’un effetto grandioso era il crescendo dei primi violini, ripetuto poi dai secondi, ed i trilli, passaggi, staccati, legati, come d’un solo stromento. L’orchestra eseguì un concerto di Haendel, un’aria della Suite di G. S. Bach e la detta fuga, e due allievi molto distinti, i signori Brode ed Haenflein, suonarono con accompagnamento dell’orchestra un concerto doppio di G. S. Bach. Non fecero che pieno onore al maestro loro, specialmente nel sublime e quasi impareggiabile adagio di ■ questo concerto; i due violini principali unironsi, cantando un inno con tanta espressione che la penna non può descriverlo ed accompagnati dagli accordi misteriosi dell’orchestra. Della classe dei pianisti non erano rappresentati per questa volta che tre allievi: la signorina Schi— chau col signor Spengel eseguirono una sonata a due pianoforti di Mozart, pezzo che è certo fra le migliori creazioni di quel genio immortale. Benché fosse molto accurata e di molto gusto musicale l’esecuzione, fu pallida al confronto di quella della Fantasia {fa diesis minore) di Mendelssohn, d’un’allieva polacca, appena quindicenne, Natalia Janotha, la quale, continuando in questa via, sarà un giorno una pianista come mai ne abbiamo avute nel mondo. Non dico troppo, e ciascuno che conosca questo pezzo diffìcilissimo, saprà che anche eseguita in tempo moderato richiede una grande tecnica di virtuoso, ma la Janotha lo suonò rapidamente, mostrando incredibile forza e pieghevolezza prodigiosa delle dita. Naturalmente non è alla stessa altezza la sua intelligenza artistica, cosa che non si acquista che col tempo e colla maturità degli anni. Felicitiamo il bravissimo direttore dell’avuto successo, e speriamo che fra poco avremo un’altra prova in cui intenderemo anzi le composizioni degli allievi che studiano alla scuola del chiarissimo contrappuntista Federigo Kiel. I maestri dell’istituto adesso sono: lo Joachim (violino I part.), il De Ahna ed il Rappoldi (violino II e III part, e viola), il Mueller (violoncello), il Rudorff, Donc, Barth, Grabau (piano), lo Schulzel (canto), il Kiel (contrappunto e composizione), lo Haertel (armonica), lo Haupt (organo). Un contrasto curioso a quella scuola ’forma un altro istituto che ha quasi lo stesso nome {Freie deutsche Hochschule fuer Musik), fondato da poche settimane da un ricco cerretano, Carlo Jacobj, inventore della Bevanda regia {Koenigstrank) (che non guarisce tutte le malattie, come dice il nuovo Dulcamara, ma gli porta immenso guadagno ) con un capitale di 70,000 talleri (lire 262,500) ed avendo per base artistica le massime ed i principii di Wagner. Ogni allievo riceve dopo la lezione un cucchiaio di bevanda regia e i maestri una fiaschetta! Ma la sfortuna cammina presto: lo Jacoby ebbe l’idea infelice di far direttore di quest’istituto un certo conte Fyskiewicz, uomo oscuro e matto. Costui introdusse il nuovo sistema Helmholz che ha di 31 gradi la scala musicale, distribuì in due parti la scuola, insegnando nella prima la - musica speciale - che ha la base nel G. S. Bach, nella seconda - l’arte scatenata - che comincia dalla nona sinfonia di Beethoven; ed espone con gran rumore le sue opinioni invalide in tutte le gazzette. Ora i maestri scritturati e pagati benissimo se ne infastidirono e diedero, tranne il Fuchs, cavatore dei tesori musicali, come egli stesso s’intitola, le loro dimissioni. Il Fyskiewicz prese la cosa con grande indignazione, e fece di nuovo una grandiosa reclame nelle gazzette, conchiudendo la sua filippica nello stile curiale:» Considerando che le prove della classe dell’orchestra dell’accademia regia musicale sotto il prof. Joachim superano non solamente ciò che s’aspetterebbe d’allievi giovani, ma sormontano assolutamente le prove delle orchestre celeberrime della Germania e dell’estero, essendo per me il massimo ch’io abbia inteso fin dall’esecuzione della nona sinfonia sotto la direzione di Riccardo Wagner in Dresda nella Pentecoste nel 1849, Decretiamo:»Che non sia insegnato mai lo studio del violino nel Conservatorio nostro, ma quegli allievi che mostrino talento per il violino e sieno poveri, sieno istruiti a nostre spese nell’accademia regia». Finalmente una notizia mesta: Hugo Ulrich, uno dei giovani compositori tedeschi più distinti per ingegno è morto nella miseria profonda. Era il creatore della celebre Sinfonia trionfale, che fu scritta per il concorso a Bruxelles nell’occasione delle nozze del conte di Fiandra nel 1853, ed ebbe il premio d’una medaglia d’oro fra 23 concorrenti dei più celebri, fra i quali anche lo Schumann. Scrisse poi parecchie altre sinfonie, delle quali la migliore è quella in si min.; e viaggiando per due anni in Italia vi scrisse molta musica da camera ed un’opera. Negli ultimi tempi era divenuto quasi cieco, e s’era accasciato in una melanconia profonda, da cui lo liberò la morte. Ff O. TEATRI PARMA. Ci scrivono in data del 31 maggio: Si chiuse trionfalmente il nostro spettacolo col Don Sebastiano, che dalla prima all’ultima sera andò sempre guadagnando nel favore del pubblico. Alla Waldmann fu presentato dopo la romanza dell’atto secondo ün magnifico bouquet, nel quale si leggevano distinte a fiori le parole Amneris - Zaida. Furono sparse a centinaia le copie di un sonetto in di lei onore. Il Capponi fu chiamato cinque volte dopo la romanza dell’atto secondo e tutti gli artisti più volte alla fine dell’opera. Vi assisteva da un palco di terza fila il maestro Verdi. VERONA. Buon esito il Don Checca. La signora Clementina Flavis-Cencetti vi fu appi auditissima. Si attende il Crispino e la Comare. TRIESTE. La stagione teatrale al teatro Armonia è finita prima del tempo-, gli artisti perdettero l’ultimo quartale. ANCONA. Nella Favorita piacquero assai la Destin, il tenore Carpi e Bellini. Ma dopo una rappresentazione si ritornò alY Africana.