Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1872.djvu/181

JAI LA N© MAGGIO 18 72 GIULIO RICORDI REDA.TTORB SALVATORE FARINA SI PUBBLICA OGNI DOMENICA A.1 presente numero è unito il Numero IO «Iella RIVISTA MINIMA. IL FAUST DI GOETHE E LE SUE TRADUZIONI MUSICALI IL IL FAUST DI SPOHR Non ha a dir vero altra parentela che il nome col capolavoro di Goethe, ma la musica fu lungamente in voga in Germania ed ha incontrastahili pregi. Il librettista tolse a prestito due personaggi, Faust e il demonio, e li gettò in un labirinto di avventure immaginarie in cui il barocco è vinto soltanto dallo scipito. La soave figura di Margherita fu cancellata, è rimasta una Ròschen che Faust ringiovanito prende ad amare e rapisce al fidanzato Franz. Costui viene a riprendere colla spada la sua dama, ma il demonio la nasconde agli occhi di tutti e fa fuggire Faust. Ròschen è restituita al fidanzato. Vi è poi un castellano Gulf che tiene prigioniera la bella Kunigonda e un conte Hugo che ama Kunigonda e muove a liberarla. Faust si associa al conte Hugo, distrugge il castello e scarcera la bella. Costei è però troppo bella perchè Faust possa rimanersi indifferente; egli perciò chiede alle streghe un filtro d’amore che fa prendere a Kunigonda. Hugo sfida Faust e ne è ucciso; Kunigonda guarita dalla febbre del filtro vuol uccidere il suo seduttore e la povera Ròschen gelosa di Faust si annega nel fiume. Infine Mefìstofele trascina all’inferno l’eroe del melodramma. Quest’è per sommi capi la tela dell’assurdo libretto dovuto alla fantasia immaginosa del poeta Bernard. La musica di Spohr, a torto chiamata romantica, è poco melodiosa, ma fatta con molta cura, e armonica in sommo grado; ha forme classiche, a volte scolastiche, ritmi e cadenze vecchie; e nondimeno l’opera, rappresentata a Francoforte nel 1818, vi ebbe un successo splendido, e si mantenne nel repertorio delle grandi scene tedesche per oltre trent’anni sempre con eguale favore. A Berlino ed a Londra ebbe, in special modo, accoglienze festose; nella prima città per opera forse del celebre cantante Devrient (Faust), e nella esconda per la presenza dell’autore che ne diresse le prove. La Francia non potè udire quest’opera tanto vantata che nel 1830; la compagnia d’opera tedesca diretta da Roekel la eseguì nella sala Favart il giorno 20 aprile. Udiamo il sig. Jullien che analizza i pregi musicali dell’opera di Spohr. «Incomincia con una introduzione scritta sapientemente e che ha bisogno d’un’esecuzione splendida per produrre tutto il suo effetto; verso la metà si ode un andante che non manca di eleganza, ma tutto il pezzo ha un carattere più istrumentale che drammatico. Il duetto tra Faust e il demonio, preceduto da recitativi all’italiana e scritto pure in questo genere, non marca abbastanza la fìsonomia dei personaggi; è del resto un rimprovero generale che si può fare a Spohr, questo di non aver saputo dare al demonio, una tinta speciale. Il duetto d’amore tra Faust e Ròschen è melodico ed espressivo; il dottore sedurrebbe ben tosto il cuore della giovinetta se il geloso Franz non giungesse coi suoi amici e non sfidasse il suo rivale; questa scena è trattata con molta vigoria.» Il quadro seguente ei trasporta al castello di Gulf. L’aria di Kunigonda è graziosa, e l’agitato contiene un bel movimento orchestrale. L’aria che canta Hu^o o nel quadro terzo per esortare i suoi amici a liberare la donna del suo cuore, è scritta con cori e comincia largamente, ma vi han gorgheggi d’un gusto antiquato. Il terzetto che segue fra Ròschen, Franz e Mefìstofele è uno dei pezzi più belli dello spartito; il dialogo dei due fidanzati è graziosamente accompagnato dai violini, interrotti dai languidi sospiri dell’oboe. La bella frase in cui Mefìstofele invoca il sonno si stacca da un dolce mormorio dell’orchestra; gli innamorati cedono al potere del demonio, si addormentano; tutto tace, i mille rumori della notte si perdono nello spazio. Infine, il finale del primo atto è una pagina che non manca di splendore; perciò produsse molto effetto alla prima rappresentazione a Parigi. «Tutta la scena di stregoneria che apre il secondo atto ha un buon colorito; il coro delle streghe è ori