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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 181 FIRENZE. Cogliamo da un’appendice della Nazione del nostro corrispondente Biaggi: Un raffreddore non leggiero e ostinatissimo impedì al Pagliano la rappresentazione della Marcellina, opera del giovine compositore signor Auteri-Manzocclii, e della quale aveva pure avuto luogo e con esito felice e promettente, la prova generale. Perchè veramente non poteva altro, il signor Toressi non ha che accennata, come dicesi, la sua parte; ma ciò non ostante cinque o sei pezzi riuscirono di bellissimo effetto; e fra questi, segnatamente, il primo preludio stromentale, commendevole per fantasia e per bontà di fattura: i pezzi concertati che chiudono il secondo e il terzo atto, e il duetto a soprano e tenore che chiude il primo, bello per soavi melodie e nel quale la signora Bendazzi-Secchi, ottima cantatrice sempre e artista sempre zelante, seppe fare per due e benìssimo. Ci si dice però che i Fiorentini non verranno defraudati delle primizie di quest’opera e che nel prossimo autunno potranno udirla e, come speriamo, applaudirla. — E la Gazzetta d’Italia del 20 scrive: Al teatro Principe Umberto abbiamo avuto lunedì una rappresentazione data a benefizio de’danneggiati dal Vesuvio, nella quale la signora De Baillou-Marinoni eseguì l’aria con variazioni dell’opera Pietro il Grande del Vaccai in modo da farsi vivamente applaudire. La signora De Baillou che canta così soavemente e con uno stile così puro e così italiano la romanza della rosa che è nella Marta, è.pure valentissima nel canto d’agilità: giunge sicura, nell’acuto, al re e al mi: ha belle le note picchettate... (sin dove possono esser belle le note picchettate, s’intende) e fraseggia con gusto e con efficacia. Benissimo secondata dal sig. Fioravanti, la signora De Baillou cantò pure il duetto dell’opera Crispino e la Comare, del quale a suon di applausi si volle ad ogni patto il bis. LIVORNO. Al teatro Goldoni andò in scena con lieto esito la Lucrezia Borgia, benissimo interpretata dalla signora De Murska e dal tenore Prudenza. La Gazzetta Livornese che abbiamo sott’occhio, ammirando la prima, la biasima però per le soverchie fioriture, bellissime quanto si vuole, ma che svisano la bellezza primitiva della musica, e loda con entusiasmo il tenore Prudenza, che ha stupenda voce e metodo purissimo di canto. REGGIO (Emilia). Ci scrivono in data del 21: Sabato andò in scena Y Africana. Gli esecutori sono la Urban, la Crenny, lo Storti, il Sani e il Nannetti. Complesso eccellente sotto ogni rapporto. L’orchestra, composta di tanti veri professori scelti dal Mariani che la dirige, è impareggiabile e degna d’essere ascoltata. L’opera quantunque non nuova, perchè sentita a Bologna, a Parma, a Milano, riesce a piacere sempre di più. E ieri sera gli applausi forono proprio unanimi per il Coro dei Vescovi, il settimino, l’aria del Bengalina, il Coro di S. Domenico, l’aria di Nelusko, il duetto del 4.° atto fra Nelusko e Selika, pezzi tutti stupendamente eseguiti. Spiccò poi in modo indicibile l’Urban nell’aria del Manzanillo. Non parlo delle famose 16 battute perchè produssero un vero furore, cosicché il Mariani dovette ripeterle per 3 volte. V’accerto che è un assieme degno d’essere udito. LIPSIA. La compagnia italiana dell’impresario Pollini ha incominciato le sue rappresentazioni col Don Pasquale. La signora Artot-Padilla fu festeggiatissima. CALCUTTA. Fu eseguita non è molto una nuova operetta giocosa del maestro Panizza, col titolo Le nozze per astuzia. Piacque assai e fruttò applausi al giovine autore ed agli esecutori, la signora Bosisio, Artoni Devoti, Giotti e Vecchi. MALTA. La