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w li a — 88 — Q=~ fl (Dai fogli Austriaci, 6 aprile 1814. - N. 2.) (Continuazione. Vedi N. 19j. un’asipa od affanno dove il verso ride, un balbettare di note quando la poesia parla sciolto! Egli è meglio che in questi casi i maestri usino del privilegio del.G, e del no, e diano come l’imperatore Claudio la cittadinanza a quei pleonasmi, die i poeti rifiutano per non guastare la prosodia. Biglie ini. Erere notizia Intorno all’Archivio musicale esistente nella Biblioteca della (torte Imperiale di Vienna. li. Le opere antiche della musica di Chiesa di vario genere contengono i nomi seguenti: G. Caccini, P. Cadcac, G. B. Cali, IT. Garoso, A. Castellino, G. de Castro, Gin. Casaccio, G. Celano, P. Cerimi, c IL Chamatcrò, ecc., con altri duecento (I) che seguono, ed olire ai «piali trovansi altri nomi, le di cui opere però sono incomplete. Appartengono a questa Categoria anche varie raccolte, che trovansi segnate coi seguenti titoli in ordine alfabetico: Bicinia, Canti, Cantica, Cantiones, Carigoni, Canzonelle, Carmina, Chansons, Conccntus, Corona, Couronne, Dialoghi, Evangelia, Fior de’Mottetti, Fiori, La Fleur, Flores, Frollale., Cenimi musicalis, Himni, Inardin, Inlabolatura, Lamentali afte s, Laudi, Liber Canticum, Liber Missarum, Lodi, Madrigali,.Magnificat, Melodiae, Melpomene, Missae,’.Modulaliones, Molletta. Mottetti, Muse, Musica, Musiche, Opus tiovum musicum, Psalmi, Recueil, Scelta, Theatrum Musicum, ’Thesaurus, Villanelle, Villette, e Vittoria amorosa. 111. Fra le opere, di musica di Chiesa in partizione trovansi nominali 124 «le’ più distinti autori di varj secoli, tra quali: L’Imp. Leopoldo I c Carlo VI Max., Joseph Elettore di Baviera, Allegri, G. G. Aiblinger, Alhrechtsbcrger, G. F. Ancrio, P. Anfossi, J. Animuccia, ccc. Una quantità di simili opere rinchiude pure l’Archivio in parti cavate: dell’imperatore Leopoldo I, Aprile, Bay, Caldara, A. Draghi, Durante, Fux, Grami, liasse..fornelli, Mono, Olii, l’allotta, Porpora, Prustmann, Paleslrina, Sauces, Scarlatti, Schmclzer, Timer, Toma, Wagcnscil, e. Ziani. Nella generale raccolta «le’ manoscritti trovansi inoltre varj antichi originali del XVI e XVII secolo, contenenti messe «; monelli. Trenlalrè sono gli autori nominati, e tra questi; Alex. Agricola, Jae. Barbirianus, Ani. Brunici, Nic. Carlir, Amanus Taber, Kaiser Ferdinand III, ecc. Fra gli antichi manoscritti dello stesso Archivio musicale si rincontrano nominati 87 compositoi i; la maggior parte uniti in raccolta; Petrus Alamire (Verosimilmente Pietro Editarti Lugger), F. Ancrio, Jo. Animuccia, Annibaie Patavino, Const. Anlegnati, ecc. Della ricca raccolta di libri (’.orali venne già data estesa notizia nel giornale periodico intitolato Cecilia; ed ivi comparirà anche, una descrizione di tulli i manoscritti più antichi. IV. Dei compositori di oratorj, e cantate sacre trovansi i seguenti nomi: G. F. Albergati, A. Ariosli, C. Arrigoni, G. P. E. ed J. S. Bach, C. A. Badia, J. Balbi, L. Beethoven, A. Bernasconi ed altri G6. li) L!Atìtore per convalidare la dovizia dell’Archivio Imperiale, schiera dinanzi un gran numero di autori; ma il traduttore, temendo che poco garbar potesse ai lettori una si lunga ed arida nomenclatura, ne, segna soltanto alcuni, riferendone però la somma infine d’ogni articolo. Egli però ha la compiacenza di rimarcare