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GAZZETTA MUSI susseguenti deserto, manifesto segno che l’opera non è più pe’ tempi che corrono. Nell’esecuzione poi, tranne il Mastriani, tutti lasciarono molti desiderii. Immediatamente dopo il Torquato Tasso avemmo la Betty che il cartello annunziava essere l’ultima opera del Donizetti, mentre fu scritta per Napoli il 1836, poi riformata per la David, figlia al celebre tenore che fu per molto tempo la delizia de’frequentatori del teatro Nuovo. Quest’operetta in due atti avrebbe forse meglio incontrato il gusto del pubblico, ma il solo Montanari sa quel che si fa, e canta a meraviglia; alla Sainz non si addice la parte di protagonista e il Tessada non ha compreso musicalmente il carattere del sergente Max. Il teatro Nuovo dopo quattro recite della Evelina chiuse per sempre le porte, ma una nuova impresa (ben inteso che sempre il Luzj è dietro le quinte) promette spettacoli mirabili e farà rappresentare per prima opera la Norma! La compagnia non finisce mai, vi sono quattro prime donne assolute soprano, due contralti, quattro tenori, quattro baritoni e due bassi. Bagattella!... Il Trisolini ha messo fuori il prospetto d’appalto per 80 rappresentazioni da darsi al Mercadante quest’estate. Premette due opere nuove per Napoli ed una appositamente scritta; sono le due prime la Scommessa,, come già v’annunziai, e gli Artisti alla Fiera del commendatore Lauro Rossi. Il Serrao comporrà espressamente un’opera comica su libretto del Golisciani: Valentina. La compagnia è composta cosi: prime donne: Emma Nascio, Delfina Bellini, Rita Montanari; primi tenori: Enrico Serazzi e Gaetano Lambriasi; primi baritoni: Augusto Polonini e Giuseppe Torelli, primi buffi: Giovanni Marchisio e Aristide Fiorini-Bruni. Maestro direttore della musica: cavaliere Paolo Serrao: maestri concertatori: Cesare Rossi e Carlo Scalisi. Fra i nostri impresarii il Trisolini è il più solerte ed intelligente e di cuore gli auguro buoni introiti. «Acuto. P.S. Jersera scandali al San Carlo; dopo il primo atto della Selvaggia, passato inosservato, sfavasi per eseguire il secondo, ma gli urli e i fischi arrivarono al settimo cielo e fu forza calare il sipario, e cominciare il ballo, e finito che fu il Sindaco ordinò non doversi tener conto di questa rappresentazione data come la 77.a della stagione. CALE DI MILANO 179 Come vedete il Programma ha delle attrattive, non tanto per la scelta delle opere che poteva essere migliore, quanto per la schiera elettissima d’artisti che le rappresenteranno. Il vostro egregio corrispondente berlinese nel suo carteggio del 29 aprile p. p. inserito nel N. 19 di questo giornale, nel rendere conto d’un concerto che ebbe luogo in quella città nella, sala della Singakademie, il 20 dello stesso mese, parla in modo assai lusinghiero del sig. Eugenio Pirani (veneziano), pianista e fa degnissimi elogi anche al suo maestro il bravissimo Golinelli di Bologna, che tutti già conoscono per un chiaro ingegno. Il Pirani ebbe, è vero, a maestro il Golinelli, ma prima del Golinelli egli ebbe qui a maestro per sette interi anni il signor Clemente Stocco, e giustizia vuole che ricordando l’uno si debba ricordare anche l’altro perchè tutti e due secondo i propri mezzi, nulla lasciarono di intentato per dare al talento vero del Pisani (il quale tocca appena il ventesimo anno) il migliore indirizzo. Io non conosco che di vista il maestro Stocco, epperciò sento maggior piacere di potergli rendere questa giustizia, come spero avrà piacere anche quel vostro corrispondente ed il Pirani stesso, che è professore al conservatorio di Berlino. Per chiudere un po’ allegramente vi dirò che la graziosa storiella del Bertani, venne riprodotta