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4 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO dire che il tale od di tal altro spettacolo non è ben riescilo: bisogna indagarne le cause, ed accennarle coraggiosamente, anche a costo di ferire l’amor proprio di qualche brava persona. - E poi i soli direttori d’orchestra saranno inviolabili?... Se un pittore espone un quadro cattivo, non vedo che gli si usi tanta cortesia, e lo si grida ai quattro venti in tutte le appendici. Dissi più sopra che queste mie parole susciteranno dei rancori!... ora, pensandoci meglio, non mi stupirei che comparissero anche quelle care insinuazioni maligne, che sono tanto in voga a’ giorni nostri!... E vero che ad un matto, anche le insinuazioni maligne possono fare poco danno!... ma voglio io stesso smascherarle prima. Non mancheranno certamente coloro che mi accuseranno di avere in pectore qualche amico direttore d’orchestra, e di volerlo far salire sul trono direttoriale della Scala!... Prima di tutto rispondo: se questo fosse vero, e se Uamico in pectore fosse un ottimo direttore, che male adunque vi sarebbe? quale il danno all’impresa, al pubblico, all’arte?... Davvero è difficile il rispondermi: a meno che non mi si rimproverasse che un danno ne verrebbe al maestro Terziani; ma anche questo non esisterebbe o sarebbe rimediabile, giacché esso si è acquistato già bellissima fama su altri teatri, come ad esempio Padova, Bergamo, ecc., ecc.: e nella capitale Roma, sua patria, ove certamente è desiderato. Che le sue belle qualità non sieno sufficienti per un teatro come la Scala, non vuol dire ch’esse non sieno più che bastanti in teatri di minor vastità, e dove vi sono minori esigenze. Ma il matto, d’amici in pectore non ne ha proprio: s’egli vedesse domani sul seggio direttoriale della Scala il pasticciere dell’offelleria Cova, e che questi ottenesse magnifici effetti dalle masse, griderebbe: Viva! con tutto il cuore e con tutta l’anima. Pensi adunque chi tocca a rimediare a questa lacuna: per me sono contento d’aver vuotato una buona volta il sacco, che davvero mi pesava di troppo sulle spalle. Ho parlato con coscienza, con convinzione, senz’altro di mira che il bene del nostro gran teatro, che con un poco di cura e di buon senso artistico potrebb’essere ancora il primo teatro del mondo. Questa è verità vera!... HONNY SOIT QUI MAL Y PENSE. Jl ^Iatto LA FORMAZIONE DEL PROGRAMMA COMMEDIA IN UN ATTO ED UNA SCENA L’azione ha luogo in Milano nella sala della Segreteria della SOCIETÀ DEL QUARTETTO All’alzarsi del sipario gli Onorevoli membri della Presidenza della Società sono seduti intorno ad un tavolino coperto di carte: nel mezzo sta l’egregio Presidente Prinetti col relativo campanello. PRESIDENTE (si alza, si soffia il naso - tosse, sorride, sputa) Signori garbatissimi - aperta è la seduta. Il cavaliere Chiusi - egregio segretario, Della seduta odierna - ne leggerà il sommario. CHIUSI All’ordine del giorno - per oggi ventinove; Programma d’un concerto - e relative prove; Nome, cognome e patria - di dodici signori Che voglion farsi iscrivere - fra i soci protettori: Avverto che al contrario - diventano più rari Coloro che s’iscrivono - come soci ordinari; Del resto è naturale - che in tempi tanto tristi Economi si facciano - i nostri bravi artisti. Propongo, miei signori, - che in una volta sola... presidente (interrompendo) Permetta d’osservarle - che ancora la parola Ella non ebbe a chiedere - ed entra già in quistione; Non dubito, anzi credo - ch’ella avrà pur ragione, Ma intanto è molto meglio - che in ordin procediamo, E quindi dal programma - per ora incominciamo. POSS Domando la parola! ERBA. Domando la parola! pesta.ga.lli (con forza) Domando la parola! PRESIDENTE Davvero mi consola Veder tanto interesse, - tanto focoso zelo!... A quelli che ei accusano - d’esser come di gelo Allora che si tratti - d’artisti italiani, E questa una rispósta - che li dichiara insani. chiusi (con vivacità) Insani, mentecatti - son sempre, miei signori, Color ch’osano erigersi - a farne da censori: Anzi per meglio dire, - dire vorrei... presidente (come sopra) La prego, Ella dirà benissimo - e questo non lo nego; Ma lasci ch’ora parli - qualcun degli altri membri, Che ha pur la lingua in bocca - per quanto a lei non sembri. (Il segretario Chiusi dà segni di stupore) SALA Del fenomeno strano - non v’è a restar confusi: Ella non se n’è accorto - perchè hanno i labbri chiusi. PRESIDENTE Dunque do la parola - al signor Poss. POSS La prendo Onde mostrar che anch’io - di musica m’intendo, E che non temo alcuno - qual mio competitore... Diamin, sono o non sono - aneli’ io compositore? Dopo la bella festa - fatta pel gran tedesco, Dopo i solenni brindisi - gridati intorno al desco, (In cui, modestia a parte, - ei disser benemeriti Di tutti i nostri soci - e futuri e preteriti) Crediam non sia possibile - (anzi ne siamo certi) Che dare ancor si possano - altri buoni concerti. Tutta quell’altra musica - è roba oramai vieta; Dunque non v’ha rimedio: - si taccialo si ripeta Il programma sublime, - che accese tanto gli estri, In onor di Peethoffen - maestro dei maestri. STRUTH Appoggio la proposta - con penna e con matita. PRESIDENTE Se si va di tal passo - non si fa più finita! POSS Perdoni: io la finisco - con tre, con due parole: Peethoffen solo è immenso - splendente come un sole, Il resto è un nulla, un soffio!... - direi, se mi è concesso: Il resto è un astro minimo - che brilla per riflesso. Verdi, Rossini, eteetera - son raggi di pianeta, Se pur la coda effimera - non son d’una cometa; Ma è vano in ciò l’insistere - noi tutti siamo intesi A proclamar quel grande - dell’arte la sintèsi. SALA. Preferirei lo sdrucciolo. STRUTH E sdrucciolo pur sia; S’intèsi troppo piano - la colpa non è mia. Torno, signori, a casa - lasciando il resto a parte, E proclamò Peethoffen - la sìntesi dell’arte. Bis, dunque, il centenario; - pensin che a questo patto Io posso anche una volta - prestare il mio ritratto!... Ormai, non c’è che dire, - trionfa la Germania, Voler quindi combatterla - è "proprio folle!insania: E il prova, in fede mia, - chi sta là sulla Senna! STRUTH Appoggio la proposta - con matita e con penna.