che la maggior parte di codesti autori sono italiani; come rilevasi che fra 210 cento c cinque sono (ali: c difatti dopo un breve, interregno dei Fiamminghi, l’Italia, sino dai tempi di Palesirina, tenne ognora lo scettro musicale; ed era invalsa l’opinione. che un compositore alemanno non potesse essere valenti; particolarmente nella composizione teatrale, se non avesse studialo, dimorato, e scritto in Italia; come lo comprovano i famosi compositori del passato secolo, Sinistri’, Naumann, liasse, c persino il sublime Gluch. V. La musica da Camera, di cui furono già rammentali alcuni de’ più antichi compositori nella Sezione delle opere stampale, in cui si pàrld «Iella musica di vario genere, contiene ancora opere di 84 autori, tra quali; N. Dòlhel, A. Ziani, G. Tariini, A. Bononcini, G. Gentili, B. Gilles, G. Ghinzer, A. liasse, San Martino Waghenseil, ccc. VI. La musica di Teatro consiste; a) In opere italiane, antiche, di A. M. Abballini, A. Adolfati, F. Albinoni, Fr. Araya, A. Ariosti, G. Abos, C. A. Badia, G. IL Baldassari, ccc., in tutto «li tifi compositori. b) In opere italiane più moderne di 53 autori nominati, tra quali; M. T. Agnesi, Felice Alessandri, P. Anfossi, F. Bertoni, Blum, B. Cataro, V. Ciampi, D. Cimarosn, G. Cocchi, C. Coccia, ecc. c) Iti opere c melodrammi con poesia di Anna Amalia duchessa di Vcimar, Ir. Benda,.1. Baria, L. di Beethoven, L. Cherubini, C. V. Diltersdorf, N. Delayrac, Fribcrlh, A. Grovvelz, ecc. «/) In opere francesi di Aubcr, Audinol, J. C. Bach, Berlin, Blaise, Compra, Cherubini, Cifolelli, Le Clair, P. Colasse, La Coste, Desbrosses, IL Desinarci», A. C. Dcstouchcs, Dezide, E. R. Duny, J. Edchnann, C. S. Favori, P. A. Fioco, N. E. Framery, Frigcri, Gillicr’,, Che. V. Gluck, F. J. Gossec, A. A. Grclry, Lamelle, Louis, Lully, J..Malto, Martini, Meycrbecr, E. MehuI, N. J. «le Moraux, J..1. Mondonville, Monsigny, M. Le, Moine, Morin, Mocerct, A. Philidor, N. Piccini, J. P. Rameau, IL J. Rigai,.1. Rossini, J..1. Rousseau, A. M. G. Sacchini, A. Salieri, Salomon, P. Vachon, P. Wintcr, ccc., ccc. c) In feste di Corte, serenate, cantale c simili composizioni d’occasione, di 57 ed altri autori nominali, de’quali A. Caldara, C. A. Badia, A. G. Bcrnabei, A. Polarolo, G. Reutter, Orlandini, P. A. Ziani, G. Pederz.uoli, Graf Schlìck, A. c G. Bononcini, G. Porsilc, G. Colle, F. Albinoni, A. Draghi, L. A. Prodieri, G. Arigoni, A. Ariosli, M. A. Ziani, G. Bono, C. Waghenseil, Gianneltini, G. Ilelmann, Torri, ccc., ecc. fSarà continuato.) VARIETÀ Viaggi della partizione di KOBERTO IE DIAVOLO prima dello fina di» scesa in Italia. Esiste tuttora nell’olanda un ricco signore, il quale si è formala una biblioteca «T un migliajo di volumi coi soli affissi di teatro che furono stampali nel mondo da circa (cent’anni. Egli ebbe una regolare corrispondenza in ogni città di qualche importanza; si fece dirigere regolarmente lutti quei cartelloni rossi, gialli, verdi, celesti, che i teatri fanno incollare ogni giorno sui loro muri; di tutti questi fece una scelta giudiziosa, li classificò in bell’ordine, li fece legare in volumi, c niente insomma ha risparmialo onde raccogliere gli originali documenti che potrebbero servire alla più singolare statistica del mondo. Là, nella detta biblioteca, si trovano lutti i débuts, tutte le beneficiale, tulli i nomi degli allori e tulle le invenzioni de’ sodi innumerabili allori, che precipitando di teatro in teatro, applauditi in alcuni luoghi, in altri fischiali, passando da un personaggio all’altro, ora coperli «li diamanti ed ora d’oro falso, s’innalzano a forza di talento e di fortuna, riempiono il mondo della loro fama, cadono più (ardi dalle prime parli nelle, secondarie, alcune volle, rappresentano la parie di primi amorosi in compagnia di cinque o sei successive generazioni, e finiscono per scomparire, del (ulto ritirandosi ne’ loro paesi natii, oppure all’ospitale. Tutta questa tumultuosa storia di un mondo separato che si rinnovella ogni sera alla luce della ribalta è scritta negli affissi, soccorsa da tulli i caratteri che la stampa può fornire. Nella biblioteca appunto del ricco Olandese i caratteri gotici, il gigantesco egiziano e l’impercettibile mignonne hanno un’eloquenza particolare, e si vede, la fama degli artisti ingrandita dei caratteri tipografici. Le partizioni teatrali la loro storia c le loro Un fatto curioso che o diminuita in proporzione hanno pure in questi archivj lettere di nobiltà. si è reso evidente mediante I la collezione di questo ammasso d’affissi così ingegnosamente raccolti, si è che le tre opere, le, quali, da venticinque anni in poi furono più frequentemente rappresentate nel mondo, sono Freyschùlz di Weber, Tancredi di Rossini, e Roberto il Diavolo di MeyerH becr. Io non mi tenterò di stabilire una teoria sopra | questo singolare ravv icinamenlo; poiché sarebbe per • esempio «Ufficile «l’indicare la ragione per cui il pubblico abbia preferito il Tancredi a tulli gli altri capolavori di Rossini. Forse si dovrebbe atlribuire una tal ■j scelta all’aria tanto conoseiuta Di tanti palpili, che: fu cantala in (ulto il mondo, c che alcuni viaggiatori hanno riferito d’aver udita lino nel fondo dell’America meridionale, nel mezzo dei molili delle Cordigliere ed alle rive del Paraguai. L’esito ottenuto sopra tutti i teatri dall’opera Roberto il Diavolo si spiega più facilmente e senza timore d’ingannarsi. La mugica conlienc tutti i generi,! e. ciascun gruppo di spcllatori vi può trovare un pezzo di predilezione. Il soggetto dell opcra sembrerà filosofico in Francia, poetico in Germania, pilloresco in Italia, interessante dappertutto. Tulli i popoli c lutte le età si dilettano dei racconti ed hanno un gusto appassionalo per le favole. Il Diavolo, che ha un figlio, e che vuole, per amore paterno, condurlo all inferno, parve mollo verosimile a Lullo il mondo: che se si voglia unire a situazioni, la in scena, la decorazioni, lutto questo la straordinaria varietà delle novità di alcune passioni che furono poste diversità e la ricchezza necessaria delle il movimento delle danze graziose e lugubri a un tempo, le soprannaturali apparizioni, c per di più l’ammirabile musica, così perfettamente composta da scoprirvi delle nuove bellezze ogni volta che la si ascolta, non recherà più sorpresa alcuna se Roberto il Diavolo ha fatto c rifatto il giro del mondo, se continuerà ancora a portare T incantesimo a lutti gli occhi ed a tulle le orecchie. Ecco l’itinerario «li Roberto il Diavolo- il «piale devesi ritenere esatto, perchè redatto dietro le norme infallibili date dagli archivj del nostro dilettante olandese. Roberto è stato rappresentato per la prima volta nel novembre dell’anno 1831; è facile in conseguenza l’immaginarsi «piale