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niversità di Padova (dice l’autore) io comunicai

 per la prima volta all’Accademia di questa
 città le mie idee sulla voce laringea e

sopralaringea, siccome anche sulla teoria dei due registri. In allora queste idee, per ben stabilire la mia teoria, volevano essere confermate

 con fatti e con reiterate esperienze.

Tali fatti io li raccolsi, tali esperienze le intrapresi, e soltanto dopo dodici anni di continue osservazioni, tanto su di me stesso, quanto sui più celebri cantanti del nostro tempo, mi decisi a pubblicarne il risultato. Seguendo

 poi il corso delle esperienze ch’io

credei necessarie a condurmi a concludenti dimostrazioni, e per ottenere più ampia la certezza sulle verità ch’io aveva enunciate, considerai importante il non tralasciare le osservazioni

 patologiche a cui dovetti spesso il

pieno sviluppo e la maggiore evidenza dei principii sui quali fondossi la teoria ch’io pervenni a stabilire. Mentre nell’anno 1829, il dottor Bennati trovavasi in possesso degli elementi d’una dimostrazione

 che parevagli soddisfacente e attendeva
 a coordinarli, il giovane Deleau indirizzava
 all’Accademia delle scienze in Parigi
 una lettera nella quale provava la possibilità
 di parlare senza il soccorso della laringe.

Introduci in una narice, egli diceva, fino alla faringe, una sonda carnata che lasci passare

 una corrente d’aria compressa in un

serbatojo di media capacità; tosto che sentirai

 la colonna d’aria urlar le pareti, sospendi

l’alto della respirazione e metti in movimento gli organi della parola, nel modo stesso come se avessi ad operare sull’aria ch’esce dai poimoni, tu parlerai a bassa voce, farai sentire distintamente tutti gli elementi della parola afonica. - Temendo d’abusare della facoltà d’interrompere la respirazione nell’adoperare gli Organi della parola, mi posi a parlare ad alla voce, e trovai che la corrente dell’aria stabilita nel naso era in tutta la sua forza. In quel momento due parole si fecero udire in modo si distinto e chiaro, che le persone le quali stavan presenti all’esperienza credettero

 udir due individui che ripetessero le stesse

frasi. È dunque constatato con simile esperimento che la laringe non influisce in niun modo nella formazione della parola afonica. I risultaménti ottenuti dal signor Deleau meritavano tutta l’attenzione del nostro Bennati, il quale, abboccatosi con esso lui, desiderò ripetere su di sè stesso le intraprese esperienze e fare a lui note alcune delie proprie, per mostrargli i rapporti esistenti nel meccanismo della parte superiore del canal vocale, particolarmente nella modulazione delle note sopralaringee, ed i movimenti che hanno luogo durante l’emissione della parola. Meravigliato per l’aspetto che la sonorità del condotto vocale presenta durante il canto, come anche per la teoria che il Bennati ne deduceva, volle il Deleau porre il nostro mcdico italiano in relazione col barone Cagniard de la Tour, che rese si luminosi servigi alle scienze fisiche; e fu appunto quest’uomo distinto che incoraggiò il dottor Bennati a render pubblica quella memoria che l’Accademia di Parigi trovò degna di premio, sopra rapporto

 del celebre barone Cuvier.

Alla memoria sul meccanismo della voce umana durante il canto, volle in processo di tempo il dotto medico italiano che due altre

 tenessero dietro sulle malattie della gola

che particolarmente attaccano l’organo della voce, e aggiunse poi in fine una tavola rappresentante la parte superiore del canal vocale nello stalo naturale, come altresì sull’emissione dei suoni gravi e acuti presso i soprani -sfogati, i tenori-contraltini e i bassi cantanti. A noi pare fuor d’ogni dubbio, per quanto la materia sia estranea agli studi nostri, che le osservazioni e la teoria che il Bennati ha da esse dedotta debbano condurre ad utili applicazioni, offrire regole positive per caratterizzare

