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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 151 quella della costruzione, presso il caffè del Salone ai Giardini Pubblici, d’uno chalet adatto a spettacoli estivi di operette e di parodie. Gli spettacoli, dicesi, saranno allestiti dalla Compagnia Milanese, la quale può farci passare delle belle serate purché non ei obblighi da capo ai viaggi monotoni ed interminabili del Barchet de Boffalora. Non è vera la notizia data da un giornale quotidiano che il nuovo teatro della Commedia in Piazza S. Fedele possa essere inaugurato in autunno, con opera in musica; l’inaugurazione avrà luogo in dicembre colla Compagnia Bellotti-Bon. In quanto al vasto teatro Dal Verme si sa che l’impresa è stata assunta per un novennio dal signor Lorini. ALLA RINFUSA In una vendita di autografi, che ebbe luogo testé a Parigi, ne fu venduto uno di Rossini colla data Parigi l.° dicembre 1823 e cosi intestato: Basi della scrittura che il signor Rossini pensa di proporre al governo francese. Egli vi si obbliga, per 40,000 lire annue, a comporre un’opera ed un’opera comica per l’Academia di Musica e pel teatro Italiano e ad accettare quelle funzioni che Sua Maestà crederà di attribuirgli, prendendolo al suo servigio. A questo autografo fu aggiunta una lettera firmata V. de Lapelouze, colla data 18 dicembre 1843, relativa all’esecuzione in marmo di una statua di Rossini. Questo lotto interessante fn aggiudicato per la somma di L. 7 e •cinquanta centesimi!

  • Nel teatro del Liceo di Barcellona sarà rappresentata quanto prima

una nuova opera col titolo Los hijos de la costa, musica del signor Marqués, il quale intende iniziare con questo componimento il vero genere di musica drammatica. Cosi i giornali.

  • II maestro svedese Carlo Wisser ha condotto a termine un’opera in

musica col titolo Don Chisciotte. ¥ E il maestro Telesforo Righi, professore al Conservatorio di Parma, ha in pronto una nuova opera col titolo Marcellina.

  • Alcuni particolari intorno al nuovo teatro dell’Opera di Parigi. Questo

monumento ha undici piani; è alto 72 metri (le torri di Notre-Dame sono! alte 66 metri); le mura delle fondamenta hanno 10 metri di altezza: la lunghezza totale è di 152 metri, la larghezza di 102 metri. Dalle loggie al fondo della scena si misurano 80 metri; il palcoscenico è lungo 53 metri. Una nuova opera Le Florentin del maestro Lenepveu fu accettata dalla direzione dell’Opera Comica di Parigi e sarà eseguita nei primi mesi del 1873. V Al teatro dell’Opera di Parigi ebbe luogo la cinquecentesima rappresentazione degli Ugonotti. V E aperto il concorso per l’appalto dello spettacolo d’opere serie in musica, da darsi nel teatro comunale del Giglio di Lucca nei mesi di agosto e settembre prossimi venturi. Le offerte verranno ricevute a tutto il corrente mese di maggio nell’ufficio del Municipio, ove trovansi ostensibili le condizioni. Il maestro Nino Rebora da Genova, ha condotto a termine la musica di un suo primo melodramma col titolo Corinna. E il maestro Agostino Mercuri, a quel che ne scrive YArpa, ha finito la sua Teodolinda che deve esser rappresentata in agosto a San Marino. V Dal 15 novembre al 12 dicembre è d’appaltarsi senza dote il teatro Grande di Brescia, per un corso di rappresentazioni drammatiche. Le spese serali sono di L. 85 per recita. > A Zurigo fu rappresentata con esito lieto un’opera nuova, di Teodoro Staufer, direttore d’orchestra a Costanza. Il titolo è Les Touristes.

  • Secondo la Gazzetta d’Italia, l’orchestra del R. Teatro della Pergola

di Firenze fu definitivamente disciolta. Il Consiglio Municipale di Messina ha deliberato di tener chiuso per due anni il Teatro Vittorio Emanuele per dar tempo ad ingrandirlo. A Palagi ha incominciato le sue pubblicazioni un nuovo giornale teatrale. Il suo titolo è: Journal officiel (!) des théâtres.