influenza abbia esercitala in Lullo questo tempo solfarle e sopra gli artisti Tesilo straordinario di una tale opera. Quanti1 generazioni successive di tenori, di cantanti d’espressione c di agilità passarono per le parli «li Roberto, d’Alice e d’isabella! Quanti maestri «li musica islrumentalc hanno appresa, eseguila, variala, accomodata questa musica! I cantanti hanno breve durala; particolarmente i tenori si dileguano presto, come i morti della ballata. All’opera di Parigi, in soli otto anni, si ebbero quattro Roberti, cinque o sci Alici, senza parlare delle altre parti. Si potrebbe riempire un magazzeno di musica coi soli pezzi inspirati ad ima turila di compositori dai temi di Roberto il Diavolo: il terzetto del quinto atto fu messo in eontradanze, come tutte le, arie ed i cori dell’opera; l’evocazione dell’alto terzo trascritta in duetto per due flauti: la chiesa vi rinvenne dei canti religiosi: fu intesa nel 1854 una messa intera cavata da questo inesauribile spartito! A Vienna, a Parigi c dappertutto s’intese Roberto il Diavolo alla bettola come al teatro, alla chiesa ed ai balli di Corte. Goethe aveva «piasi predetto l’esito del Roberto, indicando Meycrbecr come il solo compositore che, secondo lui, potesse comprendere e far degnamente cantare Mefislofele. 11 celebre autore del Faust avrebbe sperato, così diceva egli, da Meycrbecr una magnifica opera fantastica, qualora T ingrato non avesse obliala la patria per sacrificare agli dei stranieri, e non avesse avuta la debolezza di tornire delle cavatine pei cantanti italiani. Goethe professava contro la musica italiana una palriolica antipatia, c non avrebbe trovalo Roberto il Diavolo abbastanza orlotlosso. Nulladimeno anche la Germania si è impadronita di Roberto come di sostanza sua propria, ed al termine di due o tre anni questo capo-lavoro avea fallo il giro degli Siali germanici. Il Roberto è sempre stata l’opera favorita degli imperatori c de’ re, e non gli venni; meno qualunque sorta di popolarità. Roberto fu rappresentalo a Berlino nell’occasione della visita solenne che f imperatore dcljq Russie fece a suo suocero; alla prima rappresentazione di Roberto il re Carlo X aveva pure abbandonalo il suo ritiro con tutta la sua famiglia: e Spuntini direttore del teatro di Berlino fece rappresentare Roberto nell’occasione dell’arrivo dei principi francesi in quella città nel 183(i. Fra le città della Germania dove Roberto il Diavolo è slato rappresentato colla maggior perfezione è duopo citare anzi tulle Carlsruhe e Francfort. A Carlsruhe, Hailzinger nella parte di Roberto, la signora Fischer in quella d’Alice, c Reichel, che morì poco «lopo, nella parte di Boriranno, eseguirono degnamente «piesla bella l musica e, molle volte fecero arrivare al colmo l’entusiasmo del pubblico. A Francfort il tenore Schmctzer e la signora Fischer Achten operarono prodigi. La cantante la più rimarchevole di tutta la Germania che abbia cantalo nel Roberto il Diavolo è senza alcun dubbio madamigella Schelzel, dotala di una voci; i possente e nello stesso tempo pieghevole, «T una viva e sicura intelligenza, d’una sensibilità profonda, c d’un talento straordinario; in «piesla giovine ed incantevole attrice si trovavano riunite le qualità le più disparate. Ma il matrimonio, che fu sempre il flagello dei teatri, la rapì all’ammirazione del pubblico, alle spc■ ranze dell’arie.