Lucrezia Borgia colle signore Pantaloni e Levi, col tenore Oliva-Pavani e il basso Proni, fu un trionfo. Ammalato Pavani, fu sostituito con lieto esito dal tenore Serazzi. DRESDA. Al teatro reale si rappresentarono, nello scorso aprile, 14 opere: Tannhauser, il Barbiere, Boberto il Diavolo, Freischütz, Guglielmo Teli, gli Ugonotti, Armida, Fra Diavolo, Lucia, il Domino nero, Preziosa, il Vascello fantasma, il Flauto magico, il Trovatore. MANNHEIM. Al teatro di Corte si celebrò il cinquantesimo anniversario della prima rappresentazione del Freischütz, riproducendo il capolavoro di Weber. Il teatro di Corte aveva pagato a suo tempo 24 ducati per il diritto di rappresentazione e per tutte le parti di quest’opera, la quale gli ha fruttato a tutt’oggi fiorini 56,000. NUOVA YORK. Dell’entusiasmo del nuovo mondo non si ha idea nel vecchio. Togliamo dall’Eco d’Italia del 4 maggio: «E impossibile descrivere l’affluenza degli spettatori alla serata d’addio della Grande Compagnia Italiana Parepa-Rosa che ebbe luogo martedì all’Accademia di Musica. «Il celebre terzetto Parepa, Wachtel e Santley fu entusiasticamente applaudito in ogni pezzo e alla fine della rappresentazione tutto l’uditorio rimase per più di mezz’ora in teatro, chiamando al proscenio per sette od otto volte gli artisti. La Parepa-Rosa ebbe una vera pioggia di fiori i più rari per questi paesi. Essa si mostrò sensibilmente commossa. “ Si fece anche una lunga e clamorosa ovazione al valente direttore impresario maestro Carlo Rosa, a cui fu presentata una elegante bacchetta di avorio. Il Rosa, salito al proscenio, arringò l’uditorio, esternando la sua gratitudine per tante prove d’affetto e di stima, ricevute dalla popolazione eletta di New York. Mercoledì all una p. m. lasciava il porto di New York il vapore Cuba della linea Cunard con a bordo tutti gli artisti delle due Compagnie d’Opera Italiana Parepa-Rosa e Strakosch. Sopra diecimila persone erano accorse alla scalo di Jersey City per dare l’ultimo affettuoso addio a chi aveva saputo suscitare loro tante e si dolci emozioni. Uno stuolo di ammiratori delFuna parte e dell’altra volle seguire il Cuba fino a Sandy Hook, venti miglia distante del porto. I numerosi amici della Parepa, fra cui una eletta parte del giornalismo, erano nel piccolo vapore Shultz che aveva inalberata una bella bandiera coll’iscrizione Parepa-Rosa e dal cui cassero echeggiavauo i melodiosi concenti d’una banda musicale, mentre gli accorsi innalzavano clamorosi viva alla simpatica artista ed al degno suo consorte, i quali rispondevano coi segni della più sentita gratitudine a tale inusitata dimostrazione — Nel vaporetto Fletcher v’erano gli amici particolari dell’altra Compagnia.» VALENZA (Spagna). La notizia che abbiamo dato nel numero scorso come di Valenza (Piemonte) si riferiva invece a Valenza di Spagna. Abbiamo preso la notizia da un telegramma del Trovatore: ora vediamo che il nostro confratello si picchia il petto. Veniam damus petimusque vicissim... cioè a dire noi dal canto nostro gli perdoniamo. — Bologna. Scrivono al Corriere di Milano. «In una prossima tornata del Consiglio Comunale si tratterà nuovamente la questione della dote del teatro Comunale, inquantochè fu in questi giorni presentata una petizione firmata da duemila cittadini circa, con cui si chiede il Consiglio voglia tornare sullo sciagurato voto dovuto ad una sciagurata astensione. “ Bologna vuol mantenere il suo primato musicale, e gli spettacoli che ora si danno nei principali teatri dell’Emilia non hanno fatto che accrescere nei bolognesi il desiderio di avere anche nel prossimo autunno uno spettacolo degno delle nobili tradizioni del Comunale.. • E l’avranno.»