Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
120 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO NOTÌZIE italiane — Milano. La dote alla Scala fu votata dal Consiglio Comunale in seduta del 3 aprile. Ecco la parte di resoconto di detta seduta che vi si riferisce. «Leggesi la relazione sulle proposte del prossimo annuale esercizio dei teatri della Scala e della Canobbiana e del contemporaneo mantenimento delle annesse scuole. Essa chiede che il Consiglio autorizzi la Giunta ad un appalto 1872-73 sulle basi dell’ultimo appalto. Pelgiojoso trova che l’entità della spesa è eccessiva, giacché per Fanno scorso la somma del sussidio fu di L. 200 mila. Si diffonde à narrare quanto fecesi a Bologna pel Lohengrin e legge un brano d’un’appendice musicale della Perseveranza (1) dove se ne magnifica il successo. Eppure in quel teatro si fece tutto questo con sole 40 mila lire di sussidio! E questo anno quel Municipio soppresse interamente anche quella dote. Trova uno spreco enorme di denaro nei balli. Dice che bisogna che i palchettisti concorrano, giacché essi godono, ed il Comune spende. Piuttosto di continuare a spendere per gli altri, propone persino di fabbricare un teatro nuovo. Mussi. Amerebbe che la questione dei teatri venisse trattata a fondo, e non voterà che a malincuore qualsiasi misura provvisoria, tanto più che il provvisorio minaccia di durare a lungo, giacché dal Parlamento non sarà votata la legge in proposito prima di molto tempo. I palchettisti fino a che non saranno messi al muro non daranno mai un soldo. Cita Venezia e Bologna, dove non ei sono doti. Chiudasi il teatro, e chi avrà interesse a divertirsi penserà a tirar fuori i denari. Tuttavia per non precipitare* un argomento di somma importanza, dice che voterà la cifra di 180 mila lire. Se il Municipio vuol vedere prosperare la città, ribassi il dazio consumo, e otterrà assai meglio il suo scopo. Peretta. Nota che i due oratori prece enti hanno ammessa in tesi generi., le la dotazione. Narra che la Commissione legale incaricata dal Municipio per riferire sulla questione dei teatri, ha emesso il parere che si potranno obbligare i palchettisti a -concorrere alla spesa. Ribatte F asserzione che il Parlamento non discuterà presto la legge sui teatri, e asserisce che forse nel presente anno verrà data una decisione. Afferma che gli spettacoli della Scala, come fu più -volte detto e provato, sono di vantaggio più che ai ricchi al ceto industriale e laborioso. Finisce insistendo sull’opportunità di una dotazione conveniente. Mosca come membro della Commissione dice che il parere emesso non assicura l’esito della causa. Insiste sulla necessità di un concorso di tutti gli interessati; spiega le idee della Commissione accennando che la causa dei palchettisti trovasi innanzi alla Cassazione, e conchiude dichiarando necessaria la votazione di una somma per il sussidio. Mussi loda e ringrazia F avv.Mosca delle spiegazioni date: dice che la sua proposta non è negativa, ma sibbene per diminuire di lire 20,000 la dotazione. La sua proposta tende a che si trovi modo di costringere-i palchettisti a concorrere. Massarani riconosce che il contegno di quei palchettisti i quali ricusano il loro concorso è condannabile, ma non vorrebbe che’ per punirneli il Comune ledesse poi quei molteplici interessi la cui prosperità è inseparabile dallo splendore del nostro massimo teatro. Certo il tutelare le grandi tradizioni dell’arte che sono patrimonio dell’intera nazione è compito che dovrebbe piuttosto incombere al. solo Parlamento; ma anche il Comune dove ha sede un grande teatro non può lasciarlo in non cale. Circa alla misura del sussidio, egli accetta quella proposta della Giunta, la quale è meglio in caso di giudicarne: se il teatro s’ha a sussidiare, bisogna sussidiarlo efficacemente. L’esempio di Bologna non calza, perchè non regge il paragone fra i due teatri; e il critico citato fa salire anche le sue pretensioni, riguardo alla Scala, a cifre iperboliche. Chiudendo, Foratore ricorda che la Francia, oppressa da tante sventure, osò mantenere le sovvenzioni ai teatri, e che a propugnarle sorse quello stesso Jules Simon, il quale ne’ suoi libri si mostrò così austero pensatore e così caldo fautore delle classi laboriose. Peretta, Pelgioioso, Massarini e Mussi parlano sulla questione, dando spiegazioni sui concetti già svolti. Il Sindaco deplora pure il provvisorio, ma fino a tanto che la quistione dei teatri non è decisa, trova necessario che non si lasci chiusa la Scala. Riguardo al teatro di Bologna, risponde al consigliere Belgiojoso che la prima donna di quel teatro costava cinque mila lire e che la Stolz ne costava qui invece 42 mila. Questa proporzione s’estendeva poi via via. A proposito di quel critico afferma che a lui 200 mila lire di dote parrebbero affatto insufficienti. Dice