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- 15 bel sentire drammatico, per cui tanto le conviene il lirico coturno. Bellissimi sono gli arditi suoi slanci co’suoi magnifici acuii; con un d’essi alla cadenza dell’adagio di sortita fa spiccare, tal brano, c vi è interrotta dagli applausi e dai brava; così più tardi signoreggia con essi il grandioso insieme delle voci c dell’orchestra ncH’accennalo finale. S’ella riscuote plausi e chiamate in diversi brani della siiti parte, e nel duellino, c nel seguente terzetto finale, ove tanto ci sorprende colla verità del suo accento come pur della scena, sono chiamate e plausi invero meritali. 11 Ferri, sebbene in una parte scritta per lui, e in cui da certi giornali fu proclamalo sì grande attore cantante, non vi giustificò la gran fama che Fovea preceduto. Egli è però applaudito in ispecie alla cabaletta del duetto con Luisa, ed a quella dell’aria dell’atto terzo, ove fa pompa di alcune prepotenti e belle sue note. Ma queste non bastano; noi abbiamo di ritto di aspettar da lui mollo più dal lato dcH’aceento e scena, come nel fresare i recitativi, ne) rendere il personaggio, e queste esigenze, il ripetiamo, sono in vista del luminoso posto che gli è accordalo tra gli allori melodrammatici. Il tenore Borioni era già nostra conoscenza, ed avea tra noi ottenuto un bel successo di stima (piando l’ebbero per la prima volta / Lombardi del Verdi. E pari successo ei s’ebbe adesso nella parte di Luigi Capponi, ove riscuote applausi in ispecie alla romanza di sortila e nel duellino colla donna. Se non ha brillante prestigio di mezzi vocali, ha però arte, cd ingegno con cui vi supplisce, c sa cattivarsi la pubblica simpatia. - Bene i cori; tra il bene ed il male l’orchestra, ciò che è ben lungi da essere in tal caso un juste milieu... A lei si volle risparmiare la briga della sinfonia, e. non a torto... forse per non vederla sacrificala come quella bellissima nel precedente carnevale della Giovanna d’Arco. T. Parma, l Çetmajo. Emani colla signora Barbieri-Nini, Elvira; il signor l’alma, Ernani; il signor Gnone, Carlo; e il signor Milrovieh, Silva. - Molle parti di quest’opera del maestro Verdi riuscirono completamente, molle altre no. Fra le prime è a notarsi la cavatina della signora Barbieri, il finale del terzo allo e l’ultimo terzetto: nel quale, comunque gli applausi siano scoppiati unanimi c fragorosi a più riprese, ci è forza per amore del vero e dell’arte ricordare alla signora Barbieri che la perfezione nell’arte medesima sta in ottenere coi mezzi che le sono propri il massimo dell’effetto: ora quando F artista ricorre alla parola puramente declamata, (piasi potesse arrivare per essa più in là di quello che il canto non può, fa una mistione di (Incarti diverse fra loro, che il buon gusto c le leggi del bello condannano, c mostra di vedere che la declamazione possa più del canto; ciò che è un errore, dappoiché il canto è. un’imitazione sublime del linguaggio che l’uomo adopera nella veemenza delle passioni; nulla può esservi adunque di più espressivo; e fa manifestamente discender Farle chi sostituisce la declamazione al canto. Questo osiam dire alla signora Barbieri, la quale solamente nel ricordalo terzetto, e nel maggior tumulto della passione, parve inclinare al difetto che vorremmo condannalo; e che ricca di mezzi potentissimi e bellissimi, coni’ella è, crediamo destinala ad essere imitala, e non imitatrice. Il signor Palma, Emani, (piasi nuovo per le scene, fu molte volle applaudito; c penso che assai gradila ed utile possa tornargli questa sua riuscita sul nostro teatro. Fu festeggiato con segni di moltissimo gradimento il sig. Gnone, Carlo, insieme a’ suoi compagni, nel finale dell’atto terzo; nè è a tacere del mollissimo amore, con che il signor Milrovieh disimpegna la parte di Silva; e dei molli plausi che il pubblico gli comparte. Alle consuete parole di lode per F orchestra, e pel suo direttore signor De Giovanni, vogllonsi aggiunger quelle che pur si debbono tributare, pel modo concorde e istantaneo col (piale fu ristabilito l’cquilibrio fra le parli vocali e le strumentali, che l’orgasmo nella prima sera aveva qualche volta turbalo. — Si è data in questa città F Opera Così fan tulle di Mozart, ed ha avuto esito buonissimo. — KLAUSEMH RG. Liszt ha (pii dato quattro concerti, e donato circa 700 fiorini a diversi stabilimenti. — PARIGI. Per determinazione del ministro dell’interno in data del 23 dicembre il nuovo teatro dei signori Holstein e Aless. Dumas sarà denominato Théâtre historique. — Don Juan di Molière sarà riprodotto a quel teatro francese con musica estratta dal Don Giovanni di Mozart. — La seconda esecuzione del Faust di Berlioz mise in luce varie bellezze della composizione che alla pi ima udizione non furono comprese. Quindi il successo fu maggiore di quello della prima esecuzione. I giornalisti c gli artisti si sono riuniti per offrire spontaneamente a Ettore Berlioz un banchetto e una bella medaglia d’oro in commemorazione della sua Damnation de Faust. — Sono teslè giunti a Parigi quattro canto-istrumentisli ungheresi, che imitano colle, loro voci l’oboe, il corno a pistoni, il violoncello e il violino, e che eseguiscono con questa orchestra dei quartetti. — ODESSA. 