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ALLA RINFUSA
- La celebre Abbadia ha abbandonato definitivamente le scene, e si dedicata all’istruzione pel canto. Essa ha già, dato alle scene molti allievi di bel nome.
- Riuscì molto bene il primo Concerto sacro datosi al teatro Principal di Saragozza: la Lanzi, Masato, Chiesi, Nicola Varvaro e Padovani furono applauditissimi.
- Una novità musicale venne data in Orano (Algeria). È un’opera buffa, La diffa, musica di Albert Giraud.
- Scrive l’Art Musical di Parigi: La Traviata di Verdi è in questo momento l’opera che si rappresenta con maggior successo nei teatri di provincia. Quest’opera simpatica si dà quasi nello stesso tempo in 15 scene dipartimentali.
- Il consiglio municipale di Parigi ha rifiutato il solito sussidio di 14,000 lire ai due direttori dell’Orphéon, signori Bazin e Pasdeloup. Ecco adunque l’istituzione orfeonica parigina senza direttori!
- Il dottor G. B. Lampugnani, direttore della Gazzetta dei Teatri di Milano, fu nominato cavaliere dell’ordine di Carlo III dal Re Amedeo di Spagna.
- Le Docteur Rose, nuova opera di F. Ricci, sarà eseguita quanto prima a Bruxelles.
- Fu di passaggio nei giorni passati in Milano, il celebre letterato e poeta Giulio Schanz; esso pose a termine la traduzione in tedesco del libretto dell'Aida, traduzione riuscita splendida per meriti letterarii elettissimi: fra pochi giorni sarà pubblicata. Il signor Schanz visitò il Manzoni a Milano, ed il Verdi a Genova, ed i due illustri uomini lo accolsero con molta simpatia ed interesse.
- Dall’Eco d’Italia di Nuova York apprendiamo che gli abbonamenti per la Grand’opera Italiana Parepa-Rosa, quantunque non ne sia stato ancora pubblicato il manifesto, ammontano già a duemila e cinquecento dollari. Si prevede una delle più grandi stagioni musicali che si sieno date negli Stati Uniti.
- Lo stesso giornale ci fa sapere che il celebre tenore Tamberlik, ora impresario all’Avana, ha stabilito di dare con la sua compagnia di canto una lunga serie di rappresentazioni in Nuova York nell’autunno ed inverno prossimo.
- A Filadelfia il 9 corrente si appiccava il fuoco in un edifizio attiguo all’Accademia di musica, mentre in questo vasto recinto trovavansi riunita circa 4000 persone! Accorsero tutte le pompe a vapore della città compresa quella del teatro. L’operazione fu ben diretta, senza allarme, e l’incendio fu spento prima che l’uditorio si fosse accorto del pericolo che gli sovrastava.
- Il maestro Zajtz, allievo del Conservatorio di Milano, ha scritto e fatto rappresentare testé in tedesco, a Zagabria, una sua opera nuova, il titolo della quale è Ban Leget. Non pare però che la musica abbia piaciuto.
- Il genio critico dei francesi è in ebollizione. Secondo certo signor Benedict, appendicista del Figaro di Parigi, Donizetti non fu che un prodigioso artigiano musicale, senza genio, la Favorita è une boite à musique, la Borgia un’opera ineguale d’ispirazione e d'un'istrumentazione rumorosa e volgare. (!)
- D’un’altra opera nuova è imminente la rappresentazione al teatro la Pergola di Firenze; ha per titolo Astolfo Cavalcanti e la musica è del maestro Bensa.
- A Penne ci fu una serata a beneficio dell’impresario! Cicero pro domo sua.
Torino, 4 aprile.
L’avvenimento più importante della quindicina è stato il gran Concerto di Beneficenza al teatro Vittorio Emanuele la sera di venerdì, 22 scorso mese. Vi prendevano parte la Marchisio, quella che Rossini chiamava la sua dolce Barbara, la signorina Cristino, il tenore Prudenza, il basso Fiorini ed il violoncellista Casella, una numerosissima orchestra e cento coristi d’ambo i sessi, allievi del nostro Liceo, e parecchi distinti dilettanti di canto e suono, tutti sotto l’intelligente direzione dell’egregio maestro cav. Pedrotti.
