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- 79 o-=- GAZZETTA MCSICALE j lidi ANNO Ili N. 20 DI MILANO DOMENICA 1!) Maggio 1844. I i Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica aulica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Anioiogia classica musicale. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. 2000 pezzi di musica dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati yratis all’atto che si paga l’associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Leggasi l’avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno li, 1S43. La musique, par des in/le.rions vives, accentuées, et,, Il piezzo dell associazione alla Gazzetta c alla Musica • pour ainsi dire, parlantes, e.rprimt toutes les pas- * * 1 ffiénive Austriache 1,. 12 per semestre, ed efTettive • sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, Ausliarhe L. 44 affrancala di porlo lino ai confini della • soumet la nature entière à ses savantes imitations, bonari Ina Austriaca; il doppio per I associazione an• et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme dus sen- nua e:. ~ *’n spedizione ilei pezzi di musica viene fatta • timents propres a l’émouvoir. • mensilmente c franca di porto ai diversi corrispondenti,. dello Studio ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. J. J. rocssExu. _ associazioni si ricevono in Milano presso I Ufficio della Gazzetta in casa tlicordi. contrada degli Omenoni N.” 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli UlDci postali - Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. i I. Proposta di un nuovo mezzo per determinare con esattezza i tempi musicali. - li. Pianoforti del signor Pape. - 111. Progetto di una.nuova riforma musicale. - IV. Notizie musicali diverse. - V..Nuove PUBBLICAZIONI MUSICALI. PROPOSTA D’UN NUOVO MEZZO PER DETERMINARE CON ESATTEZZA I TEMPI MUSICALI O & uanlo nella musica sia imporrante la giusta misura del tempo jilo sa, non solo chi è dotto nell’arte, ma chi semplicemente sia.dotato di musicale sentimento. Rousseau, il cui nome in tale materia vale per quello de’più sapienti scrittori, ragiona in più d un luogo di questa sua grandissima importanza, e sempre, da quel profondo conoscitore ch’egli era, viene a caratterizzarlo come uno de’ principali elementi della musica. Gli antichi greci, i quali, quantunque ignari delle moderne armonie, erano soprammodo valenti nelf esercizio del canto, avevano sentila la necessità della più scrupolosa precisione nel tempo o ritmo, e con leggi che gli storici chiamali severissime’, avevano istituita una parte speciale di scienza della ritmopea, colla quale regolavano f andamento delle battute, le divisioni, l’ordine e la successione de’ varj movimenti, perchè col loro miglior uso soltanto può la sapienza del musico accendere, modificare o calmare gli affetti. Molte delle passioni infatti avendo, indipendentemente dalla parola, un carattere melodico che manifestasi coi suoni non meno che un carattere ritmico che manifestasi col maggiore o minor grado di celerità o lentezza, ne consegue che la maggiore o minore espressione dipende egualmente dalla qualità della nota (pianto dalla più squisita proprietà del movimento. La tristezza e la calma adoperano suoni rimessi e bassi e procedono con passi lenti e misurati: la gioja e 1 entusiasmo procedono con passi celeri ed niuguali non meno che con suoni acuti ed intensi. Il tempo é quindi un principio essenziale dell’arte: è la vita. 1 anima, l’energia fisi— comorale d’ogni frase e degni idea: è la scintilla che muove e caratterizza le passioni e i sentimenti della melodia: è d ’I t nerbo che collega e sostiene le forme del- ’ 1 armonia: è il sangue che circola nelle! sue vene. Ad onta di ciò nondimeno, la giusta misura della battuta, come cosa che an- ’ cova non si potè assoggettare ad un vincolo sicuro, venne da fluido in poi abbandonata all’arbitrio degli esecutori. Quanto pregiudizio siane derivato alla musica melodrammatica sopra lutto, e massime a1 di nostri, in cui i veri artisti suonatori e cantanti son divenuti sì pochi, è > inutile dimostrarlo. Molti de’ migliori spartiti fanno ceni tratto naufragio sul ma"• 1 • ~ 1 gior numero dei teatri, non per altro se non perché i tempi son male interpretati. Alcuni uomini, desiderosi del bene dell’arte, pensarono più d una volta d’infrenare 1 opera sinistra degl inesperti introducendo delle macchine che denominarono ora cronometro, ora ecometro, ora metronomo^ onde ingiungere una guida costante ed immutabile. Ma la costanza e l’immu- i labilità in una cosa che tutta vive di passioni, non sembrano nè conciliabili, uè ragionevoli^ ed un gran pensatore disse op- । portunamente che da simili ritrovati non ’ poteva scaturire altra utilità che quella di formare di due esseri differenti due macchine distinte, una cioè del metronomo. 1 altra del filarmonico (!)• E per verità, richiedendo il vario carattere dei concetti e l’indole della buona espressione che il movimento si rallenti o s’acceleri secondo che le frasi sono animate da tranquille o vivaci passioni, il regolo del metronomo viene a discordare i dall’andamento del canto appena dopo; brevi battute. Nella musica moderna, dopo Bellini specialmente, sono continue le variazioni del tempo’, sarebbe quindi con- | tinua la discrepanza dei due movimenti, 1 e la guida abbandonerebbe, anzi confonderebbe, il filarmonico appena fatti i primi passi. Perciò di cento famiglie ove si tratta! la musica troverete forse in una sola il metronomo: e quasi nessuno de compositori italiani ha trovalo conveniente di segnare sugli spartiti il moto regolatore, • preferendo di lasciarlo indovinare all artista. Non è che non sentissero la neces- i sità di prescrivere con esattezza il vero tempo giusto dei cantabili, al che studia- ’ musi di supplire accoppiando una moltitudine d attributi ai cinque caratteri cardinali di largo, adagio, andante, allegro, [ piesto, ma gli è perchè riconobbero di po- 1 co profitto l’uso del progettato stromento. In tal guisa rimase sempre viva la necessità di por freno ad un inconveniente ricalcitrante ad ogni rimedio. Ora, in un accesso di concentrazione. essendomi parso che d desiderato scopo si potesse raggiungere con un mezzo altrettanto facile quanto sicuro, perchè praticabile da ciascuno senza il sussidio di niun apposito ordigno, lungi dall attribuire al mio progetto maggior peso di quello che non abbia, credo di far cosa utile proponendolo agli scrittori di musica, acciò se ne valgano ove lo veggano di qualche utilità, o lo abbandonino se trovano che manchi all’intento. Il mezzo che propongo sarebbe quello d indicare sopra ciascuno dei tempi principali, sopra ciascuno de’ singoli pezzi costituenti uno spartito i minuti precisi della loro durata calcolali coll orologio alla mano. Tanti minuti deve durare il primo tempo, tanti il secondo, tanti il terzo, e così di mano in mano. Ad ogni variazione di movimento dovrà prescriversi la precisa durata. Dal complesso poi di tutto, il maestro potrà dire al principio od alla fine di ciascun pezzo, senza ommellere di comprendervi il recitativo, la sua durata è di tanto (2). Se il mio modo di vedere non m’illude, parmi che assai lieve sarà la fatica che può costare un simile spedienle, e che all incontro grandissimi saranno i vantaggi che ne risulteranno. Uno (pielìo di poter conoscere l’esattezza del movimento che sicuramente il cantante non trascurerà d indagare per meglio riescili* nella parte sua. Si può star certi che i cantanti non lascieranno di consultar I orologio per assicurarsi se veramente hanno interpretato il tempo giusto. Essi bau troppo interesse di ottenere i suffragi del pubblico per non prevalersi di quest àncora di sicurezza onde cantar beliti cantano troppo presto o troppo lento non è per mala volontà od indolenza, ma perchè non sanno indovinare il vero tempo preciso. Col mezzo divisalo si verrebbe a togliere un male die non è e tutto il disagio starebbe nel consultar l’orologio. Un altro vantaggio saia quello di evitare d fastidio della soverchia lunghezza degli spartiti. Nelle arti che affaticano i sensi la moderazione è indispensabile quanto la bellezza medesima, acciocché il difetto non abbia a degenerare nella ■ Molti!;i| Ei?