2 dicembre (14 dicembre). Da varii giorni si stava apprestando al nostro teatro la rappresentazione del tanto applaudito lavoro musicale di Meyerbeer, Roberto il Diavolo, e la sera del 30 novembre (12 dicembre) comparve, e piacque assai, tanto per la bellezza della musica, (pianto per la buona esecuzione. La sig.n Secd-Corsi (Isabella) sostenne la sua parte con verità, per cui ebbe grandi applausi. Il signor Vitali (Roberto) non fu dei più valorosi, ma pure fu applaudito nella Siciliana dell’atto primo. Il signor Berlendis (Bertrando) spiegò non comune abilità, c disimpegnò lodevolmente questa difficile parte che ben s’addice a’suoi mezzi vocali, e che gli valse distintissimi plausi. La signora Aiùalia Scalesc (Alice) è fredda in questa parte; fu però lodata per il suo canto diligente. Il signor Valla (Rambaldo) si è distinto nella sua parte. Il macchinismo delle tombe e l’andamento dello spettacolo furono completi così, che non si poteva meglio desiderare. — VIENNA. Guglielmina Neruda di sette anni, suonatrice di violino, diede il 27 dicembre un concerto nella Sala dell Unione. Ella ha sorpreso, dilettato e commosso tutto l’uditorio. Ogni difficoltà sul difficilissimo strumento sembra alla fanciulla un giuoco; e ciò ch’è soprattutto sorprendente si è ch’ella sa cavare dal suo piccolo stromento un suono sì vigoroso, maschio, che sovente si crede di sentire un adulto artista che tratti un perielio strumento. Ma il più sicuro segno del raro talento di lei c Fanima, assai superiore alla sua età, e la sicurezza con ciò che eseguisce. Durezza d’intonazione in generale cd un maneggio libero, vigoroso, sono doli da lei acquistate dal suo eccellente maestro professore Jansa. Iri questo concerto si fece pur udire Amalia, sorella della sunnominata, eseguendo alcuni pezzi sul pianoforte con molta agilità cd accuratezza; ma da tutto ciò che eseguì si appalesò in lei più diligenza che talento. (Gaz. ilfus. Fienn.) — Nel club degli artisti detto della Concordia, si diede una grande cena in onore di Meyerbeer. Nella sala vedovasi il ritratto di lui incoronato d’alloro e contornalo da stelle che, mercé un meccanismo speciale, a poco a poco s’ingrandivano e vieppiù rifulgevano. Molti poeti esaltarono l’illustre autore del Roberto il Diavolo e fra gli altri Bavemfeld, autore di una commedia ora in voga al teatro di Corte. Dessauer pose pure in musica una cantata per onorare iì suo amico e collega. (Da lettera del 2.) Alcune notizie sopra Donizetti (1). — Un amico di Donizetti che appositamente per trovarlo da Vienna è andato a Parigi, scrisse dalla capitale francese una lettera colle più cattive notizie del povero maestro. Non si può a meno di piangere al leggere le più miserande relazioni dello stalo di una delle maggiori illustrazioni musicali dell’epoca. Oh come la vita dell’uomo è un trastullo della sorte 1 L’intrinseco amico dell’autore di Lucia e di Don Sebastiano assicura: (piando si recò nella stanza di lui per poterlo mirare in faccia, esser stato obbligato ad inginocchiarsegli davanti, giacché ei tiene sempre la testa talmente curvata che non lo si potrebbe ben vedere altrimenti; sembrare che lo riconoscesse; ma non aver detto una parola, e solo aver mosso le labbra ad un triste sorriso, mentre gli occhi gli si empirono di lagrime; gli occhi un dì si sfavillanti aver quasi tuttora la primitiva loro espressione, e tutto il resto del corpo esser prostri da fatale paralisi, e Donizetti stare continuamente, aggruppalo della persona, seduto sopra di una sedia a braccioli da dove non può togliersi mai La terribile sventura del grande maestro e sciagura comune. La feconda e facile penna di chi meglio si avvicinò a Rossini, dell’emulo di Bellini, più non scorrerà a segnar note per deliziare il mondo musicale? Oh Dio! pur troppo si deve prevedere che all’arte abbia a toccare un sì grave infortunio! (1) Quanto prima nella Gazzella Musicale si darà un Prospetto cronologico di tutte le opere di Donizetti. — BERLINO. La sala da concerto del nuovo Teatro d’Opera è terminala, e dicesi sia eminentemente magnifica. La sua lunghezza è di 100 piedi, la larghezza di 50, l’altezza di 30. Tre lumiere la rischiarano; in alto trovasi uria galleria. Anche E effetto acustico viene acclamato eccellente. E»ITOKE-PI»OI*»IETA»IO G1OVAVV1 RIFONDI