che si spesero L. 250 mila delle quali 200 • mila dal solo Comune, 10 mila dalla Provincia. Il resto si ebbe dai canoni e dalle sottoscrizioni dei palchettisti. Peretta e Mosca parlano.a favore delle recite per gli istituti teatrale e filarmonico, ora da quattro ridotte a due, e amerebbero venisse tenuto conto dei bisogni in cui versano quegli Istituti. Griffai fa la proposta che la somma non abbia mai a oltrepassare 200 mila lire. (1) Senza porre in dubbio l’autorità del nostro amico Filippi, ei permettiamo di trovare molto strano che un’appendice teatrale sia portata in Consiglio Comunale come documento che possa pesare sulle determinazioni pubbliche. Certo un critico ha diritto di convincere ad uno ad uno tutti i Consiglieri comunali, ma questi, ei pare, dovrebbero farsi forti della loro convinzione non della fonte onde l’hanno attinta. Mussi e Pelgioioso insistono sulla loro proposta di L. 180 mila. Messa ai voti, è respinta. Messa ai voti la proposta Grifóni, è approvata quasi all’unanimità. La seduta è levata alle ore 5 1/2. Oggi seduta all’ora solita. — Ferrara. Ci scrivono: Riuscì splendidamente una Mattinata Musicale che ebbe luogo il 31 marzo nelle sale della Società dei Negozianti. Furono eseguiti vanii pezzi, fra cui la sinfonia dell’Assedw diArlemdì Verdi e quella del Nabucco per 4 pianoforti, una romanza del Campana Morir per te, l’aria del Palio in maschera e della Saffo per soprano; questi due ultimi pezzi furono cantati dalla signora Valburga Melloni, esordiente, allieva del Conservatorio di Milano, e le valsero tali entusiastici applausi, che dovette ripetere Faria del Palio in maschera. NOTIZIE ESTERE — Lipsia. Il Paradiso perduto, di A. Rubinstein fu eseguito il 26 marzo sotto la direzione dell’autore al 2° concerto straordinario della Società dei Filarmonici. — Il concerto che deve dirigere Riccardo Wagner è fissato al 12 maggio venturo. Il programma comprende la musica composta per la rappresentazione del Tannliduser a Parigi, l’ouverture dell’Ifigenia, la sinfonia eroica e il preludio del Tristano ed Isolda. — Anversa. Emilio Reusens, musicologo valente, morì il 27 marzo a 37 anni. È aperto il concorso pel conferimento dell’appalto del teatro Comunale di Trieste per le stagioni d’antunno e di carnevale-quaresima p. v. 1872-73. Le basi delle condizioni risultano dal Capitolato ostensibile nell’Ufficio della Direzione, e la dote consterà di fiorini sessantaduemila (62000) effettivi d’argento oltre ai proventi tutti del Teatro stesso. La concorrenza rimane aperta a tutto il dì 30 corrente Aprile, presentando con lettera suggellata la propria offerta, sempre sulle basi che la direzione indica nel predetto Capitolato esibendo quanto potesse tornare in vantaggio del buon servizio pubblico. Le offerte dovranno essere cosi presentate all’Ufficio della.Direzione in Trieste, accompagnate dall’avallo di f. 2000 effettivi d’argento, oppure l’equivalente in valori al corso della giornata. L’avallo verrà trattenuto al solo deliberatario in acconto dei f. 10.000 effetivi di deposito cauzionale che dovrà versare all’atto della sottoscizione del Contratto d’appalto. Trieste, 2 aprile 1872. La. Direzione Teatrale. POSTA DELLA GAZZETTA Sig. Augusto Mon. — Roma — N. 46S. Diciamo a voi ciò che si è detto agli altri; pazientate; il Piccolo Romanziere, che fu annunziato in corso di stampa, non è ancora pronto. Signor Ang. V. — Pavia — N’. 113. Nella chiave.diplomatica non vi è errore di sorta. Signor Luigi P. — Napoli — N. 672. Pei premi in arretrato che vi spettano scriveteci precisamente che cosa scegliete; però bisogna vi atteniate ai programmi degli anni antecedenti, e non a quello del corrente 1872. — Raccomandiamo ai corrispondenti di Firenze e di Roma di farsi vivi. Signor Giulio Cesare R. — Suez — N. 490. Vi abbiamo spedito oggi N. 8 fotografie spettantevi come premio. La Cronologia de’ Teatri è in corso di stampa, e la riceverete tosto pubblicata. SCIARADA Nume potente al par di quel che invoca Il primo è l’altro, ed è Y intero voce Che ha molti gridator, pratica poca. Quattro degli abbonati che spiegheranno la Sciarada, estratti a sorte, avranno in dono uno dei pezzi enumerati nella copertina della Rivista Minima, a loro scelta. Spiegarono la Sciarada del N. 12 i signori: Angelo Vecchio (Pavia), Carlo Castoldi (Milano), Alfonso Fantoni (Piacenza), Camillo. Cora (Torino), E. Bonamici (Livorno), Ernestina Benda (Venezia), Ferdinando Ghini (Cesena), P. Pomé (S. Remo), D- Ragazzi Pietro (S. Felice), Cesare Cavallotti (Vicenza), E. Donadon (Milano), Conte Francesco Tarsis (Milano), maestro Antonio Biscaro (Treviso), Giuseppe Bagatti-Valsecchi. Riuscirono premiati i signori: Carlo Castoldi, Francesco Tarsis, E. Donadon, E. Bonamici. Editore-Proprietario, TITO DI GIO. RICORDI. Oggioni Giuseppe, gerente. Tipi Ricordi — Canta Jacob.