 ciascuna voce, per valutarne le

qualità, l’estensione, lo sviluppo e le probabili

 mutazioni, ed influire eziandio nell’educazione,

nel perfezionamento e nella cura dell’organo al quale è inerente la facoltà della parola, della declamazione e del canto. Ne daremo qualche sunto nei numeri successivi. P. CARTEGGI PARTICOLARI E NOTIZIE. — Bordò. Teresa Milanollo diede non ha guari un’accademia di quartetti, e suonò in maniera da far credere che l’ispirazione di Beethoven si fosse trasfusa nelle sue dila c nel suo arco. Ella possiede parecchi violini di grandissimo prezzo, e li suona a vicenda. L’altro giorno, nel concerto del Circolo filarmonico, gli artisti e gli amatori rimasero sorpresi del suo famoso Stradivario, del celebre Paganini: fu veduto anche un Bergonzi, al quale essa porta un particolare affetto. Nel concerto al Gran Teatro, la Milanollo adoperò un magnifico Silvestro, istrumento di una sorprendente voce, il quale ha nel manico il ritratto di sua sorella Maria. Codesta dolorosa memoria che le sta sempre fitta nella mente, è forse il motivo che le fa prediligere il Silvestro al par del Bergonzi, — Firenze. Il 6 gennajo del corrente si riaprirono le porle della Società Filarmonica, e dopo un ben lungo silenzio tornarono quelle sale ad echeggiar d’armonia. Si diede un Esercizio musicale, e presto si promette un’accademia formale. Così Dio voglia che l’arte si ravvivi! Fu eseguita dall’orchestra con molta intelligenza una classica Sinfonia di Haydn in re, quindi la signora Lucci Sievers eseguì sul piano la Fantasia della Muta di Thalberg, e vi si fece ammirare per la soavità con cui tocca l’istrumcnto, senza però mancare a quando a quando di forza. Vi fu poi una Fantasia del professore Marcucci sulla Beatrice per arpa, colla quale si presentò per la prima volta al Pubblico, dopo 18 mesi di studio, la giovinetta Livia Andreucci figlia appena decenne del Segretario della Società. La precisione e l’anima con cui suonò questa graziosa bambina sorpresero tutti, e fecero preconizzarle un brillante avvenire. 11 suo maestro signor Marcucci andrà un giorno superbo di avere spese le sue cure intorno ad essa. La signora Sievers chiuse questo esercizio con un concerto sul Barbiere di sua composizione fra Piano e Armonium, suonati ambedue contemporaneamente. Fu un effetto soavissimo il maritarsi delle due voci che si contempcravano ciascuna prestando all’altra le proprie risorse, e togliendo i difetti. L’Armonium cantava, il Piano lo abbelliva di vibrazione e di brio. Molli elogi merita l’artista che li sa cosi bene unire insieme per trarne un effetto nuovo. Sarebbe desiderabile che i due strumenti potessero formarne un solo, conservando però nell’unirsi la propria individual perfezione. Credo che le applicazioni fatte fin qui non abbiano pienamente corrisposto. - Alla signora Sievers infine bisogna

 far elogio anco per la gentilezza con cui condiscese

a cantar due piccole Romanze, nelle quali si mostrò cantante di buon metodo, e di molta grazia. La Società Filarmonica ha ripreso la sua via: confidiamo nella continuazione, e preghiamo il cielo che il giorno in cui si riaprirà a nuovo concerto non ei regali tanta neve e tanto freddo, quanto ebbe la gentilezza di regalarcene il giorno del passato esercizio. — 12 Gennajo. - La musica, più che ogni altra tra le arti belle restata nei passati tempi negletta tra noi, comincia un poco a riaversi dal suo abbattimento. Non si può dire per certo che i suoi movimenti accusino per ora eccesso di vigore, chè anzi sono generalmente fiacchi anzichenò, ma pure sono qualchecosa, e, se non altro, un indizio di vita che deve sperarsi si vada facendo di giorno in giorno più forte. Due sono in questa stagione di Carnevale i teatri aperti con spettacolo musicale tra noi: la Pergola, con opera e ballo, l’Alfieri, con opera soltanto: ma nò l’uno nè l’altro sembrano aver molto soddisfatto il genio degli amatori: e per dir vero, non senza ragione. I due Figaro è l’opera che con poco successo si è data alla Pergola fin ora; jeri sera è andato in iscena il sempre fresco Barbiere di Siviglia, ed ha operato il solito miracolo di rendere al pubblico il buon umore. Vi cantano la Gabussi e Maggiorotti. All’Alfieri, dell’empio strazio che d’Anna (Bolena) si fa, è meglio tacere. La musica sacra non è stata in questi giorni così disgraziata quanto la teatrale. Anche tacendo delle solite funzioni delle nostre periodiche cappelle, vi sono state alcune musiche straordinarie, tra le quali merita onorevole ricordo la Messa eseguita nell’oratorio di S. Firenze in occasione della riapertura annuale dei Tribunali. Era buona composizione del nostro Olimpo Mariotti, maestro nel R. Istituto di Musica di S. Caterina