  • Il reputato’ maestro D. Speranza, sta per fondare un Istituto Musicale

Italiano a San Francisco di California. •V Il battello a vapore spagnuolo, Il Monarca, su cui erano imbarcate le sorelle Ruggero-Antonioli, è colato a fondo nell’entrata del porto di Marsiglia. Le due artiste perdettero tutti i loro bagagli ed effetti. Nella breve stagione di primavera (un mese!) testé terminata a Gorizia si cambiarono: tre baritoni, due tenori, due bassi e due direttori d’orchestra. Nulla più! CORRISPONDENZE Toi’ino, 2 maggio. I Due Foscari han dato lo scambio ai Vespri Siciliani e il pubblico del Balbo ha fatto le più liete accoglienze ai nuovi venuti, quantunque gli artisti si comportassero meglio in Palermo che in Venezia: solo il Gabella, baritono che piace assai, guadagna di molto sotto le spoglie del vecchio Doge e la grand’aria finale dell’opera gli procura seralmente interminabili ovazioni. A giorni andrà in scena l’opera Attila con un altro baritono, quindi, se è vero quanto si bucina dai cronisti dei nostri giornali politici, avremo un’opera nuova d’un maestro esordiente, vale a dire Caterina di Belp, melodramma storico (?) in tre atti di Odoardo Ciani, musica di Giuseppe Bozzelli, direttore del Liceo Musicale di Bergamo. V’Ombra di De-Flotow continua a piacere al teatro Rossini e mantenne sempre viva la ricerca, perchè non mai soddisfatta, delle sedie chiuse e dei posti riservati. Sabato, tanto per variare il repertorio, avremo il Don Pasquale di Donizetti, ma per quanto incontro possano fare gli artisti in quest’opera, che la musica non è qui in causa, egli è certo che dopo due o tre rappresentazioni bisognerà tornare a’Ombra. Il concerto del flautista professor Beniamino è riuscito stupendamente: prima di tutto l’uditorio era numeroso e vi si è notato con piacere la duchessa di Genova, poi i pezzi erano sceltissimi e l’interpretazione al di sopra di ogni elogio, tanto per pai te del concertista che dei suoi degni compagni, fra cui emersero la signora Teja-Ferni, della quale abbiamo specialmente ammirato una cavatina per violino di Raff., il violoncellista Casella ed il pianista G. E. Marchisio, A proposito di concerti, alcuni egregi artisti e dilettanti avendo ideato di stabilire anche fra noi i concerti cosi detti popolari di musica classica, furono a tale scopo aperte sottoscrizioni per raccogliere azioni di lire 10 cadauna, e queste avendo oltrepassato il numero richiesto di cento cinquanta, la società si è definitivamente costituita: i concerti avranno luogo al teatro Vittorio nelle prime ore pomeridiane dei giorni festivi, saranno affidati alla intelligente direzione del Pedrotti e la prima serie avrà probabilmente principio il giorno 12 del corrente. Frattanto domenica prossima darà il suo nella sala Marchisio il sullodato violoncellista cav. Carlo Casella, il quale si è procurato il gentile concorso della signora Teja-Ferni e del Marchisio sovra encomiati, non che della signorina Virginia Ferai, cantante, del maestro cav. Fallò e d’una scelta orchestra per accompagnare un Concerto in’la minore di Alfredo Piatti, la cui istrumentazione è dovuta al chiarissimo Pedrotti. Ma pur troppo in mezzo a queste belle vicende musicali ei ha oppresso il dolore d’una irreparabile sventura. Anglois, il famoso contrabassista, già professore alla R. Cappella, sostegno delle nostre orchestre, artista coscienzioso, ottimo padre di famiglia, non è più. Un improvviso malore, provocato da trascurata costipazione, lo rapiva inaspettatamente la sera del 24 ultimo mese scorso non avendo raggiunto il 72.° anno di vita. Luigi Anglois figlio di Giorgio, pure rinomato concertista di contrabasso, nacque in Torino il 25 ottobre 1801 e a soli 13 anni, sotto la scorta del padre, entrava al servizio del Re di Sardegna, e montato sopra apposito sgabello prendeva parte alle funzioni di chiesa ed ai concerti della cappella e della Corte. Si produsse in seguito all’estero e specialmente a Londra più volte, a Parigi, a Lisbona, a Rio Janeiro ed altrove. Il re D. Luigi di Portogallo, del quale era amico personale, lo decorava dell’ordine del Cristo e Carlo Alberto di quello di S. Maurizio e Lazzaro. Un metodo di Contrabasso, da esso dettato in unione al L. F. Rossi, lo aveva rivelato eccellente didattico e ultimamente il Municipio lo aveva destinato ad insegnare questo istromento presso il nostro Liceo Musicale. Berlioz nel suo Grande Trattato d’Istrumentazione a pag. 76 (Edizione Ricordi) dice: «Un artista piemontese, il signor Langlois, (accorciativo di L. Anglois) che suonò a Parigi pochi anni sono, stringendo la corda alta del contrabasso fra il pollice e l’indice della mano sinistra, invece di comprimerla sulla tastiera, e portandosi in tal guisa fino al ponticello, otteneva coll’arco dei suoni acuti singolarissimi e d’una forza incredibile.» E queste poche linee bastano per assegnare al compianto artista quella fama imperitura, che ha saputo guadagnarsi col suo straordinario talento, mentre l’arte, il paese, la famiglia, gli amici, di tanta perdita saranno sempre inconsolabili.