dai nostri giornali, e si rise da tutti a crepapelle: «E se non ridi, di che rider suoli?» Qui abbiamo una quantità straordinaria di forestieri e la è una vera vergogna che non siavi uno spettacolo d’opera. Tutto quello che abbiamo di musicale si è un Café Chantant o alcun che di simile nella birraria ristoratore all’Italia. Vi assicuro però che c’è poco da divertirsi, eppure tutte le sere v’ha ressa per udire le poco armoniose note d’un cosi detto soprano e qualche altra cosa di cui è meglio il tacere, Il solo che si sollevi un poco è il baritono Salardi il quale ha voce discreta e non. accenta tanto male. Il Malibran ha chiuso le sue porte e comici e ballerini partirono ieri per Udine; poscia andranno a Padova, dove spero non vada il Bertani a riudire pella terza volta V Aida. Se ciò accadesse manderebbe a Verdi un altro conto, ma coi fiocchi, perchè a Padova nell’epoca del Santo i denari sfumano. All’erta. P- A VENEZIA., 23 maggio. Programma degli spettacoli d’estate al Malibran — Il pianista Eugenio Pirani e il suo maestro Clemente Stocco — Altre notizie. Da due mesi Venezia, sotto il punto di vista musicale, giace nella più completa atonia, e perciò l’ufficio di corrispondente vostro mi riesce la cosa più facile di questo mondo: tengo il silenzio e felice notte. Senonchè oggi rompo con lieto animo questo silenzio per darvi una notizia buona: si tratta del programma degli spettacoli nella prossima stagione di estate al nostro teatro Malibran, eccovelo: Mese di luglio — prima donna soprano, Adele Bianchi-Montaldo; prima donna mezzo soprano, Gemma Tiozzo; primo tenore, Giuseppe Villani; primo baritono, Vittorio Maurel: primo basso profondo, Paolo Medini. Opere: - Mosè e Ballo in maschera. Mese di agosto - prima donna soprano, Adele Bianchi-Montaldo; prima donna contralto, Barbara Marchisio; prima donna mezzo soprano, Gemma Tiozzo; Primi tenori, Giuseppe Villani e Cesare Sarti; primi baritoni, Antonio Cotogni e Vittorio Maurel; buffo comico, Giuseppe Ciampi; primo basso profondo Paolo Medini. Opere: - Cenerentola, Ebrea, Barbiere, Ruy-Blas. Per tutta la stagione: maestro concertatore e direttore d’orchestra, Angelo Mariani; primo violino e sostituto al direttore, Cesare Trombini. Scenografo, Bertoja; vestiarista, Ascoli. LONDR A, 20 maggio. Le Nozze di Figaro al Covent Garden — La Patti — L’Albani — Spettacoli promessi — Il tenore Campanini e gl’inglesi. La gran stagione progredisce, ma le novità musicali promesse non danno segno di vita nè all’uno nè all’altro teatro. Taluni vogliono che siano già seppellite; e aggiungesi che il buon pubblico inglese si asterrà da ogni pronunciamento contro le direzioni di Gye e di Mapleson, perchè già avvezzo alle delusioni dei programmi, che aprono la campagna. Gli ammiratori di Wagner non saranno forse mal soddisfatti dell’inattività del Gye, poiché questa rende in certo modo giustizia alla loro professione di fede. Certo la musica del Wagner è la musica dell’avvenire! Le Nozze di Figaro sono state nuovamente rappresentate al Covent Garden col solito successo. La Miolan-Carvalho avendo dovuto tornare a Parigi, la parte della contessa è stata data alla Monbelli, la quale si è distinta più di quanto generalmente aspettavasi. Nessuno ignora che la Monbelli ha buona voce; ma ignoravasi completamente ch’essa fosse anche buona attrice. E verità vuole che io dica essersi ella disimpegnata sia nel canto che nell’azione proprio egregiamente. L’aria, Dove sono, le valse una replica che fu seguita da applausi più fragorosi che mai. Gli altri interpreti furono, come l’altra volta, la Lucca e la Sessi (l’una apparentemente sempre gelosa dell’altra!) il Faure, che nei casi critici inventa le parole, senza però scomporsi me