 in questa città. Meritò lode specialmente per

buona condotta, ricca strumentatura, brevità, e per evitazione del genere teatrale, senza d’altronde cadere nel pedantesco o nello scolastico. Vanno ricominciando i pubblici concerti; due ne sono annunziali per questa sera: uno sarà dato dal nostro trombonista Bimboni, coadjuvato dal fratello suo Giovanni, clarinettista, dal pianista Kraus, e da altri artisti, tra i quali è da notarsi la giovane Virginia Boccabadati, che, nelle prove che ha già dato di sè in privati concerti, mostra voler presto occupare un bel posto tra le migliori cantanti. - L’altro concerto verrà dato dal flautista Krakamp, siciliano, già maestro di flauto nel conservatorio di Napoli, ora di passaggio tra noi. Vi prenderanno parte anche altri artisti, tra i quali due giovanetti violinisti, allievi del benemerito Giorgetti, ed il maestro De-Badia, che suonerà col flauto un duetto, in unione al Krakamp. Già sapete che la Filarmonica, dopo un riposo di un anno e mezzo, ha ripreso vita. Ora, per le cure del Pr. Carlo Poniatowski, solerte direttore di questo Istituto, si sta preparando un’accademia, alla quale prenderà parte, secondochè si dice, anche la De-Giuli Borsi. 11 maestro Geremia Sbolci va dando in sua casa alcuni trattenimenti, nei quali con molta cura si eseguisce classica musica. Le scuole del R. istituto di musica di S. Caterina non sono state ancora aperte in quest’anno; imminentemente, però, lo saranno. Questo ritardo è dovuto all’idea che il governo aveva di ampliare questo Istituto, di cui recentemente è stato nominato direttore il maestro Pacini. Pare, per altro, che questa buona idea sarà molto ristretta nell’attuazione. Probabilmente le condizioni finanziere dello Stalo ne saranno la causa principale. L’arte ha perduto recentemente tra noi due buoni cultori, morti ambedue in freschissima età. Uno, il Del-Bianco, era buon suonatore c maestro di pianoforte: l’altro, il Becattini, istrutto in varii rami dell’arte, era Specialmente buon suonatore di contrabasso. La sua morte è stata una vera perdita per le nostre orchestre, che presentemente scarseggiano in vero di questo interessante strumento. — Madrid. Il nuovo teatro del palazzo della Regina venne inauguralo quest’inverno colla rappresentazione d’Ildegonda, opera del giovine maestro Arrida, professore di canto di S. M. Quest opera, che ha meritato al suo autore, il primo premio di composizione al conservatorio di Milano, ove è stata eseguita per la prima volta, or sono quattro 0 cinque anni, è uno sperimento dei più felici e presagisce al giovane compositore un brillante avvenire. Lo stile, di cui si rileva il carattere della musica italiana, offre un’originalità di strumentazione che appalesa buoni studj. Sebbene eseguita alla presenza di un uditorio pressoché sempre lo stesso (la famiglia reale e le persone che hanno accèsso alla corte), fu rappresentata sette volte di seguito, ed ogni volta col medesimo successo, e senza che l’attenzione, 0 per meglio dire l’entusiasmo del pubblico privilegiato fosse scemato un solo istante. - I1 signor Arrieta scriverà un’opera nuova.