Il programma constava di dieci pezzi, fra cui i due preludi del Lohengrin di Wagner e la sinfonia Slruensée di Meyerbeer, nuovi per Torino, erano i principali attraenti. Contuttociò l’aria di Mozart, nel Don Giovanni, ed il duetto nella Bianca e Fallerò di Rossini piacquero molto agli archeologi; la romanza della Luisa Miller, cantata dal Prudenza, a dispetto di qualcuno che non vedeva di buon occhio un pezzo di Verdi, siccome non abbastanza classico (?), destò un vero fanatismo, e il rondò della Cenerentola ebbe l’onore della replica, affidato alla valentia della Marchisio, che per le fioriture rossiniane conserva sempre una speciale abilità ed una meravigliosa nitidezza. La signorina Cristino, dopo essersi fatto onore nel duetto sopracitato, non è stata ben consigliata ad affrontare la cavatina della Norma, perchè sobbarcandosi ad un peso superiore alle proprie forze lasciò insoddisfatto qualche desiderio, sebbene educata a buona scuola e largamente provveduta di mezzi vocali; il cav. Casella, come al solito, ha deliziato col suo violoncello, facendoci gustare una specie di fantasia con variazioni di Gottermann, chiamata secondo concerto in re minore.
Quanto ai pezzi di Wagner quegli che ha telegrafato un successo d‘ entusiasmo non lo ha fatto certo dopo il preludio e coro di nozze dell atto secondo, pezzi accolti assai freddamente per due ragioni: prima perchè il coro, per difetto di prove sufficienti, è stato eseguito male; in secondo luogo perchè questo coro manca di novità, di concisione e quel che più monta di carattere, potendosi agevolmente scambiare con una preghiera. Il Pedrotti, visto e compreso che l’accoglienza non rispondeva alle fatiche spese ed al valore dell’orchestra, stimò opportuno replicare immediatamente il solo preludio, e questo fruttò vivissimi applausi, perchè invero assai bene eseguito.
Per contro il primo preludio, gustato subito, perchè veramente nuovo, ed interpretato con singolarissima bravura, ha avuto l’onore della replica dietro l’unanime insistenza del pubblico, che non si stancava di applaudire alla brava orchestra ed al predalo talento del suo Direttore, senza però fare proseliti al wagnerismo, di cui l’indeterminatezza nei motivi e la prolungata attenzione dal cadenzare, risolvendo il componimento in una serie di svariate combinazioni sonore, lascia freddo il cuore e l’immaginazione a digiuno di concetti e di idee capaci di svegliare un sentimento qualsiasi. Io poi per parte mia come preludio lo trovo troppo lungo e come figura geometrica mancante di proporzione nel centro, in cui il fortissimo si prolunga a danno del pianissimo delle parti estreme.
Bisogna anche per verità osservare che i pezzi di Wagner sono stati grandemente compromessi da quel colosso di lavoro sinfonico, che è la sinfonia dello Slruensée, con cui si è cominciato il concerto, e per la quale il numeroso ed intelligente uditorio, formato dal fiore dei nostri concittadini, è stato proprio, senza spirito di parte, senza alcuna preparazione, tratto a quel vivo ed infrenabile entusiasmo che si prova a conoscere il vero bello il vero grandioso, il vero elaborato, l’opera gigantesca di un genio prepotente.- In questo lavoro l’immaginazione ha largo campo di vitalità, non seguendo quelle pretese illustrazioni per cui le scale ascendenti dei violini vogliono significare la smania di Slruensée di salire al trono, ma sibbene lasciandosi trasportare da quella fluidità di concetti svariati che a due o tre sole idee melodiche si riferiscono, ma che si presentano sempre nuove, sempre belle, sempre gradite, sempre incisive.
Ed io penso che fin tanto che si avranno nello strumentale di questi capilavori, le innovazioni, le trovate acustiche Wagneriane, non si faranno mai larga strada: potranno soddisfare, potranno sorprendere, ma non giungeranno mai ad ottenere il pieno consenso di chi vuole nell’arte innanzi tutto la squisitezza del sentimento, scopo precipuo di essa, e all’infuori del quale tutto si riduce ad un puro giuoco di meccanismo. Il concerto si è chiuso col Sanctus della piccola messa solenne di Rossini, m cui il coro ha fatto dimenticare le scappate precedenti e la Marchisio, la Cristino, il Prudenza e il Fiorini guadagnarono di nuovo il pubblico plauso.
L’altro ieri si riapri il Balbo coll’opera di Verdi I Vespri siciliani’, il successo fu felicissimo, ma di ciò e del nuovo spartito Ombra, la cui andata in scena al Rossini è differita fino a sabato, terrò parola nella mia prossima corrispondeza.